Hero.

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"I've got a Hero
Livin' in me!
I'm gonna fight for what's right.
Today I'm speaking my mind.
And if it kills me tonight I will be ready to die.
A Hero's not afraid to give his life.
A Hero's gonna save me just in time."
-Hero, Skillet.
Consiglio di leggerla ascoltando questa canzone :), non piangerete.

23/03/2005
Quella sera Sonny non chiamó per dare la buonanotte ad Emily, stranamente Sonny non si era fatto sentire.
Non rispondeva alle chiamate di Emily.
Non rispondeva ai messaggi di Emily.
Sonny quella sera non c'era.

Emily amava con tutta se stessa Sonny. L'aveva come cresciuto. Sonny era stato addottato. Sonny aveva fatto una scuola militare. Sonny era vittima di bullismo. Sonny era stato picchiato brutalmente e il suo naso era stato rotto . Sonny soffriva di bulimia. Sonny si tagliava. Sonny tutti i giorni riceveva messaggi come "pezzo di merda" o "sei brutto". Sonny aveva problemi di acne. Sonny voleva uccidersi. Finché non ha trovato Emily.
Quando si dice che una sola persona può capire chi sei veramente, tra tutte.  Probabilmente Sonny l'aveva trovata. Emily si era presa cura di lui, lo aiutava a non vomitare, Emily lo amava veramente.
Amava Sonny come John ama Korey.
Amava Sonny come tante donne hanno amato Bob Marley.
Amava Sonny come Elena amava Agamennone.
Amava Sonny come nessun'altra persona avrebbe mai potuto amarlo.
Aveva trovato in lui i sorrisi, il vero essere umano, che sbaglia. Aveva trovato la sincerità, la prosperità, la risata vera, quella che ti rende felice veramente.

Emily fece per premere di nuovo sull'icona icona della chiamata, mise il cellulare all'orecchio destro e, ormai senza speranze, aspettò una risposta.
-Emily- sentì pronunciare, era Sonny.
-Cos'è successo?- chiese Emily trattenendo le lacrime agli occhi che pian piano si incastonarono tra le ciglia ricoperte da un sottile strato di trucco nero, proprio come Sonny.
-Cosa dovrebbe essere successo?
-Sonny, non mentire, cos'è successo?- continuò Emily sentendo una voce femminile dall'altro capo del telefono chiamare il nome di Sonny.
-Chi c'è con te?
Sonny sospirò, ormai non aveva scelta, doveva dirglielo.
-Promettimi che non ti arrabbierai.
-Non importano le promesse, Sonny, sono le 23 di sera ed io è tutto il giorno che aspetto una tua fottuta chiamata. Sono le 23 di sera e tu sei solo con una donna. Parla, cazzo.
-Mi dispiace...- Sonny singhiozzò, Emily capì tutto.
La cosa che più temeva da quando Sonny era partito per il tour era accaduta. Sonny aveva tradito Emily.
Sperava di aver capito male, rimase ferma, immobile, i suoi corti capelli biondo cenere le caddero sugli occhi, una, due, tante lacrime bagnarono le punte di essi. Era finita.
-...Emily?- la chiamò Sonny. Cosa aveva fatto, nemmeno lui lo sapeva.
Emily riattaccò, con la stessa espressione immobile si diresse verso la cucina. Riflettè.
Era veramente la fine.
Prese un foglio dalla vecchia scrivania dove una volta Sonny scriveva insieme ai ragazzi le canzoni per il gruppo. Una penna nera, e scrisse queste parole, in modo da farle leggere a Sonny al suo ritorno.
"Stanotte sono così sola,questa tristezza mi ha stretto. Non lasciarmi qui al freddo, non vorrei mai essere così al fredda. Il tuo tocco era così gentile. Il tuo tocco mi dava la vita. Ho aspettato tutto questo tempo. Ho sprecato così tanto tempo. Sto cadendo nel nero, scivolando tra le screpolature, cadendo nella profondità, potrò mai tornare indietro? Sognando com'era prima...perché hai voluto questo,Sonny? Forse non ti servivo più. Eri la mia forza. Ho perso tutto quello che amo. Non lasciarmi qui così, non riesci a sentirmi urlare dal profondo degli abissi? Sappi che sto urlando il tuo nome. Mi manchi. Mi manchi già. Distrutta. Davvero. Starmi accanto non è affatto semplice. Sono una persona distrutta e ferita, lo si sa. È difficile amare persone del genere. Questa storia mi sta riducendo in macerie senza nemmeno una via di scampo. Sonny, sappi che io ti amo, ti amerò per sempre, credo che sia giusto così, però. Ti amo. Buonanotte.
Con amore, Emily."

31/04/2005

Sonny salì su quell'altare a testa bassa, si sentiva in colpa, terribilmente in colpa. Il suo pesante trucco nero gli colava dagli occhi, i suoi capelli erano spenti e cupi.
-Giunti alla fine di una lunga camminata della vita ci chiediamo spesso perché siamo qui, o semplicemente perché è capitato prorio a noi. Io me lo chiedo. Perché ho fatto del male a lei psicologicamente? Perché l'ho ridotta al suicidio, all'anoressia ed alla depressione? Mi sento in colpa, dannatamente in colpa. Vorrei che ci fossero stati donati più giorni insieme e meno giorni a me da completo idiota. Vorrei poterla abbracciare un'ultima volta nella mia vita per dirle che è stata la persona che mi ha reso il Sonny Moore che sono ora, senza di lei probabilmente non ci sarei più. Devo la mia vita ad Emily. Vorrei poterla baciare come una volta. Vorrei dirle che è la mia vita e che è stata la mia eroina, in tutti i sensi, non avrebbe dovuto dare la sua vita per salvarmi. La vita la meritava molto di più lei che me- concluse facendosi il segno della croce per poi uscire dalla chiesa.
Si sedette su un masso, e pianse. Piange tutte le lacrime che pianse Emily quella sera, contate, millecinquecentoventitré. 
Sonny sentì una presenza alle sue spalle, si girò.
La cosa che vedette fu probabilmente un angelo, un'anima, un fantasma, lo spirito di Emily.  La ragazza trasparente si avvicinava a Sonny.
Il fantasma di Emily baciò Sonny, come la prima volta. Poi sussurrò queste parole all'orecchio di Sonny prima di scomparire nel nulla per l'ultima volta:
-Oggi farò parlare le nostre menti, e se stasera mi uccideranno sarò pronta a morire. Un eroe non ha paura di dare la sua vita-

F I N E.

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