Antuan

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La prima cosa che feci non appena sveglio la mattina dopo fu controllare il registro delle chiamate. Carla Cornelia Ciop era ancora lì. Mi diedi una raffica di schiaffetti davanti lo specchio e ricontrollai. Carla.Cornelia.Ciop.era.ancora.lì. Non l'avevo sognato.

Feci colazione col solito toast alla marmellata di ciliegie e presi un caffè al bar davanti casa, salutando felicemente chiunque incontrassi per la prima volta dopo aver messo piede nel quartiere. Una semplice chiamata da parte della mia ex aveva davvero il potere di stravolgermi l'umore in quel modo? Ero spaventato dall'influenza che quella ragazza avesse su di me, ma al contempo non riuscivo a placare i pensieri che avanzano irruentemente come un fiume in piena. Aveva deciso di chiudere definitivamente le cose da inizio settembre, era possibile che si fosse già resa conto di non poter vivere senza di me? Le informazioni sul mondo universitario non erano altro che un pretesto, giusto? I nuovi ragazzi che frequentava non avevano retto il paragone?

Arrivai in università pima del previsto, sospinto da un ottimismo che non mi apparteneva da un po'. Quel giorno sarebbe stato memorabile. Avrei finalmente rivisto Antuan, un ragazzo albanese di Bergamo, esperto di relazioni e mondo femminile. Parlare con quell'uomo era una vera e propria esperienza mistica, riusciva sempre ad analizzare le situazioni da una prospettiva completamente diversa.

Alto, curato e con la parlantina facile, Antuan non aveva mai avuto il benché minimo problema con le ragazze. A guardarlo nel suo giubbottino Nasa, con i capelli ricci e gli occhi di un castano penetrante, non era difficile capire il perché. Era la prima volta che avevo modo di interfacciarmi con lui dai tempi del COVID. Non ci vedevamo da quasi due anni, ma non appena aprì bocca sembrai come teletrasportato nel passato. La sua sicurezza era impressionante. "Quest'uomo dubita mai di se stesso?" pensai mentre gli stringevo la mano e subivo il fascino mascolino del suo charme.

"Bro, che piacere rivederti! Direi che questa pandemia ti ha fatto bene, stai andando in palestra eh?" mi incalzò con voce profonda.

"ANTUAN! Sempre bellissimo bro! Sì, mi sto allenando, magari prima o poi raggiungo il tuo successo con le donne", gli dissi sorridendogli sinceramente.

Prendemmo un caffè al distributore del Politecnico e poi, dopo essersi reso conto che mi trovassi ancora perfettamente a mio agio in sua compagnia, Antuan chiese:" Allora, per quale ragazza stai chiedendo la mia consulenza questa volta?"

" Beh... si tratta della mia ex", risposi, in leggero imbarazzo

"EX?!", Antuan urlò così forte da far girare mezza aula studio, poi riprese perentoriamente:" vedi Ma, se una ragazza è una tua ex, solitamente lo è per un motivo"

"Sì, lo so, ma è che...", non ebbi il tempo di continuare che mi incalzò nuovamente:" Almeno dimmi che sei stato tu a lasciarla e vuoi riconquistarla".

"Ehm...", tentennai, poi ripresi:" in realtà è stata lei a lasciarmi, ora ti racconto per bene"

"Bro, qui non c'è proprio nulla da raccontare. Se una tipa ti lascia, devi lasciarla andare e far sì che si penta col tempo"

"Per riconquistarla?", dissi con una punta di speranza nella voce

"NO!", l'aula studio tornò a guardarci con occhi infuriati.

"No", riprese con voce più bassa:" No, per mostrarle ciò a cui ha rinunciato e vivere con la soddisfazione di aver vinto la rottura"

Come se sapesse già quello che stavo per dirgli, continuò con fare appassionato:"Sì bro, perché dopo una rottura ci sono sempre un vincente ed un perdente e, credimi, tu non vuoi essere il perdente"

"Credo di esserlo già, Antu, ma forse ho ancora qualche speranza di farla reinnamorare di me"

"Ancora?! Devi dimenticare questa ragazza bro, ora sei tornato a Milano, guardati intorno! Dio santo, guarda quella riccia seduta al tavolo vicino le poltroncine... ma è assurda! Dopo dobbiamo trovare un modo per andare a conoscerla"

Leggermente abbattuto, ricordai che avevo ancora un asso nella manica da sfoderare e decisi di calarlo per convincere il mio amico di vecchia data della validità della mia tesi.

"Antu, ieri sera, dopo cena, Anastasia mi ha chiamato. Lei sarà sempre un po' mia, me lo aveva promesso il giorno in cui ci siamo lasciati"

"Ah sì? E di cosa avete parlato?"

"Beh... voleva dei consigli sul mondo universitario. Sta per iniziare il primo anno e voleva dei consigli da una persona fidata, oltre che qualche aiuto sulla fase finale dell'immatricolazione"

"Bro, ma non ti rendi conto che questa ragazza vuole tenerti buono per continuare ad usarti a suo piacimento? Lo fa il 93percento delle ragazze italiane"

"Bro, ma da dove hai tirato fuori la percentuale?" gli dissi, ridendo come uno scemo

"Dati ISTAT bro, dati ISTAT", replicò con fare teatrale.

Antuan è davvero una di quelle persone a cui non si può non voler bene, anche quando ti spiattella in faccia verità che preferiresti non sentire. Per un nanosecondo mi sentii davvero un idiota. Aveva ragione lui? La mia ex voleva mantenere un bel rapporto con me solo per usarmi a suo piacimento nel momento del bisogno? Avevamo avuto una storia molto bella, da film, era possibile che fosse finita così? Per un attimo mi chiesi se una storia che termina in questo modo sia mai iniziata davvero. Se avesse provato dei sentimenti autentici, si sarebbe permessa di manipolarmi dopo la rottura per far leva sull'immenso amore che nutrivo ancora nei suoi confronti?

Domande su domande a cui non avevo una risposta, e a cui ero stanco di pensare, nonostante non riuscissi a focalizzare l'attenzione su altro. Nutrivo un desiderio spasmodico di mettere in pausa la cacofonia che si riproduceva all'infinito nel mio cervello. Bea era partita a fine agosto per la Francia, proprio come Agostino. Non avrei potuto contare sulle mie uniche due certezze a Milano almeno fino a gennaio. Antuan era un consulente amoroso eccezionale, ma non sarebbe mai uscito in una città diversa da Bergamo per me nel fine settimana, aveva un giro di tipe troppo vasto e importante. Non avevo neanche una macchina nella city, non sarei stato in grado di raggiungerlo. Mi sentii dannatamente solo, ma almeno quel giorno avrei pranzato in compagnia. Era il due ottobre e un evento del genere non era ancora capitato, nonostante fossi tornato al Nord da metà settembre. Ero sicuro che le cose sarebbero cambiate presto.

Mi sbagliavo.

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⏰ Last updated: Aug 23, 2022 ⏰

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