𝗢𝗧𝗧𝗢: 𝗙𝗔𝗟𝗟𝗜𝗡' 𝗜𝗡 𝗟𝗢𝗩𝗘

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"Ho baciato Michele!"
Quante volte l'aveva ripetuto Maïte in quei giorni? Tante. Malediva costantemente Albe nella propria testa per non aver tenuto la bocca chiusa con Luca e Nunzio, i quali avevano cominciato subito a fare domande.
Poi, Maïte, per evitare che le ragazze lo venissero a sapere da altri, lo disse immediatamente a Carola, Serena e Sissi.
«E com'è stato?» chiese Carola con aria sognate, prendendole la mano.
«Piaciuto?» intervenne Serena facendo il solletico a Maïte sulla pancia.
«Dai, ma sì. . . - ridacchiò lei ripensando a Michele che la baciava dopo averla sentita suonare e cantare solo per lui. - Solo che non ho capito che cosa siamo.» confessò la ragazza spagnola portandosi le ginocchia al mento.
«Be', - disse Sissi arricciando le labbra e picchettando sulla fronte della ragazza le dita. - se vi siete baciati, tu gli piaci, lui ti piace. . . Forse sì?»
«Però dovresti parlarne con lui. . .
In fondo questa cosa riguarda voi due.»
Maïte annuì alla proposta di Serena.
Uscì dalla camera e andò alla ricerca di Michele che, in quel momento, sembrava svanito nel nulla.
«Se cerchi Michele, è andato in sala prove. Dovrebbe finire alle cinque e mezza.»
Maïte balzò dallo spavento: Luigi era comparso alle sue spalle. Aveva un sorriso bieco e assonnato: le occhiaie erano sempre più marcate e scure.
«Luis, tutto bene?»
«Non dormo molto bene da qualche giorno. . . - rispose lui grattandosi la nuca. - Comunque Michele penso voglia vederti subito. Ti consiglio di andare da lui.» concluse facendo l'occhiolino.
La ragazza ringraziò e si diresse verso le salette prova di danza.
Michele uscì qualche minuto dopo, completamente sudato e affaticato. Aveva i capelli appiccicati alla fronte: dei suoi boccoli mori restava ben poco.
«Ciao. . .» esordì Maïte alzando la mano.
Davanti a lui, in quel momento, si sentiva minuta e indifesa.
«Ehi, - ricambiò lui chinandosi su di lei per baciarle la guancia. - mi fa piacere che tu sia venuta a prendermi.»
«Sì?»
«Certo. - rispose lui alzandole il mento. - Sono felice di vederti. . . Dopo l'altra sera non abbiamo più avuto occasione di parlare.»
Maïte ripensò a quanto le era piaciuto quel bacio, a quanto le piacevano Michele e la compagnia del ragazzo.
Non resistette e lo baciò di nuovo: stavolta fu lui a rimanere di stucco.
Non le importava se le mani le si bagnavano di sudore. Più le sue labbra restavano incollate a quelle del ballerino, e più Maïte lo desiderava.
Desiderava tutto di lui.
«Tu mi piaci davvero tanto, Michele.» disse infine lei.
Il cuore di Michele fece un tuffo: si sentiva leggero. E sentiva in pancia quelle benedette farfalle che svolazzavano e non lo lasciavano andare.
«Anche tu, Maïte. - disse lui sorridendo. - Mi sei piaciuta fin da subito. Resisterti non è stato facile.»
Le guance di Maïte si tinsero di rosso dall'imbarazzo: che cosa doveva dire per non rovinare il momento e risultare patetica? Nulla: restare il silenzio.
«Andiamo a casa?» domandò lei afferrandogli la mano.
«Certo.»

Vedere i due tornare insieme mano nella mano, fece scaldare il cuore agli inquilini. Un po' tutti avevano preso in simpatia la coppia ancora prima che essa si formasse.
«Tutto bene direi. . .» disse Alex mentre lui e Maïte erano ai fornelli.
«Uh, sì. . .»
«Ora allora fate coppia fissa. - sentenziò Alex girandosi per guardare Michele apparecchiare la tavola con Luigi. - Ce ne avete messo di tempo. Ma siamo qua e ce l'abbiamo fatta.»
«Mi aiuteresti a prendere la padella?» chiese la cantante indicando al collega l'oggetto che le serviva per fare il fritto misto.
«Aspetta, - disse Alex. Il cantante la lasciò sola per andare da Michele. Gli sussurrò una cosa all'orecchio e il ballerino annuì. - arrivano i rinforzi.» aggiunse poi tornando con Michele.
«Dov'è la padella?» chiese Michele appoggiando le mani sui fianchi di Maïte.
«Lassù!» rispose lei.
Michele sollevò la ragazza come avrebbe fatto con una qualsiasi ballerina, permettendole di raggiungere il ripiano.
«Ecco qua la padella!» esclamò Alex battendo le mani come un bambino.
«Gracias.» disse poi Maïte baciando la guancia di Michele, che arrossì.
«Dai, ragazzi, non pomiciate. . . - brontolò Albe entrando in cucina. - Sono terribilmente affamato. . .! Dai, dai, che tanto lo sappiamo che siete dei grandi.»
Serena, dietro Albe, sgranò gli occhi. Maïte poi la intravide mordersi l'interno della guancia, probabilmente per evitare di sgridare il proprio fidanzato.
«Dopo mi canti una canzone?» le domandò Michele circondandole le spalle con il braccio.
«Tutte quelle che vuoi. . .»
«Che ne dici di una super romantica?»
Maïte rimase senza parole: abbassò lo sguardo e sorrise sotto i baffi, così felice che con Michele le cose stessero andando bene.

