E Harry corruccia la fronte perché se c'è una cosa che il suo Louis non sa fare è stare in cucina «Dannazione, sarà un disastro allora» risponde ridendo stringendosi il ponte del naso.

Fa ridere anche Louis che è intento a leggere il menù del dolce «Non sottovalutarmi Styles» risponde.

«Hai intenzione di spalmarmi del cioccolato fuso addosso o leccare della panna montata dal mio culo?» continua ridendo.

«E non provocarmi, sai che sono serio su queste cose» conclude appoggiando i gomiti sul tavolo.

Guarda Harry, che deglutisce. Ingoia la saliva che ha in bocca perché quello sguardo lo conosce benissimo. Gli sta dicendo di abbassare le ali. Di non scherzare con lui. Gli sta sussurrando con gli occhi che non ha la minima idea di quello che ha nella testa e che non può nemmeno immaginarlo.

«Sai cosa potresti fare?» gli chiede invece portando una gamba tra quelle di Harry, che è seduto esattamente di fronte a lui «Ora vai in bagno e, senza farti sentire da nessuno-» allunga la gamba premendo la suola della scarpa contro il cavallo dei pantaloni del riccio, che deglutisce imbarazzato e ringrazia la lunghezza della tovaglia «ti sfili le mutande — Harry ansima — e me le porti qui» conclude spingendolo indietro.

«Se ne accorgeranno tutti...» ansima tentando di controllare il respiro.

«Questo dipende da te, vai» risponde con un luccichio malizioso negli occhi.

Harry esita, ma si alza cercando di coprire il cavallo con la giacca lunga e si dirige traballante verso il bagno.

Ci mette più di cinque minuti, Louis quasi immagina che sia caduto nello scarico del water o che si sia perso nei meandri dei corridoi del ristorante. Ma quando riemerge dall'angolo è ancora più paonazzo di quando si era alzato.

Ha un pugno stretto contro il fianco dal quale si intravede della stoffa azzurra.

Si risiede e guarda Louis come pregandolo di mettere la mano sotto al tavolo.

Ma non lo fa. La adagia a palmo alzato accanto al piatto.

Harry fa cenno di "no" con la testa.

Louis fa invece cenno di "sì".

E Harry non può disubbidire a Louis. Sconfitto sospira e guardandosi intorno passa più veloce che può le mutande al maggiore, che le nasconde nel pugno.

Se le porta in grembo e le osserva, notando con gioia che non si tratta di boxer. È un perizoma. Fantastico.

«Belle» commenta alzando le sopracciglia e notando come Harry sia in imbarazzo.

E Louis si azzarda a fare una cosa. Una cosa che Harry non gli perdonerà mai perché ora è definitivamente e irremovibilmente eccitato.

Si porta il pugno sotto il naso, e inspira.

Annusa Harry e poi infila il perizoma nel taschino interno della giacca.

Louis sorride. Fiero nella condizione di non ritorno a cui ha condotto Harry.

«Possiamo andarcene?» domanda Harry con il fiato che gli è rimasto nei polmoni.

«Chiamo il cameriere» concorda Louis alzando il braccio e richiedendo il conto. Il dolce lo mangeranno un'altra volta.

Harry paga la cena e sgattaiola fuori dal locale affollato il prima possibile, con Louis dietro di se.

Salgono nella macchina del maggiore e Harry rilascia un sospiro di sollievo quando si siede sul sedile del passeggero e non deve più nascondersi da nessuno.

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