capitolo 1: appena arrivata.

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Sono appena arrivata nella nuova casa. è abbastanza grande per me.  Non so come sarà la mia vita qui, una nuova vita.

Sono lontana da tutto e da tutti. Gli unici amici che ero riuscita a farmi non si interessano nemmeno più di tanto alla mia vita e a me in generale. Chissà se adesso troverò qualcuno, anche solo per bere un caffè ogni tanto, non credo che sarà quella la parte difficile però, più che altro lo sarà trovare delle persone che non scappino subito, o appena scoprono quanto sei complicato.

Immersa nei miei pensieri non mi accorgo di essere rimasta a squadrare la cucina e a fissarla. 

Allora poso le valigie dove capita, e inizio a guardare la casa.

è carina...  

C'è alla mia destra la cucina, che ha il bancone e diversi mobili, poi un'isola con tre sgabelli davanti.

Sul muro sempre di sinistra ci sono diversi quadri, è un po spoglio.

Le mura sono bianche. Davanti a me c'è la scalinata per il piano di sopra, a destra c'è un divanetto con una TV.

C'è un tappeto in mezzo alla sala, e uno per pulirsi in piedi quando si entra.

Lascio le valigie dietro il divano, e vado al piano superiore.

La prima porta a sinistra è la mia camera, c'è una scrivania a sinistra, a destra un letto, davanti un grande armadio bianco con uno specchio su una delle ante.

Ho deciso che personalizzerò la casa, soprattutto la mia camera, da domani.

Esco e guardo ancora il corridoio, a destra vedo una porta.

La apro, è quella per il bagno.

Più avanti per il corridoio c'è una stanza che non so come usare con letto e scrivania, credo la userò per gli ospiti che non avrò, e poi uno stanzino inquietante.

Vado a prendere dei vestiti e mi faccio una doccia, ovviamente il viaggio è stato stancante.

Dopo, mentre la faccio, mi rendo conto che non ho cibo.

Ah e va bene, cercherò su internet un posto vicino casa e ci andrò, voglio vedere la città.


Dopo una bella doccia rilassante mi sono messa dei jeans blu scuro, una maglia a maniche lunghe nera, e le scarpe che mi fanno sembrare più alta nere.

Ho portato dei trucchi, seh seh come no.

Beh in realtà si, e ho messo del di mascara, un rossetto scuro e ho cercato di coprire le occhiaie, 

Non male

Dopo essermi pettinata i capelli, ho un caschetto corto, capelli neri, scendo.


La città è sempre tenebrosa, molto bella, e piove spesso.

Fa abbastanza freddo.

Il telefono mi dice di un bar alla fine della strada.

Ah, è un pub. Carino.

Ci entro, mi siedo a un tavolo guardandomi intorno.

Molto accogliente, all'entrata puoi vedere diversi tavoli, con sedie molto comode.

A sinistra un bancone.

Prendo il menù e scelgo un panino con carne e bacon.

Quando arriva lo divoro.

Poi mentre esco fisso androidi che aiutano umani, che vengono sfruttati.

Mi arrabbio automaticamente.

Questa è schiavitù.

Sono sicura che gli androidi possano provare emozioni e pensare.

Ma non tutti la pensano proprio così.

Vedo anche dei senzatetto, ma non mi importa.

Siamo stati noi umani a creare gli androidi e dovevamo aspettarci che se crei una forma di vita intelligente essa voglia essere libera.

Non sono mica loro ad aver scelto di sostituirci, li abbiamo creati noi, è colpa nostra.

Oh, mi stanno chiamando.

è una mia amica.

Non vorrei rispondere ma...

Eh va bene. Rispondo.

jade: Ehi, ciao...

Marie: Ciao! Tutto bene?

jade: Si, si, ho appena cenato in un pub, la casa è carina e domani inizio a lavorare.

marie: Ok... e a che ora vai?

jade: che ne so! Credo tipo alle 8... tu?

marie: Io sto bene. Piuttosto, hai conosciuto qualche bel ragazzo o ragazza?

jade: Sono qui da poche ore e per te dovrei essere già innamorata? E domani fidanzata. La settimana prossima sposata!

marie: ah ah ah!

jade: ora devo andare, a dopo

marie: ok... ciao.


Non mi va proprio di parlare con delle persone oggi. 

Beh in realtà non ho mai voluto farlo.

Torno a casa, smanetto un pò su instagram, e mi addormento.



Fiori Di Ibisco- Detroit: Become HumanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora