Eds X Frammenti di noi( Tema eros)

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Lara quella sera aveva deciso di andare da Marika. Era il suo compleanno e le avrebbe fatto piacere che fosse andata. Lei ormai frequentava il terzo anno di giurisprudenza e invece l'amica era tornata da una tournèe da poco. Aveva finito prima di studiare per cui aveva preso la macchina e si era avviata. Roma la sera era bellissima soprattutto in aprile. Sorrise mentre ascoltava la musica dei Ghlast. Li adorava ed era il gruppo dove cantava l'amica. Sorrise ancora. Però lei era rimasta come quando si erano conosciute. Sorrise mentre rifletteva. All'epoca cercava una casa per dover cominciare l'università e così era capitata nella sua. Cercava una coinquilina ed era rimasta un po' stupita dal suo abbigliamento e dal suo magnetismo. Le era stata subito simpatica e la cosa era stata da ambedue le parti. Così in breve lei si era trasferita.

Una decina di minuti dopo si fermò. Era arrivata nella zona Eur dove lei aveva una casa.
Parcheggiò e scese prendendo la borsa dove aveva poi messo anche il dono. Le aveva preso un braccialetto in argento con i cuoricini. Sperava le piacesse. Era punk ma aveva un cuore d'oro.

Mentre attraversava pensava a quanto era felice nel poterla rivedere. Anche se girava il mondo quando tornava si vedevano sempre. Le aveva promesso che per il compleanno sarebbe tornata lì e c'era davvero riuscita anche con tutti i suoi impegni.
Poco dopo entrò nel palazzo e prese l'ascensore. Premette il terzo piano e poi aspettò.

Quando le porte si aprirono sorrise perché si trovò avanti a sé Marcus la sua guardia che le sorrise facendola entrare.

Non appena dentro si fermò di botto sentendo quella voce. Non l'aveva mai dimenticata. Come mai era lì anche lui? E adesso cosa faceva? Era meglio che andava via? Si guardò i polsi avevano la pelle d'oca e sentiva i capezzoli induriti.
Chiuse gli occhi. La sua voce era sempre tremendamente calda e rauca.
Si fece coraggio era strano che ci fosse anche lui. Aveva lasciato la band per cantare da solista l'anno prima. Avevano una relazione, se così poteva essere definita, si vedevano una volta ogni cinque sei mesi se tutto andava bene senza nessun programma. Avrebbe sofferto anche se poi in realtà soffriva da molto tempo per lui. La brama che provava, e aveva cercato di nascondere, continuava a provarla quando lui era lì. La sua voce l'aveva fatta trasformare in magma bollente.

Perché era ancora fuori la porta? Doveva entrare non poteva restare nel corridoio per sempre e salutarla facendo finta di niente. Era da più di sette mesi che non si vedevano e per cui che differenza avrebbe potuto fare?
Così facendosi coraggio entrò e la prima cosa che vide fu la confusione. Amici e tante persone che ballavano a suon di musica rock.
Però lei non vedeva altro che Damian, il suo sguardo magnetico il suo viso affascinante. Non era molto vicino a lei, forse distava un metro ed era circondato da donne, ma il suo corpo lo sentiva come se in lei scattasse sempre qualche cosa.
Quando l'amica la vide si alzò per raggiungerla. Era sempre uguale. Erano diversissime eppure lei la strinse a sé quasi commossa. Quel feeling non si trovava così facilmente.
Poco dopo si staccarono e lei disse:

«Auguri Marika. Questo è per te.»
Tolse dalla borsa il pacchetto e glielo diede.

