69: Sam

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Non so per quanto tempo ho dormito, forse dieci o dodici ore, da quando mi hanno buttata in questa cella insieme ad Aiden.
Lui, chiaramente, ha perso subito la testa, urlando e prendendo a pugni il muro.
"Smettila di fare così" gli dico allarmata; se non avessi paura del luccichio di rabbia nei suoi occhi, mi avvicinerei per fermarlo.
"E perché? Magari lo sfondo" risponde infuriato, dando un altro colpo, ancora più forte dei precedenti, al muro.
"Non sei più un rinato e potresti farti male."
"Meglio che restare qui rinchiuso per sempre" afferma; si blocca per un secondo, tenendo il pugno sospeso a mezz'aria, poi abbassa la mano e respira profondamente.
"Hanno detto che domani verranno a prelevare il nostro sangue e che conoscono la verità su Max, siamo spacciati comunque!" dico angosciosamente.
"Sai, forse tu sei una che si arrende ma io no; continuerò a provare finché non avrò trovato una soluzione" risponde Aiden, con la tipica determinazione che tanto gli invidio.
Forse è per questo che rispondo in maniera acida: "Se fossi in te starei fermo, visto che ultimamente hai portato solo guai."
Lui si volta e mi guarda con tormento.
"È per questo che cerco di tirarti fuori da qui: te lo devo, Sam."
Non è così, eppure non riesco a dirglielo; anche io ho commesso molti errori, dando una mano a Simon e a Max, permettendogli di rapire Emily, quindi Aiden non mi deve proprio nulla.
"Ho aiutato Sandy con il suo piano malato, ero completamente pazzo di lei e..."
"Lo sei, te lo leggo ancora in faccia" affermo indispettita.
Aiden mi guarda, ora con un luccichio diverso, più radioso.
"Ti renderebbe gelosa?" chiede camminandomi in contro.
"No, solo molto triste" ribatto amaramente.
Lui smette di sorridere - fino a poco fa mi stava guardando malizioso - , in modo brusco.
"Mi dispiace" dice.
"Ti ha ammaliato, è il potere delle belle ragazze, spesso ha avuto effetto anche su di me" confesso e Aiden ricomincia a sorridere, ma in preda alla confusione.
"È tutto ok, non hai mica attivato il tuo lato oscuro, a differenza di Justin" asserisco; mentre ci ripenso, finisco per accigliarmi.
"Sei così dura con lui."
"Diciamo che non mi aspettavo potesse arrivare a tanto."
"Ma l'ha fatto solo per te, ti ama e si sentiva in colpa per aver permesso al re della morte di rapirti; voleva diventare più forte per proteggerti!" strepita Aiden.
"Io non ho bisogno di protezione! Sono perfettamente in grado di difendermi da sola!" urlo di conseguenza.
"Disse quella che non ha mai ucciso nessuno" risponde con aria altezzosa.
"Nemmeno tu."
"Infatti noi due siamo uguali."
Ci guardiamo e, anche se provo molta rabbia nei suoi riguardi, sento che siamo davvero simili e che qualcosa di davvero profondo ormai ci lega; l'arrivo delle guardie mi impedisce di dirglielo.
"Dovete dormire, basta parlare!" veniamo ammoniti da un uomo poco più grande di noi.
"Di a Roger che può andare a farsi fottere" risponde Aiden che gli mostra il dito medio, sorridendo furbo.
"Dormire!" ordina ancora la guardia e va via di fretta; non presta nemmeno attenzione al gesto provocatorio di Aiden, che avrebbe potuto farci ammazzare.
"Fanculo, odio questa situazione di merda! Ma come ha fatto Bob a organizzare tutto senza che noi lo capissimo? Siamo stati così stupidi!"
Aiden mantiene un tono alto e rabbioso.
"Calmati o tornerà quello stronzo."
"E io lo ucciderò."
"Aiden, hai appena pensato a redimerti, non rovinare tutto."
"Andiamo, smettila di essere così santarellina! Prima o poi ti trasformerai in un mostro anche tu" dice, ferendomi.
Sottovaluta la mia bontà; ho lottato ogni giorno per non diventare come Aaron e speravo che lui lo capisse.
"Non dobbiamo per forza."
"Succede quando perdi la speranza e ti rinchiudono in una cazzo di cella!" afferma risentito, sbraitando subito dopo: "Mi avete sentito? La pagherete per tutto questo! I nostri genitori ci verranno a cercare e vi denunceranno!"
Per calmarlo - e fargli chiudere quella stupida bocca prima che la guardia torni e ci spari - gli tocco una spalla.
"Andrà tutto bene" asserisco.
"Ti prego, non dire questa frase" risponde contrariato, chiudendo gli occhi con affanno.
"Ma io ci credo! Zoe ci salverà!"
"Zoe non è una cazzo di eroina!" mi urla contro e, in quel momento, scosta anche la mia mano.
"Lo è per me!"
Smetto di contenermi e grido in rimando.
"Come lo è Justin, e a volte anche mio fratello, e tu..." proseguo dolcemente, affermando: "Siete tutti i miei eroi" con un sorriso.
"Credevo non volessi essere salvata" ribatte Aiden con fare intrigato.
"Forse sta volta ne avrò bisogno, perché sto morendo dalla paura" dico sconfortata, scuotendo la testa mentre lotto per non piangere ancora una volta davanti a qualcuno che possa vedermi come una bambina fragile.
Aiden risponde, inaspettatamente, dandomi un bacio improvviso e lento, durante il quale non mi scosto; l'ho già fatto una volta, adesso ho bisogno di capire cosa provo realmente.
"Sono innamorato di te" afferma d'impulso; non ha nemmeno paura, io muoio al solo pensiero di ammettere i miei sentimenti.
"Merda! Come faccio a sapere cosa voglio se non bacio anche gli altri due?" chiedo ad alta voce qualcosa che mai avrei dovuto dichiarare e, di sicuro, non avrei dovuto farlo davanti ad Aiden.
"Cosa?" domanda e io, di getto, rispondo: "Cosa?" con tono acuto e nervoso.
Ridacchio, deglutendo in preda all'imbarazzo.
"Sam! Non cambi mai!" afferma disilluso; intanto indietreggia.
"No, ti prego, non credere di non piacermi, è che ho delle cose in sospeso con Justin e con...con un'altra persona."
"Ti piace farti desiderare" dice e scappa anche a lui una risata nervosa.
"Voglio scegliere bene" replico.
"Spero che quando usciremo di qui avrai preso la tua decisione, allora."
Aiden sorride sghembo e si siede, appoggiandosi allo stesso muro che, qualche minuto fa, stava prendendo a pugni.

