Settembre

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Non mi è mai piaciuto contare gli anni in base al calendario. 

Da buon amante del calcio quale sono, ho sempre parlato di stagioni piuttosto, riferendomi ad un periodo di tempo che va da settembre a settembre, non da gennaio a gennaio. 

Capodanno per me è il 31 agosto, l'ultimo giorno prima del mio secondo mese preferito in assoluto: settembre. 

Sarà perché ci sono nato, ma settembre esercita un fascino privilegiato su di me, con i suoi mille inizi, il desiderio di spiccare in più ambiti, la pianificazione, l'idea. Settembre è un mese d'aria, in cui di concreto c'è ben poco, ma in cui al contempo risiede tutto ciò che prepara all'azione. È il mese dell'avvio del campionato di serie A, del mondo accademico e dei miei nuovi obiettivi.

Ecco, adesso ripensare agli obiettivi che avessi a settembre 2021 mi suscita un profondo rammarico, seguito da un nodo allo stomaco. Quel ragazzo non può essere lo stesso ragazzo che sta scrivendo questo racconto, è semplicemente troppo diverso. O meglio, una parte di me tende a credere che quel ragazzo fosse effettivamente tale, mentre la persona che sta narrando ora merita di essere definita uomo.

La mia stagione 2021-2022 inizia com'era terminata la precedente: col pensiero ossessivo dell'unica donna oltre mia madre che abbia mai amato davvero. Un pensiero che mi tormentava in una casetta da ristrutturare, senza acqua calda e Wi-Fi, nel quartiere di Affori, Milano. Ricordo di essere finito lì per pura casualità: mamma aveva trovato un monolocale nel complesso residenziale di Bovisa, ma sarebbe stato disponibile solamente a partire da metà ottobre e mi restava poco da fare se non arrangiarmi presso l'immobile di un amico della mia futura proprietaria di casa. Quello di Affori, appunto.

Il signor Dusi, o meglio Renato come mi ha intimato di chiamarlo sin dal primo momento, si è mostrato da subito molto disponibile, rivelandosi un vero e proprio personaggio. Simpatico, con la parlantina facile, amante delle belle donne, professore liceale. Per un nanosecondo, il giorno che lo conobbi, mi sembrò quasi di interfacciarmi con un Marco Mazzone invecchiato di una cinquantina d'anni. La sua umile dimora non sembrava granché, ma col senno di poi non c'è giorno in cui non abbia rimpianto di averla lasciata. Vicina all'Esselunga di Affori, dotata di stanze ampie e fonte di indipendenza, è probabilmente il luogo fisico che ho sentito più vicino ad una casa nel corso dell'anno solare 2021.

La seconda metà di settembre volò via con immensa velocità.

Dopo neanche una settimana, presi la buona abitudine di recarmi in università a piedi, cucinare cibo nutriente e iscrivermi in palestra, dove mi allenavo dopo le lezioni.

Trascorrevo le sere dell'infrasettimanale a scrollare su Tinder come un malato, per poi restare a casa da solo il sabato a guardare Netflix, con l'ottima pizzeria a taglio del quartiere oppure il McDonald's da Glovo come unici amici. In settimana sembrava praticamente impossibile pranzare insieme a qualcuno. Sfera Ebbasta non mi abbandonava mai, lo riproducevo ad un ritmo imbarazzante, mentre osservavo gli altri studenti che ingurgitavano le pietanze poco appetitose della mensa nell'edificio B12.

La palestra era l'unico rifugio da una vita di solitudine, eppure non ero triste. Avevo l'energia e l'entusiasmo di un ragazzo che si stava risollevando dalla sua prima, vera, delusione d'amore. Stavo pian piano prendendo il volo verso un'esistenza diversa, finché una sera di pioggia del primo giorno d'ottobre non ricevetti la sua chiamata. 

Andare AvantiWhere stories live. Discover now