Damian non appena era entrata non era più riuscito a toglierle gli occhi da dosso. Non era cambiata in quel periodo che non si erano visti. Era sempre uguale eppure continuava a sentire quella alchimia che aveva provato dal loro primo incontro. Sorrise nel ricordarlo. La sua amica aveva dimenticato la nuova canzone che aveva scritto sulla scrivania di casa sua così era andato lui a prenderla. La porta l'aveva aperta lei e subito ne era rimasto stregato, anche se odiava le brave ragazze, e soprattutto le relazioni fisse. Era bassa rispetto a lui, che rasentava il metro e novanta, occhi castani e capelli ramati. Era piccola e formosa. Arrivava al metro e sessanta. Non aveva potuto fare più a meno di lei. Ogni scusa era buona per incontrarla per guardarla, finché ad un certo punto avevano cominciato una relazione sessuale fatta di alti e bassi, in quanto poi aveva raggiunto il successo, e aveva cominciato a viaggiare.

La immaginava nuda e sopra o sotto di sé. L'aveva sempre voluta e non l'avrebbe mai voluta lasciare, ma non era ancora pronto per una relazione stabile, ancora oggi. Era acclamato da molti era criticato da tanti la sua vita gli piaceva molto anche se sentiva la mancanza dei suoi e sua. Partecipava a feste si ubriacava con gli amici e a volte si drogava. Nessuno poteva fermarlo. Forse una persona lo avrebbe avuto quel potere ma lui non glielo avrebbe permesso. Per questo ancora viaggiava viveva la sua vita e quando tornava si tratteneva per un periodo e poi ripartiva. Avrebbe approfittato del suo tempo per averla. Aveva avuto molte donne ma il feeling magico che aveva con lei non lo aveva avuto con altre mai.

Sapeva che non lo avrebbe mai avuto.

Aveva in mente solo una cosa. Sentiva una forte eccitazione e il jeans che gli andava stretto.

Poco dopo essersi staccate lei si girò. Una ragazza gli stava accarezzando una guancia. Era normale era famoso e lì a parte lei c'erano solo vip. Una fitta di gelosia le fece chiudere una mano a pugno. Aveva sentito come raggi x il suo sguardo fisso su di lei e si era eccitata ancora di più. Lo voleva lo voleva da tanto tempo. Non era cambiato poi molto, era sempre alto e muscoloso. Era vestito con una polo a maniche lunghe che aderivano al torace e un jeans nero stretto. Il suo corpo era slanciato e mascolino. Sembrava un leopardo ed emanava sex appeal in ogni momento. Aveva ancora quel piercing al labbro e all'orecchio.
Vide che poco dopo lui si sganciò per avvicinarsi. Aveva una camminata molto sexy e sembrava il padrone del mondo. Sapeva di essere famoso e sapeva di essere desiderato. Una sensazione che poteva dirsi di onnipotenza. Lei non la conosceva, sapeva solo che lui attirava gli sguardi delle donne, come una calamita. Lei restava sempre male per quello che succedeva. Era sempre stato così. Intanto non riusciva a togliergli lo sguardo da dosso.
Cercò di risultare normale nel salutarlo, anche se si sentiva emozionata, non avrebbe dovuto esserlo ma lo era.

«Ciao Damian come stai?»
Lui la fissò con sguardo magnetico e le sorrise rispondendole:
«Bene e tu?»
«Anche io sto bene grazie.»
Poi cercò di fare finta di niente voleva ignorarlo anche se per lei era impossibile.
Il suo sguardo su di sé le impediva quasi di respirare.

