ingurgitare la libertà di essere amati

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"Se senti campane cantare
Vedrai Coraline che piange
Che prende il dolore degli altri
E poi lo porta dentro lei"

"Se senti campane cantareVedrai Coraline che piangeChe prende il dolore degli altriE poi lo porta dentro lei"

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"Nessun cibo sazierà mai la mia fame d'amore."

Sento che non è nulla di che, ma per quello che vale c'è la mia anima fra le righe. Spero che questo racconto malinconico possa accompagnare anche un vostro giorno d'estate e di musica come ha fatto con me.

TW: tanto dolore, trauma infantile, disturbi del comportamento alimentare.

***

Coraline viveva distante dagli altri, perché aveva un modo diverso di fiorire. Quando lo faceva prendeva troppo spazio e spesso questo non faceva che ridurre lo spazio delle altre piante all'interno del vaso. Per questa ragione, a lungo andare, crescendo e allargando i suoi volumi, decise di aver bisogno di un vaso in cui stare da sola. E questa fu la sua storia d'amore più intensa, quella fra sè e la solitudine. Un po' si detestava, perché aveva capito che l'unico modo per esistere per lei era stare distante dagli altri. E l'unico modo degli altri per esistere era stare lontani da lei.

Questo lo aveva capito a sue spese, quando per la prima volta vide piangere sua madre dentro le lenzuola di lino, mentre un raggio di sole flebile filtrava dalla finestra della camera da letto, e due candele emettevano una luce debole ma abbastanza efficace da consentirle di cogliere la decadenza e la miseria del suo volto, coperto dai palmi. E le dita ruvide come steli di spine.

"Mamma"-proferì lei, ma l'unica cosa che ricevette di rimandò fu un urlo disperato e lancinante, simile a quelli che emettono le donne quando sono in travaglio, ma più straziante, più sordo, privo di quella speranza tipica di chi sa che dopo il dolore esistono possibilità benevole di sole e belle giornate.

Quando ebbe capito che era meglio lasciarla stare, si allontanò dalla camera da letto. In cucina, sul tavolo, un zuppa fredda aspettava d'esser mangiata da troppo tempo. L'odore che emanava non era invitante, così Coraline decise di buttarla via.

Aveva fame, sì, ma stavolta non aveva intenzione di mangiare nulla di commestibile.

Ancora qualche passo e fu difronte alla cornetta telefonica, che stava sul mobiletto del corridoio, troppo alto per la sua statura. Digitò il numero di suo padre, che conosceva a memoria. Sulle punte dei piedi attendeva con il telefono affiancato all'orecchio, saldamente afferrato con tutte e due le mani piccole.

Ma non rispose nessuno, e dall'altra parte poteva udire solo quel fastidioso rumore che qualcuno le insegnò significare "occupato".

A quel punto non aveva nessuna compagnia, e così decise di uscire da sola, perché la porta di casa era rimasta aperta, magari perché nessuno si sarebbe preoccupato di rubare qualcosa lì dentro. Magari perché la stanza di Coraline non era la classica camera di una bambina di dieci anni, e non aveva nessun giocattolo al di fuori di quelli vecchi che un tempo erano appartenuti alla madre.

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⏰ Last updated: Jun 05, 2022 ⏰

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appassireWhere stories live. Discover now