XV

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Le feste di Natale vanno benissimo: Louis gli regala il cappotto di cui gli aveva parlato, lungo, caldo e confortevole, di uno splendido vaniglia chiaro con cuciture marroni e bottoni di corno. È anche contentissimo dei regali di Harry: "Ti avevo detto", spiega con la testa sulle sue ginocchia, steso sul tappeto (ha scoperto che Louis e Fuliggine adorano stare lì, soprattutto quando il sole arriva dalla portafinestra e batte in terra) mentre il suo gatto sta steso contro il suo stomaco, miagolando "Che volevo un solo regalo."

(Harry gli aveva fatto una torta e riempito il viso di baci e poi anche tutte le spalle, stregato sempre un po' di più da come le candele si riflettevano nei suoi occhi azzurrissimi.)

"E io te ne ho fatti due. Di cui uno per cui non ho speso nulla, perché é un buono in cartoncino che ho scritto da solo per prometterti un weekend lungo fuori. E l'altro é una cosa da fare insieme."

"Posso incorniciare il tuo buono?"

"No, devi riscattarlo."

"Ma ci hai fatto dei disegni adorabili. E ci sono anche dei glitter rossi e verdi."

"Perché è un regalo di Natale. Ma devi conservarlo, piccolo, intesi?"

"Va bene", Louis fa un piccolo sorriso, divertito "In più, non vedo l'ora di andare a vedere Moulin Rouge con te. È uno dei miei musical preferiti."

"Dopo Grease."

"Perché tu mi conosci così bene", canticchia, prima di farlo chinare appositamente per baciarlo, i biglietti ancora tenuti con cura tra le dita. "Voglio davvero incorniciare quel buono", dice nella sua bocca, ed Harry fa una risatina.

"No."

"Per favore? Una volta usato."

"Puoi conservarlo in un album."

"Bene."

(Tutti i regali erano stati apprezzati, anche se ovviamente non l'aveva davvero messo sotto il piccolo albero, rigorosamente non di plastica, che avevano comprato. Sarebbe stato squallido, anche divertente, ma soprattutto squallido. Davvero.

"Harry", aveva sentito dalla camera da letto, debole, e aveva sorriso.

"Non ora, sto facendo i piatti" aveva detto, come se niente fosse. Aveva premuto l'unico bottone con il gomito, continuando a sfregare le forchette. Solo qualche minuto dopo aveva sentito:

"Oh, Dio, Harry, sì— Ti prego."

"Piccolo stronzo", aveva sibilato, pulendosi le mani con il primo straccio disponibile, prima di correre da lui.)

Louis era stato particolarmente bene, in quelle due settimane di pausa: senza clinica e senza libreria, avevano ogni mattina e pomeriggio liberi, e potevano spenderli, quando non erano in compagnia dei loro amici, insieme. Prima di Natale avevano fatto gli ultimi regali e avevano organizzato giorni per vedersi con gli altri e recapitarli, e, per quanto riguarda Harry, né Zayn né Liam sembravano particolarmente inclini a intraprendere di nuovo quella stessa conversazione, ma solo ad essere felici. Harry adorava, quell'aspetto. In più, Louis stava finalmente raggiungendo il peso che si era prefissato di mantenere, e aveva anche ripreso a fare esercizio (cosa che gli aveva detto adorava fare, ma per cui gli mancavano le forze, a volte), a casa, una visione che Harry doveva precludersi per non chiuderli in camera tutta la giornata. Lui andava ancora in palestra, ogni tanto, ma alla prima volta che se la sarebbe sentito, Louis gli aveva promesso di raggiungerlo.

In generale, oltre ad essersi cimentati nel cucinare una cena di Natale che fosse degna di questo nome, ma anche per due (ed Harry non sa fare tante cose, ma l'arrosto è una di quelle), erano usciti moltissimo. E, con grande gioia di Harry, soprattutto per merito di Louis, che ormai prendeva le sue medicine con regolarità (e adorava gliele desse Harry): ''Amore'', aveva chiamato una mattina, steso su di lui a letto, petto contro petto. Aveva addosso una maglia a maniche lunghe, di Harry, che gli scendeva fino alle nocche ''Ho appena letto un articolo.''

Little Dead Whispers ||L.S.||Waar verhalen tot leven komen. Ontdek het nu