Poco dopo Marika aprì il pacchetto e sorrise contenta. L'amica era sempre stata una ragazza romantica.
«Bellissimo grazie cara. Me lo metti?»
Così poco dopo la ragazza prese il braccialetto dalle mani dell'amica e glielo mise al polso sinistro.
«Così lo indosserò ai concerti! Adesso raccontatemi un po' dai.»
Lei tra poco meno di un'ora sarebbe uscita perché il suo compleanno voleva festeggiarlo con il ragazzo che frequentava in discoteca.
Così fu Damian a cominciare a parlare.
«Sono tornato per una settimana per poi ripartire. Dovrò cantare in America. Invece tu che racconti piccola ?»
«Sto preparando un esame. Lavoro e sono molto felice che stasera siamo riusciti a vederci.»
«Anche io lo sono.»
Lei lo fissò arrossendo. In realtà il suo pensiero era stato per l'amica del cuore. Però non poteva rimangiare quello che aveva confermato. In realtà non desiderava altro che lui da anni, da quando al primo anno si erano conosciuti e lei aveva rotto il fidanzamento col ragazzo, per incominciare con lui.
La sua voce era rauca e sentiva che i tanga si bagnavano.
«Racconta lavori ancora nel negozio di musica?» disse Marika.
Lei si girò. Fino ad ora si era persa nello sguardo dell'uomo e sorrise annuendo.
«Sì, Marco è molto simpatico, e assieme lavoriamo bene.»
Era incredibile ma il cantante aveva sentito una terribile fitta di gelosia. Non avrebbe dovuto sentirla, perché il primo era lui che voleva essere libero, ed invece la sentiva e bruciava maledettamente.
Poi disse:
«Aspetta che ti prendo da bere, cosa vuoi la birra o la coca cola? »
«La coca. »
Le sorrise mentre si avviava al frigo. Per questo che le voleva bene era rimasta dolce come allora. Poco dopo gliela diede e poi continuarono a chiacchierare mentre lei aveva una birra in bottiglia.
«Che dici brindiamo?»
I tre annuirono. Anche lui aveva una birra nella mano destra e così poco dopo dissero:
«A cosa brindiamo? »
«Alla nostra amicizia. »
Mentre beveva lei non riusciva a non pensare che doveva essere una serata dolce ed invece si stava trasformando almeno per lei in una situazione tesa. Sentiva i brividi addosso e avrebbe voluto che fossero soli. Non immaginava che avesse invitato così tante persone.
Da sette mesi non faceva l'amore con nessuno ma neanche lo voleva. Desiderava solo lui e acconsentiva a quell'altalena, perché sapeva che tra un incontro e l'altro, forse col tempo sarebbero cambiate le cose.
Lei lo sperava ormai da tre anni.
Perché doveva trovarlo lì quella sera? Era fonte di desiderio ma allo stesso tempo di amarezza. Non era amore era solo brama. La brama di possedersi per poi tornare alla vita di tutti i giorni.

Mentre pensava a questo Marika le disse:
«Che dici andiamo a ballare? Vieni dai.»
Così seppur intimidita lei le prese la mano ed assieme andarono al centro della stanza dove molti già si dimenavano a suon di musica. Avevano messo la canzone nuova dei Maneskin. Le disse:
«Fai come me copiami. Fatti trasportare dalla musica.»
Lei di solito era una donna incapace di trasmettere sensazioni. Era rigida almeno quando si trattava di esprimersi con il suo corpo.
Però decise di tentare, magari l'uomo l'avrebbe guardata con occhi nuovi, e avrebbe tolto lo sguardo da tutte quelle donne che lo circuivano.

Così incominciò a copiarla, erano assieme, ed era come se fossero da sole.
Con lei era tutto più semplice.

Damian quando le ragazze erano andate a ballare era rimasto un momento a fissarle stupito. Poi era stato nuovamente circondato da ragazze.
Poco dopo mentre una di loro cercava di dirgli una cosa, lui si distrasse guardando Lara che ballava in una maniera inusuale per lei, molto sensuale molto dolce.
Restò affascinato dalle sue movenze. Lo era sempre ma di solito quando erano soli lei diventava un'altra persona. Adesso invece vedeva la lei che non faceva vedere agli altri e si sentiva geloso e anche eccitato. Non riusciva a toglierle gli occhi da dosso. La voleva, la guardava e non pensava ad altro che al suo corpo coperto così sensuale, che si muoveva. Desiderava raggiungerla. Non riusciva a staccare lo sguardo e neanche lo voleva.

