Decisione del popolo

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Dioniso stava passeggiando per le strade di New York con le cuffiette nelle orecchie, la musica al massimo del volume, le mani in tasca e la noia più grande dell'Empire State Building.
Teneva la testa bassa senza preoccupazioni.
Poi andò a sbattere contro qualcuno, qualcuno di grosso, alto e potente.
Dioniso si tolse una cuffietta dall'orecchio e alzò lo sguardo.
Davanti a lui c'era un uomo in smoking semplice, capelli grigi come la tempesta pettinati in modo impeccabile, la barba perfetta e curata e un'aria da superiore.
«Chi...?» iniziò il dio del vino.
«Sei tu Dioniso, dio del vino e della follia?»
Dioniso fece un sorrisetto «Sei un fan?»
Gli occhi blu elettrico dell'uomo lo squadravano con quello che sembrava disgusto «Io sono Zeus» tuonò.
Dioniso per poco non si strozzò con la sua stessa saliva «Papà che ci fai qui?»
«Ah...» mormorò «giusto, tu sei di quelli stupidi. Va bene, cercherò di spiegarti come stanno le cose»
«Sì, lo apprezzerei molto, grazie»
Quello che doveva essere Zeus sbuffò «Io sono il re degli dei, quello serio»
Dioniso rimase per un po' in silenzio, poi scoppiò a ridere in faccia al re degli dei, quello "serio".
«Sì, divertente, ora che ci fai qui papà? Se vuoi scappare da Era non serviva mettere su questo spettacolino»
Zeus ringhiò «Io sono il vero re degli dei. E ho saputo che tu sei quello più stupido fra gli Olimpi»
Il dio del vino fece un verso di scherno «Quello è il tuo lavoro e di Poseidone. Non ci penso neanche a rubarvelo»
Zeus iniziò a emettere scintille «Senti coso, se non mi porti immediatamente dalla tua famiglia, quella stupida, non ti dovrai più preoccupare di rubare il lavoro a nessuno»
«Rubare è il lavoro di Ermes, è anche bravo nel farlo. Se vuoi gli chiedo di rubarti qualcos...» una lancia gli volò incontro, per fortuna la vide e la schivò «Ma che cazzo... Ok, chi me l'ha tirata?» si girò verso Zeus che non era più solo.
Dietro il re degli dei c'era una donna in armatura con un elmo in testa, aveva i capelli biondi e degli inquietanti occhi grigi.
Teneva in mano uno scudo con impresso il volto della gorgone Medusa.
«Sono stata io» disse come se non fosse ovvio «Padre, perché ci stai mettendo così tanto?» chiese rivolta a Zeus.
«Quest'idiota non mi fa spiegare»
Dietro a Zeus, e Dioniso la notò solo dopo, c'era anche un'altra donna.
Capelli scuri come la notte e occhi neri.
Una veste argento, una faretra piena di frecce in spalla e un arco in mano.
Stava borbottando qualcosa come "maschi, tutti idioti".
«Ok, prima di tutto l'idiota qui non sono io, ma chi mi tira lance alla caso, in secondo luogo...»
«Zitto» tuonarono Zeus e Atena.
Dioniso si fece piccolo piccolo.
«Portaci dalla tua famiglia» decretò infine Artemide con una freccia incoccata e l'arco teso.
Dioniso annuì senza provare a controbattere e si incamminò verso l'Empire State Building.

~~~

Quando quella mattina si svegliò, Ermes sapeva che qualcosa non andava.
Si sentiva diviso, come se una parte di lui fosse altrove ma proprio molto, molto lontano.
Non si ricordava di essersi moltiplicato, non si ricordava neanche di poterlo fare.
Con la pigrizia incollata alla pelle rotolò giù dal letto con un tonfo attutito dal tappeto bianco.
«Ahia...» si trascinò verso il bagno, sedendosi con la schiena contro il muro che risultava freddo a contatto con la pelle nuda del dio.
