Reg

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*Quando i caratteri cambiano per interi paragrafi è un Flashback.*

TW: violenza domestica

L'erba gli pizzicava la guancia.
Regulus era sdraiato su un fianco, il vento ad accarezzargli i riccioli scuri. Se ne stava lì, fermo a osservare il sole sdrucciolare oltre le nuvole rosate, una mano stretta al petto e il viso disteso.

C'era sempre stato qualcosa di ombroso, quasi lugubre, nel lago nero. Una sensazione che si nascondeva tra le fronde degli alberi e le increspature dell'acqua. Non si poteva spiegare a parole, semplicemente... c'era.

Era la stessa percezione che si aveva entrando in casa Black. Solo che quella era intensificata. Rendeva l'aria più pastosa, quasi ti impediva di respirare. S'infiltrava nelle pareti e nei mobili. Era dappertutto. Arrivava un momento in cui la sentivi persino penetrarti nelle ossa.
Regulus non era sicuro che tutto questo provenisse dalla magia nera che infestava l'abitazione. Era una cosa più... più vecchia. Proveniva dalle fondamenta. Come un avvertimento.

L'assenza di Sirius aveva intensificato questo sentore. Ogni cosa aveva un impatto più forte. Era come se il nero fosse più nero, il ghiaccio più freddo, il dolore più lacerante. Tutto era più... semplicemente di più.
Ed era così stressante. Si sentiva vivo e morto allo stesso tempo.

La notte in cui Sirius se ne era andato- Oh, quella se la ricordava bene.

Pioveva. L'acqua scrosciava sui vetri freddi della casa in un rumore intermittente. Strisciava sotto pelle come una serpe, facendoti stridere il cervello con quel suo ticchettio indistinto.
Regulus aveva la pelle d'oca, le pupille dilatate. Fissava il soffitto, dei ricordi che mai più avrebbe dimenticato viaggiavano nella sua mente.

Vedeva Sirius disteso a terra, gli occhi sbarrati e la testa buttata indietro. I capelli gli si erano attaccati alla fronte, le dita invischiate tra di essi. Tremava e si dimenava sotto all'incantesimo, urlando fino a perdere la voce. Era un'agonia. Vedeva i suoi occhi riempirsi di lacrime, le iridi spente di quella luce così viva che era sua.
Il suo viso era tutto tensione e nervi guizzanti: la mascella si estendeva in spigoli e linee rette, gli zigomi alti spezzavano il bagliore luccicante che segnava il passaggio di quelle gocce umide e appiccicose che gli tracimavano dagli occhi, il naso arricciato in una smorfia ripugnante.

«Regulus...» ansimò agonizzante il ragazzo, nello sguardo un sentore di delusione.
Il minore abbassò gli occhi sul pavimento. Era color ebano, lucidato perfettamente, splendeva.
Creacher ci aveva passato la cera giusto quella mattina.

"Concentrati sul pavimento." Sua madre glielo diceva spesso quando era più piccolo, affermava che fosse un modo per rendere la realtà intangibile. Osservarla attraverso qualcosa di offuscato: una campana di vetro, un sogno. Permetteva, secondo Walburga, di non percepire il mondo circostante, di distaccarsi dalla realtà a tal punto da non compiere atti sconsiderati. Regulus l'aveva sempre considerato un buon metodo.

«Non ascoltare.» Suo padre gli sfiorò la spalla, il tono derisorio.
Il suo stomaco si contorse. Non era piacevole. Non era come quando Sirius gli baciava la sommità della testa quando erano bambini. Non era come quando casualmente sentiva la voce di James provenire dal fondo del corridoio a Hogwarts. Era disgustoso.
«Deve imparare. Deve capire cosa è giusto, mi hai capito?»
Il Serpeverde mantenne la testa bassa, vigile, attento a non incontrare gli occhi di suo padre.

«Mi hai capito, Regulus?» Non rispose. Non poteva.
«Mi hai capito, ho detto?» Orion protese la mano nella sua direzione mentre alzava il tono di voce, le mani grandi e callose a pochi centimetri dal suo viso.
Fu doloroso tanto quanto si aspettava. Bruciò. La sua pelle probabilmente aveva iniziato ad arrossarsi, riusciva a percepire la sagoma delle dita ancora impresse sulla guancia. Seguirono altri schiaffi. Risuonarono tra le pareti della casa in un rumore forte, non c'era un minimo di indecisione nei gesti di Orion, non c'era il minimo tremore nel suo sguardo.

Somewhere only we know - JegulusDove le storie prendono vita. Scoprilo ora