La neo coppia, finita la cena, si diresse, schivando occhi indiscreti, in camera di Maïte, dove la ragazza teneva la sua chitarra acustica.
Si sedettero sul letto e si guardarono qualche secondo prima di abbandonarsi a un dolce bacio tanto atteso.
«Allora, signorina. . . - disse Michele tracciando i lineamenti del viso della ragazza con l'indice. - Che cosa mi suona stasera?»
«Non so. . . - ammise Maïte facendo le spallucce. - Mi hai spaz- come si dice? Spa- Spiat. . .»
«Spiazzata?»
«Già! Mi hai spiazzata!»
Michele sorrise: comparvero le due fossette ai lati della bocca, che la cantante spagnola trovava irresistibili.
«Facciamo così, allora: - propose lui afferrandole la mano e stringendola forte. - mi suoneresti una canzone della tua infanzia?»
Maïte scosse la testa: e come poteva dire a Michele che quando era piccola le uniche cose che venivano suonate in casa sua erano le pentole e gli elastici? Che prima che i suoi genitori componessero qualcosa di orecchiabile, attese la sua adolescenza.
«No, meglio di no. . .»
Michele capì all'istante che c'era qualcosa che non andava e non insistette. Posò le mani sul viso della ragazza, accarezzando le sue gote con i pollici. Le diede un bacio sulla punta del naso.
«Sei così bella, Maïte. . .» sussurrò il ballerino.
«No. No, non è vero. . .»
«Ah, no? - ribatté Michele. - E questo bel sorriso dove lo mettiamo, eh?»
Maïte stava per domandargli quale, che si ritrovò sotto il corpo di Michele mentre il ragazzo le faceva il solletico.
«Maïte, non voglio più sentirti dire che non sei bella. Che non sei talentuosa. - disse lui sfiorandole il naso con il proprio. - Tu, Maïte, sei meravigliosa.»
Maïte diventò rossa come un pomodoro, non abituata ai complimenti. Per lo meno non quelli riguardanti la sua persona.
«Ti suono "There's Nothing Holdin' Me Back".»
«Sicura? - chiese lui aiutandola a rialzarsi. - Guarda che se non te la senti, possiamo anche non farlo.»
«No, no. Va tutto bene.»
«Maïte, - disse lui. - se ci fosse qualcosa che non va me lo diresti?»
«Claro. - rispose lei tenendo il mento del ragazzo tra le dita. - Ma è tutto apposto. Vuoi sentire la canzone, oppure no?»
«D'accordo.»

Dopo che Michele ebbe lasciato la stanza di Maïte, la ragazza ricevette la visita di Sissi.
«Allora, signora Esposito?» disse lei accompagnata dalla sua risata contagiosa.
«Va tutto bene. - disse Maïte mentre si metteva in pigiama. - Troppo bene, forse. . .»
«E che cosa ci sarebbe di male, scusa? - chiese Sissi. - Siete agli inizi. Va tutto rose e fiori. Avrete il tempo di litigare e di azzuffarvi. . .»
«Sì, ma ho paura. . .»
«No, no, no. - continuò Sissi chiudendo gli occhi e facendo una smorfia. - Tu e Michele vi piacete, non c'è nulla di cui temere.»
«E se poi mi trova noiosa?»
«Be', allora dovrà avere a che fare con una ragazza super pallosa. . .»
Maïte guardò l'espressione di Sissi e poi scoppiò a ridere.
«Io, Sissi. . . - sussurrò Maïte. - Io. . . Non so se mi piace Michele.»
Sissi sgranò gli occhi, troppo incredula. Non riusciva a dire nulla.
«Io mi sono innamorata.»












𝗯𝘂𝗼𝗻𝗮𝘀𝗲𝗿𝗮 ❤︎
𝘀𝗰𝘂𝘀𝗮𝘁𝗲𝗺𝗶 𝘁𝗮𝗻𝘁𝗼 𝗽𝗲𝗿 𝗹𝗮 𝗹𝘂𝗻𝗴𝗵𝗶𝘀𝘀𝗶𝗺𝗮 𝗮𝘁𝘁𝗲𝘀𝗮, 𝗺𝗮 𝘁𝗿𝗮 𝘀𝘁𝘂𝗱𝗶𝗼 𝗲 𝗽𝗼𝗰𝗼 𝘁𝗲𝗺𝗽𝗼 𝗻𝗼𝗻 𝘀𝗼𝗻𝗼 𝗿𝗶𝘂𝘀𝗰𝗶𝘁𝗮 𝗮𝗱 𝗲𝘀𝘀𝗲𝗿𝗲 𝗰𝗼𝘀𝘁𝗮𝗻𝘁𝗲.
𝗴𝗿𝗮𝘇𝗶𝗲 𝗮𝗻𝗰𝗼𝗿𝗮 𝗽𝗲𝗿 𝘀𝗼𝗽𝗽𝗼𝗿𝘁𝗮𝗿𝗲 𝗶 𝗺𝗶𝗲𝗶 𝗿𝗶𝘁𝗮𝗿𝗱𝗶; 𝗻𝗲𝗹𝗹𝗮 𝘀𝗽𝗲𝗿𝗮𝗻𝘇𝗮 𝗱𝗶 𝘁𝗼𝗿𝗻𝗮𝗿𝗲 𝗮𝗱 𝗲𝘀𝘀𝗲𝗿𝗲 𝗽𝗶𝘂̀ 𝗮𝘁𝘁𝗶𝘃𝗮 ❣︎
𝗴𝗶𝗼𝗿𝗴𝗶𝗮

𝗖𝗢𝗠𝗘 𝗨𝗡 𝗔𝗡𝗚𝗘𝗟𝗢 - 𝗠𝗶𝗰𝗵𝗲𝗹𝗲 𝗘𝘀𝗽𝗼𝘀𝗶𝘁𝗼Where stories live. Discover now