SICK LOVE 2: The Past Never Dies // (Dabi x Hawks x Reader)

06

🦋 Ehi! 🦋

Prima di iniziare... Dato che, nel revisionare tutto, l'ultima parte di questo capitolo non mi piaceva, ho deciso di dividerlo in due parti.
(Perdonate la mia fottuta insicurezza.💀)

Ora, però, dovete dirmi quando volete la seconda parte.

1. Prossimo weekend.
2. Lo includo direttamente nel capitolo 07.

Pro e contro?

1. Se pubblico la prossima settimana ci sta la possibilità che il cap 07 slitti un po' più in là, però almeno dò un punto alla questione "Dabi", così da riprendere direttamente con Hawks.

2. Se lo includo nel 7, il capitolo (7) uscirà con i tempi "normali", però, il prossimo weekend, non ci sarà alcun aggiornamento. Nel capitolo ci stanno dunque due POV (Dabi e Hawks).

Fatemi sapere qui.
❤️ E sì, scusatemi per l'enorme ritardo. 😅

Detto questo...

Buona lettura.

DABI'S POV

«Cazzo!»

Fa male.
Fa tutto male.
Corpo, mente, cuore.
Tutto, maledizione!

Cappuccio alzato, mascherina alla bocca e mani nascoste nelle tasche.
Più cammino per le strade di Tokyo, più mi sembra di essere esposto. Fin troppo esposto.
C'è qualcosa che non va. Lo sento dal peso che mi appesantisce il cuore.
Eppure, non sono io che dovrei sentirmi così.
Non ho fatto niente di sbagliato al contrario... Suo. E giuro... Lo giuro sulla mia stessa vita che io non... Che io non volevo fare quello che ho fatto.

E allora perché avevi del veleno in tasca, Dabi?
Me lo chiedo pure io.

Stanchezza nel lottare?
Rabbia nel proseguire?
Delusione nel restare?
Forse, sotto sotto, anche io stavo iniziando a perderci le speranze?
Non lo so... ma c'è una cosa che ho capito nel preciso momento in cui ho infilato quella fottuta siringa in tasca: io non mi fido di lei.
E se è vero che la fiducia sta alla base di ogni rapporto, il mio, allora, non è mai esistito.

È notte. Ho perso il conto dei minuti trascorsi, ma da come si presenta la luna, deduco che l'orario non abbia ancora toccato la mezzanotte.
Quindi... Un'ora.
Si, credo sia passata un'ora dal mio ultimo appuntamento catastrofico.

Avevo organizzato tutto nei minimi dettagli per rendere questa cena un momento perfetto. Per renderla felice. Ma, a quanto pare, non ha funzionato.
E mi dispiace per questo.
Mi dispiace così tanto che anche ora, sporco di sangue dalla testa ai piedi, non riesco a non pensare a quanto fosse bella in quel vestito bianco e di come, il mio tentativo di regalarle un sorriso, lo abbia rovinato.

Ho addirittura concluso le riserve di sangue. Nonostante sia morto dentro, è come se non riuscissi più a piangere. Neppure adesso, che i miei occhi si posano involontariamente su una coppia non troppo distante da me.

Sono giovani.
A vederli non avranno più di vent'anni.
Si stanno tenendo per mano.
Lei gli circonda un braccio.
Lui le bacia una tempia.
Lei gli posa la testa su una spalla.
Lui le sussurra qualcosa all'orecchio.
Lei ride.
Lui anche.
Poi mi passano accanto.
E tutte queste smancerie diventano ceneri non appena schiocco le dita.