«Un altro giorno di vita» mormorò a sé stesso alzandosi «evviva» si stropicciò gli occhi assonnati e andò davanti allo specchio.
I capelli gli si erano attaccati alla fronte sudata e si accorse solo in quel momento di essere completamente bagnato.
«Ma che...» la schiena era bagnata di sudore e così i capelli biondi.
Prima che potesse urlare qualcuno bussò con insistenza alla porta della sua camera.
Il dio andò ad aprire con faccia annoiata, non era pronto ad un'altra giornata di lavoro, era troppo presto.
Non aveva neanche preso il suo caffè mattutino, ancora.
Quando aprì la porta, una mano chiusa a pugno lo colpì in testa due volte, producendo uno strano "toc toc" come se la testa del dio fosse una noce di cocco.
«Cos'ho fatto di male, oggi?» chiede senza aspettarsi una risposta mentre si massaggia a la fronte che era stata colpita.
Davanti a lui c'era un dio del sole particolarmente arrabbiato, con dei bigodini nei capelli e una maschera di bellezza color oro in viso.
Sembrava avere un'aria tranquilla ma stava brillando.
«Ciao Apol...» non riuscì a finire la frase che Apollo gli stava urlando contro.
«Scommetto che è un tuo scherzo! È tutta colpa tua vero? Devo dire che questa volta è architettato bene, ma perché? Ti divertiva così tanto l'idea? Davvero?»
Ermes nel frattempo si era divertito a scattare foto nascoste al dio, così da poterle pubblicare indisturbato.
«Mi stai ascoltando, almeno?» gridò il dio del sole.
«Sì. Ma sei noioso quando parli, e poi quando mi ricapiterà di avere davanti un Apollo con bigodini e maschera di bellezza?» scattò un'altra foto con tanto di flash.
«Ogni sera e mattina. Ora ascoltami, devi sistemare il disastro che c'è di là! Sono tutti incazzati» girò i tacchi e se ne andò.
Ermes si grattò la testa confuso «Che scherzo è che avevo fatto?» chiese a sé stesso, ma non ricevette risposta, stranamente.
Era a torso nudo e indossava solo un paio di pantaloncini, ma di diresse comunque verso la sala dei troni, la stanza principale di tutto l'Olimpo.
Man mano che si avvicinava sentiva sempre più urla e rumori vari.
Chiunque altro si sarebbe preoccupato, ma non lui.
Lui sorrise e affrettò il passo per vedere chi era stata la vittima del suo ultimo scherzo.
E già che c'era voleva vedere qual'era stato il suo ultimo scherzo, la memoria non è mai stata tra le sue virtù.
Entrato nella stanza, la sua espressione cambiò da curiosa e spensierata a spaventata a morte.

~~~

OK NON DOVEVANO VENIRE COSÌ LUNGHE LE INTRODUZIONI
DOVEVANO ESSERE UNA COSA DA NIENTE
COMUNQUE IL MOTIVO PER CUI L'HO FATTO È CHE HO DUE IDEE IN TESTA E NON SO COSA FARE PER PRIMA
SCEGLIETE UNO DEI DUE "RACCONTI" E DITEMI QUALE DOVREI SVILUPPARE PER PRIMO PER RENDERLO UNO HUMOR

GRAZIE DELL'ATTENZIONE
SIETE LIBERI DI ANDARE

SMAMMATE









EVAPORATE










ANDATEVENEEEE







IL CAPITOLO È FINITO










Ok già che ci siete vi illustro il vincitore o la vincitrice dell'arena...






























































































































































































































UN GRANDISSIMO APPLAUSO AAAAAAAAA






























ESTIAAAAA

SIAMO SINCERI
LEI HA VINTO ANCHE PRIMA DI PARTECIPARE
È FANTASTICA

Ok ciao
E ricordatevi di votare l'idea che preferite

Disagi dell'OlimpoWhere stories live. Discover now