Non è facile addormentarsi in una cella fatiscente e sporca, e non lo è quando accanto hai il ragazzo che più ti confonde le idee al mondo, però, in maniera sorprendente, i miei occhi cominciano a chiudersi.
Mi sto quindi appisolando ma vengo sollevata da terra, presa in braccio e trascinata fuori dalla cella.
Strillo, tirando calci al vuoto.
"Sam, no!" si sveglia Aiden ma non fa in tempo a raggiungere la porta, che viene chiusa prima che lui possa anche solo toccarla.
"Aiden" grido mentre due uomini che indossano un camice bianco mi trasportano lontano, facendomi stendere, una volta raggiunta una stanza dalle pareti bianche, su un lettino.
Mi legano e, nel mentre, qualcuno mi parla: "Ciao Sam, mi dispiace essere stato così duro con te, ma spero che, in onore dei vecchi tempi, potrai perdonarmi" dice Simon.
È la sua voce inconfondibile, calda e penetrante come nessun'altra.
Ne ho la certezza, tuttavia, quando si posiziona davanti a me, permettendomi di vedere il suo volto colmo di gioia.
"Sei un figlio di puttana!" ringhio furiosamente, tentando di liberarmi; più mi dimeno, più le corde sembrano stringere.
"Non mi piace che venga insultata mia madre, anche se era davvero una puttana" risponde senza ironia, con cattiveria.
"Anzi, fatico a trovare un membro nella mia famiglia che non mi abbia trattato di merda o abbandonato, a parte mia sorella" continua rattristato; il suo viso si incupisce, assumendo un aria ancor più spaventosa.
"Lei è...era una ragazza meravigliosa, e non ha mai ricevuto rispetto, nemmeno per un secondo, da nessuno, nemmeno dai suoi genitori. Le volevo bene e mi è stata strappata via, capisci? Proprio davanti ai miei occhi, uccisa brutalmente da un guidatore ubriaco che non l'ha vista passare con la bici."
La tristezza ingloba ogni sua parola e viene travolto da un'angoscia che mi fa male, per quanto odi ammetterlo; Simon ha sofferto e avrei dovuto capirlo subito, magari non saremmo arrivati a questo punto.
"Se tua sorella era davvero così buona allora non sarebbe fiera di te; sei diventato un assassino anche tu!"
"Un assassino? No no, ti sbagli; non ho mai ucciso nessuno, è la bestia a nutrirsi delle anime di chi io le consegno, ed è un piccolo prezzo da pagare per tornare a vivere, per farla tornare a vivere" spiega e ricomincia a gioire.
"Esistono così tanti riti, ne ho letti molti quando ero piccola, troveremo qualcosa di meno terribile, riavrai tua sorella senza risvegliare la bestia, senza uccidere bambini e donne innocenti!" affermo e muovo i piedi così forte da infliggermi dolore; la stessa cosa accade poi, con le mani.
"Ti ho portata qui per provare a convincerti di nuovo a stare dalla mia parte, non per sentirmi fare la predica!" urla Simon che tira un calcio al lettino sul quale sono stesa; ho paura di ribaltarmi e stringo i denti.
"Ma sai una cosa? Forse non servirebbe a niente" aggiunge piegandosi verso di me, ponendo vicine le nostre labbra.
"Perché ci stai facendo questo?" chiedo; ho trattenuto le lacrime per troppo tempo, adesso mi rigano il viso e mi fanno sentire, per l'ennesima volta, una bambina impaurita.
"Avete tentato di fermarmi, ora io ho dovuto fermare voi, rivelando il vostro più grande segreto. Presto tutto il mondo saprà che siete dei demoni, e poi morirete, se non arriverà un nuovo re della morte che deciderà di tenervi in vita."
Simon, senza allontanarsi da me, sorride e continua, elettrizzato: "Chissà, magari potrei provarci io, chissà se c'è un incantesimo capace di renderti re della morte. Scommetto che troverò una strega in grado di aiutarmi."
Respira sulle mie labbra, riscaldandole, e poi si allontana mentre ride soddisfatto.
"Simon! Torna qui!" urlo.
"Addio Sam, buon viaggio all'inferno!" mi saluta camminando verso la porta; al contrario, i dottori di poco fa tornano da me.
"Simon!" strillo mentre le corde vocali mi bruciano e piango per lo sconforto.
I dottori mi portano via, lasciando che le mie urla si disperdano lungo tutto il corridoio.

Undead 3Where stories live. Discover now