Lara dopo una quindicina di minuti che ballava si sentiva un po' più rilassata e ogni tanto dallo specchio guardava l'uomo che le aveva rubato il cuore emozionandosi e eccitandosi. Il suo sguardo era su di lei. Lo era davvero. Cominciò a sentire nuovamente i capezzoli che si indurivano e la pelle d'oca. Sentiva il reggiseno che si sfregava ai capezzoli dandole una sensazione di dolore e piacere insieme.
Lo guardava e lo voleva. Mentre ballava cominciò a sentire anche caldo. Forse erano le tante persone che facevano la stessa cosa. Forse era l'eccitazione che continuava a salire. Forse era la voglia di lui che non se ne andava mai.
Continuò a ballare e guardarlo sorridendo all'amica che ogni tanto le sorrideva di rimando.

Poco dopo venne raggiunta da un ragazzo. Era il suo ragazzo. Così cominciarono a ballare sensualmente entrambi sfiorandosi e divertendosi. Faceva parte del suo gruppo e stavano insieme da diverso tempo. Ricordava che al primo anno già si frequentavano.

Così poco dopo lei cominciò a sentirsi nuovamente rigida come lo era sempre.
Non ebbe il tempo di deprimersi perché poco dopo un ragazzo gli si avvicinò e cominciò a ballare con lei. Poco dopo semplicemente le disse:
«Sono Luke di certo mi conoscerai ma volevo presentarmi.»
Difatti lo sapeva faceva parte di un altro gruppo rock molto famoso: i Blackdevil. Era davvero sexy e molto bello. Così continuò a ballare con lui sorridendo.

Il cantante era davvero geloso e soprattutto arrabbiato. Luke non sapeva che quella ragazza era occupata. Così si scansò dalle modelle e mentre si avvicinava continuò a sentire eccitazione. I pantaloni gli andavano ancora più stretti. Vedeva i due che si muovevano insieme, il suo sorriso i suoi capelli che si muovevano attorno a lei il suo corpo piccolo e sinuoso che lui faceva girare, le loro risate.
Era eccitato in quanto era sua, era arrabbiato in quanto alcune cose di lei, le doveva vedere solo lui. Ad un certo punto arrivò, e mentre una canzone finiva lui le prese una mano che era libera e la girò verso di sé, abbracciandola. Poco dopo ne cominciò un'altra e così continuarono abbracciati guardandosi negli occhi. I loro corpi si volevano e desideravano essere vicini più che mai.
Dopo una mezzora che ballavano in una bolla tutta loro fu lui a dirle:
«Sei bellissima piccola.»
La vide arrossire. Adorava quando succedeva. Le sorrise e poi le prese il polso chiudendolo nella sua mano destra e si allontanarono.
Si sentiva libero in casa della sua amica, sapeva che non avrebbe creato problemi, così si avviarono verso una stanza da letto.

Al piano di sopra arrivarono in una stanza degli sopiti e chiusero la porta. Una decina di minuti dopo come se non si fossero mai separati lui si sedette portandola su di sé e cominciando a baciarla. Lei gli mise le braccia al collo e aderì meglio. Era come se il tempo non fosse passato, come se si fossero visti sempre.
Continuò a tenerla stretta e cominciò a baciarla nuovamente sul collo profumato e sulle labbra gonfie di altri baci ricevuti poco prima.
Non avrebbe mai voluto smettere. Era maledettamente sua, sentiva la sua eccitazione il suo calore. Ed erano solo una quindicina di minuti che si stavano baciando senza fare altro.
Sapeva che non avrebbe mai provato per altre, quello che sentiva per lei, e per cui desiderava mangiarla quella sera e anche le altre avrebbe fatto in modo di vederla tutti i giorni in cui ci fosse stato.

Si staccò da lei per un momento per ripeterle:
«Sei così sensuale piccola.»
Lei arrossì ancora di più. Il palmo della mano le strinse la nuca per avvicinarla al suo viso, e si baciarono. Un bacio pieno di passione, di possessività, di dominio. Un bacio che univa anima e corpo. La strinse ancora di più. Voleva di più ancora di più. La voleva sua, sempre sua, dominandola completamente. Continuò a baciarla, afferrandole la lingua con la sua e giocandoci, incurante di chi li circondava, incurante di tutto, tranne che di lei.

