𝗧𝗥𝗘: 𝗣𝗥𝗜𝗠𝗔 𝗣𝗨𝗡𝗧𝗔𝗧𝗔

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Il giorno della registrazione, Maïte si svegliò molto prima dell'orario che aveva previsto: durante la puntata se ne sarebbero state ben due eliminazioni e lì, chiunque, poteva rischiare il posto.

Si alzò dal letto e andò in cucina per prepararsi la colazione. Siccome il latte e miele aveva dato lei sollievo, se lo ripropose anche quella mattina: aveva un disperato bisogno che la sua voce fosse, non perfetta, ma almeno in buono stato per le sue possibili esibizioni.
«Buongiorno! - la salutò entusiasta Nunzio. - Già sveglia?»
Maïte sorrise e fece un cenno con la testa per ricambiare il saluto di Nunzio.
Il ragazzo, visibilmente agitato, blaterava frasi in siciliano stretto che la giovane cantante non riusciva a comprendere. Ma lo lasciò fare.
La cucina cominciò ben presto a riempirsi, i ragazzi, pian piano, si stavano svegliando. Nessuno di loro sembrava particolarmente a proprio agio. Qualcuno adddirittura era in preda allo sconforto, come Giò.
L'allievo di Rudy Zerbi infatti era già sicuro di uscire per primo quella sera: si sentiva costantemente indietro rispetto ai suoi colleghi di reparto e non.
«Giò, un po' di latte e miele? - gli propose Maïte prendendo posto affianco a lui. - Ce n'è ancora.»
«Oh, no no, Maïte. - declinò l'offerta lui. - Ho lo stomaco chiuso. Magari berrò del tè più tardi. . .»
Maïte era molto dispiaciuta per Giò. Quando il ragazzo era entrato nella scuola venne fin da subito messo nell'occhio del ciclone. Criticato prima da Rudy e poi da Anna, eliminato dalla Pettinelli dopo pochissime settimane e poi catapultato nella squadra di Zerbi fino al Serale.
«Devi mangiare, altrimenti starai male.» cercò di convincerlo Maïte.
«La nostra spagnolita preferita ha perfettamente ragione. - disse Calma appoggiando una mano sulla spalla a Maïte. - Se non mangi, rischi di non sentirti bene.»
Maïte intravide Michele tra alcuni componenti della sua stessa squadra; percepì un nodo allo stomaco. Non era malessere, bensì una sensazione che andava prima o poi verificata.
«Preferisco mangiare a pranzo. - disse Giò in fretta, balzando dalla sedia. - Ma vi ringrazio per esservi preoccupati.»
«Mangerà?» chiese Maïte guardando Calma dritta negli occhi.
«Lo obbligherò anche con le cattive se necessario.» le sussurrò all'orecchio il ragazzo, abbassandosi di qualche centimetro per arrivare alla sua altezza.
«Maïte, Maïte, - la chiamò Aisha facendole cenno di avvicinarsi. - ricordati di passare da Raffaella.»
Maïte corrugò la fronte e poi annuì.
«Gracias, Aisha. - disse poi dandole un abbraccio forte. - Vado!»
Corse fino in camera, dove mise in disordine l'armadio pee cercare un paio di pantaloni lunghi da sostituire a quelli del pigiama.
Uscì noncurante di avere ancora la canottiera con cui andava a dormire.
«Maïte, dove vai vestita così? Guarda che non c'è la temperatura adeguata per la canottiera.»
La cantante si immobilizzò all'istante: arrossì per l'outfit, ma forse di più per il fatto che a farglielo fosse stato Michele, il quale si era presentato a colazione già cambiato.
Il ballerino inclinò la testa e accennò un sorriso.
«I-Io. . .»
Michele, che non lasciò ella terminare la frase, si tolse la propria felpa e gliela porse senza pensarci due volte.
«Penso che in questo momento serva più a te. - si giustificò Michele. - Appena torni in casetta, me la renderai.»
Maïte si morse l'interno della guancia; poi lo ringraziò, lisciando le pieghe della felpa come se fosse ub costosissimo vestito.

Raffaella aspettava Maïte seduta dietro alla sua solita scrivania. In mano teneva una cartellina che doveva assolutamente far vedere alla cantante.
La vocal coach non era sicura delle reazioni che avrebbe potuto suscitare in Maïte: ciò che le doveva dire non sarebbe stato così semplice da spiegare.
«Buongiorno!» esordì Maïte entrando nella saletta.
«Buongiorno, Maïte. - ricambiò Raffaella. - Prego, accomodati pure.»
L'entusiasmo della ragazza svanì non appena i suoi occhi intercettarono qualche frase stampata sul foglio.
«Che cosa significa? - domandò senza prima aver ascoltato quello che Raffaella aveva da dirle. - Non posso cantare stasera?»
«No, Maïte, ascolta, - disse dolcemente la vocal coach. - canterai stasera. Ma non i pezzi che ti sono stati assegnati a inizio settimana. Ne ho già parlato con Lorella.»
«¿Por qué
«Ho dato nuovamente un'occhiata alle prove: la professoressa Cuccarini ed io non vorremmo che ti sforzassi troppo.»
Maïte annuì, mantenendo il rigoroso silenzio. Si sentiva così sbagliata in quel momento: come poteva una cantante avere problemi di voce? E se quello fosse stato il primo ostacolo di un lungo e buio periodo?
«Va bene. . . - disse a malincuore l'interprete. - Ci vediamo prossima settimana. - la salutò. - Spero. . .» aggiunse a bassa voce per non farsi sentire.
Raffaella sorrise e le augurò buona fortuna per la registrazione.

𝗖𝗢𝗠𝗘 𝗨𝗡 𝗔𝗡𝗚𝗘𝗟𝗢 - 𝗠𝗶𝗰𝗵𝗲𝗹𝗲 𝗘𝘀𝗽𝗼𝘀𝗶𝘁𝗼Where stories live. Discover now