Prefazione

66 4 12
                                    

Alberich urlò, non appena gli fu riferito che metà di Khaenri'ah era stata distrutta dalla prima alchimista del regno e precettrice reale, Rhinedottir, con l'aiuto dei medesimi automi sui quali egli stesso aveva riposto le proprie mani, in modo tale da poter usufruire del loro potere al solo fine di protezione del regno qualora le forze militari non riuscirebbero ad arrivare da sole. Si precipitò immediatamente nella stessa stanza dove, ormai da diversi decenni, era locata la propria divisa militare che, in tutto il suo regnato, era stato capace d'utilizzare solamente una volta, ma non per scopi bellici. Indossarla per una guerra imminente gli fece un certo effetto, dato ch'il proprio regno era principalmente basato sul principio di evitare una guerra il più possibile ed essere, di conseguenza, in grado di giungere ad una conclusione servendosi della diplomazia qualora fosse possibile.

- Halfdan, raduna tutto l'esercito e portalo immediatamente davanti al portone principale del palazzo, lì decideremo di comune accordo cosa fare, anche se, data la situazione, ricorrere alla diplomazia è la scelta più sbagliata. Ti sono giunte ulteriori notizie sui vari nemici o sono sempre gli stessi? - Alberich era concentrato sul da farsi e, in qualche modo, anche per poter evitare le conseguenze più estreme possibili nella situazione creatasi.
- Mio signore, sono presenti i Divini Sette e.. non solo, mi duole riferirvi. -

Ogni secondo che passava comportava ad una parte del proprio regno distrutta e, solo al pensiero di vedere tutto ciò che con fatica e dedizione distrutto per un motivo ancora sconosciuto al re, fece destabilizzare quest'ultimo, ma tentò in tutti i modi di non farsi sopraffare dalle tensioni e s'avvicinò a tutti i militari rimanenti ed Halfdan, per decidere sul da farsi.

- Come ben sapete, il regno è sotto un attacco inaspettato ed il nemico, ahimè, non è di un calibro infimo, bensì è ben più grande di tutti i nemici incontrati nella storia del regno, compreso l'esercito di mio fratello affrontato su Celestia. Dalle notizie riferitomi da Halfdan, oltre a Rhinedottir e i Ruin Golem, il nostro nemico comprende i Divini Sette con i corrispettivi eserciti, compreso l'esercito di Snezhnaya. Altre notizie giuntomi sono quelle dei danni riportati al regno, rendendo quest'ultimo benchè meno una landa distrutta completamente, dove gli ultimi due edifici rimasti in piedi rimangono solo il palazzo reale e l'annesso quartier generale dell'esercito. Come si sono svolti i fatti, intraprendere la strada della diplomazia non so fino a che punto risulterebbe corretta, in quanto tutto ciò ch'il nemico desidera è conquistare il regno. - esordì Alberich, terminando di sistemare le armi che, di consueto, venivano poste sulla cintura e i guanti rigorosamente bianchi con venature blue navy, il colore che meglio rappresentava il regno e la dinastia.

Il re prese un respiro profondo e, dopo qualche secondo, aprì le porte del palazzo reale, vedendo con i propri occhi gli otto automi, i Divini Sette e tutto ciò alle spalle del nemico, ovvero il proprio regno distrutto e, con scarsi risultati, notò come gli ultimi abitanti tentavano di difendere ciò che rimaneva del proprio regno tanto amato. Tale visione distruggeva Alberich, ma quest'ultimo non si diede per vinto, tanto che fece in modo tale da aprire completamente le porte del Palazzo Reale ed avanzò, fino a bloccarsi al centro, tra il proprio Palazzo ed i nemici, che incominciò a guardare un per uno, non prestando particolare attenzione, tranne a due figure, una maschile ed una femminile, la quale gli avvicinò ed iniziò a 'squadrarlo', dall'alto in basso.

Rosalyne, una donna dal carisma elevato e capace di sfruttare ogni cosa le si palesa davanti a proprio favore, anche se quest'ultimo significa mettere in una posizione sfavorevole una seconda persona; non era solita pensare più di una volta sulle conseguenze delle proprie azioni, specie s'era possibile ottenere un tornaconto, anche abbastanza cospicuo e dal quale poteva beneficiarne. Ella si presentò come una donna di media statura, con lunghi capelli biondi raccolti in uno chignon, ma che lasciava qualche ciocca al di fuori di esso. Sul viso portava una maschera che copriva il suo occhio destro ma che lasciava l'occhio sinistro libero, molto simile al ghiaccio e capace, in ogni modo, di stregare chiunque le capitasse a tiro e che, soprattutto, non destava particolare piacere nei suoi confronti. L'abito che la donna indossava rivelava le lunghe gambe e parte del petto, sebbene quest'ultimo fosse sorretto da un reggipetto collegato ad una collana di colore nero, ed si presentava con un colore bianco che quasi andava ad accentuare il colore degli occhi e dei capelli che la donna possedeva e le uniche cose nettamente differenti per quanto riguarda il colore erano di sicuro le scarpe, di un colore nero lucido, ed il lungo cappotto di colore bordeaux all'interno e nero all'esterno. Era di sicuro una donna capace di ottenere la maggior parte di ciò che domandava e non badava assolutamente ai mezzi utilizzati per raggiungere il fine desiderato.

Khaenri'ahn StarsWhere stories live. Discover now