~II capitolo~

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Ad accoglierci fu il re stesso, accompagnato da diverse serve che raccoglievano i nostri bagagli e i doni per la loro ospitalità.

"È un vero piacere avervi a Ftia grande re di Troia! Spero che gli dei abbiano accompagnato il vostro viaggio!"
"Vi ringraziamo per la vostra accoglienza nei confronti di mia figlia, lui è Ettore, il maggiore tra i miei discendenti"

Badavo a stare nel silenzio, mi mordevo la lingua ogni qual volta in cui cercavo di proferire anche solo una sillaba, era ciò che Creusa mi aveva detto e dovevo fare tesoro delle sue parole. Una donna a dovere doveva parlare solamente quando le era chiesto di farlo.

"Lei deve essere la figlia della stupenda Afrodite! È un piacere conoscerti Marion...Che bambina spettacolare! Sono sicuro che diventerà bella come già cantano gli aedi"
"Oh...la ringrazio signore" lo dissi tentennando mentre cercavo approvazione da Ettore, mossi il capo come a simboleggiare un inchino e a quanto pare gli piacque.
Speravo solo di star facendo del mio meglio...

"Sono lieto di ospitarvi, avanti venite, entrate pure! Vi stavamo aspettando con impazienza!"

Camminavo al fianco di Ettore prestando attenzione alla mia postura: schiena dritta, testa alta e spalle basse.
Laodice mi aveva spiegato che la postura regale attirava gli uomini di alto rango, sfruttai anche quel consiglio. Agli uomini piacevano le donne con un collo simile a quello di un cigno.

Mentre attraversavo i corridoi che separavano dal mio promesso sposo pensai a tutte le cose che potevano perfezionarmi, mi imposi l'esempio di mia madre, e tentai di somigliarle il più possibile.
Certo, non potevo somigliarle più di tanto...Lei era pur sempre la dea della bellezza! Ma sicuramente era l'esempio più tangibile che avevo come canone di bellezza che piaceva agli uomini.

"Al padre piaci" mi sussurrò mio fratello colpendomi leggermente il braccio con il gomito.
"Peccato che io non debba sposare il padre"
"Ma è un passo avanti! Andrà tutto bene...sta tranquilla"

Improvvisamente ci fermammo di fronte ad un architrave sorretto da due colonne dalle zigrinature profonde.
Il re scostò una tenda che apparentemente separava il corridoio dalla stanza principale della reggia, per poi farci entrare.

All'interno era spaziosa e luminosa, decorata in maniera semplice ma elegante.
Al centro della stanza si ergeva un solo e grande trono di legno e pietre preziose, pensai che la regina non fosse solita a rimanere nel palazzo...

Esplorando lo spazio con gli occhi notai la presenza di due ragazzini fermi a pochi passi da noi. Avevano più o meno la stessa altezza ed indossavano dei chitoni bianchi e corti.
Uno, il più gracilino, aveva i capelli bruni e tagliati in modo fanciullesco, medesimo colore erano i suoi occhi e, rispetto all'altro, aveva anche la pelle leggermente più scura.
Subito mi guardò negli occhi e sorrise ampiamente, per poi girarsi subito verso l'altro a richiamarlo, invitandolo a guardarmi a sua volta.

Il secondo possedeva una corporatura più maschile. Niente da paragonarsi ad i miei fratelli, ma aveva i primi muscoli già in vista. Sicuramente era una muscolatura elevata rispetto al resto dei suoi coetanei.
Aveva dei capelli biondi e ricci, avvolti da una fascia di cuoio. I suoi occhi erano verdi come smeraldi e penetranti come il fuoco, per poco non mi sentì bruciare.
La sua pelle era invece pallida e luminosa, la somigliai a quella di mia madre e mi venne la pelle d'oca: pensai che doveva essere per forza lui il semidio figlio di Teti, non avevo mai visto un ragazzo di un tale splendore.

Mi squadrò dalla testa ai piedi per un po', guardandomi ed analizzandomi come se mi fosse nettamente superiore, poi fece una smorfia di disprezzo e si voltò a parlare con l'altro ragazzo, fulminandomi con gli occhi carichi di disgusto.
Ottimo, non gli piacevo, direi che per due promessi sposi era un ottimo inizio.

Καταραμένος από την Εκάτη/𝑪𝒖𝒓𝒔𝒆𝒅 𝒃𝒚 𝑯𝒆𝒄𝒂𝒕𝒆 {Achillexreader}Wo Geschichten leben. Entdecke jetzt