Baciarla a sazietà senza fermarsi neanche un attimo. Non voleva altro, non desiderava altro, ormai il suo corpo era suo.
Il suo profumo lo aveva travolto, il suo istinto animale pure, la sua brama famelica non voleva fermarsi per nessun motivo. Avevano entrambi il fiatone. Erano entrambi eccitati come non mai. Lei si sentiva i tanga bagnati e una sensazione di calore immensa.
Continuarono a baciarsi, l'aveva ripresa nuovamente tra le braccia aprendole la bocca, cercando di penetrare dentro di lei senza darle via di scampo, facendole dimenticare l'esistenza del mondo esterno. Facendole dimenticare praticamente tutto. E si stavano solo baciando. Affondava dentro di lei, sempre di più, con la bocca, con la lingua, con i denti. Voleva averla voleva possederla. Baci che sapevano di quella passione che si era tenuto addosso.
Continuò a baciarla leccarla e mordicchiarla sul collo per poi tornare nuovamente sulle labbra che vide rosse e irritate. Sorrise e continuò. Lei non aveva più volontà non appena lui l'aveva baciata aveva perso tutto. Come fosse stata posseduta. Ma era vero, lei era posseduta da quell'uomo. Non riusciva più a controllarsi. Era una brama animalesca, che aveva cercato di soffocare, ma ora non riusciva a controllare più. Quando non c'era era diverso. Per questo lo voleva. La monotonia della vita prendeva colore con lui.

Si staccò da lei, Le tolse la camicia rosa che ancora indossava e restò un attimo imbambolato a guardare il reggiseno, un reggiseno che a malapena riusciva a contenere tutto quello che madre natura le aveva dato. Quella donna era perfetta ed era solo sua. Le tolse anche quello levandole le bretelle prima, e poi quasi strappandoglielo di dosso, per la fame che aveva. La guardò ancora per un minuto e notò che le stava venendo la pelle d'oca. Anche lui era eccitato e il suo membro era duro e grosso come il marmo.

Poco dopo si tolse la polo anche lui sfilandola velocemente per poi continuare a baciarsi.
Lo faceva morire. In definitiva era lei che lo faceva impazzire, i suoi gemiti i suoi singulti mentre con le unghie gli stringeva la spalla come a dire dammi ancora di più, non mi basta. Lui sentiva che il suo membro diventava sempre più grosso, ma tra poco sarebbe stata sua di nuovo. Quella donna non le sarebbe mai bastata. Mentre continuava a gemere, lui lasciò un seno mentre il capezzolo umido svettava verso l'alto per dedicarsi alla pancia, con baci morbidi e leccate. Lara volle proseguire così le prese una mano e cominciò semplicemente a baciarlo con dolcezza, succhiandogli le dita un dito per volta, voleva amarlo, voleva farlo suo. Delicatamente cominciò poi a baciargli le braccia possenti e muscolose, passando sui tatuaggi. Leccò quei tatuaggi, sentendo il suo sapore, che si era ormai impresso dentro e fuori di lei. Per poi soffiarci sopra e baciarlo nuovamente. Era davvero dotato di una muscolatura fantastica. Continuò a baciarlo e leccarlo lasciandoci scie di saliva fino ad arrivare ai capezzoli, che cominciò a leccare e succhiare.
A volte la vita riservava belle sorprese, lui ne era una. Sapeva che successivamente sarebbe andato via nuovamente per cui doveva farsi bastare quei giorni insieme.
Mentre continuava a baciare si fermò per fissarlo. Si erano guardati qualche volta? Forse all'inizio quando ancora erano amici ma poi? Poi il sentimento aveva surclassato tutto, e quindi alla fine presi dalla bramosia, non avevano più fatto attenzione a molte sfaccettature.
Era sempre sexy, aveva uno sguardo così intenso, un viso così mascolino...quel po' di puntini di barba lo rendevano ancora più sexy. Lo sguardo sicuro ma allo stesso tempo oscuro di un uomo, che aveva tutto ma che alla fine nelle profondità del suo sguardo, chiedeva ancora tanto. Appena l'aveva guardato si era eccitata di nuovo. Aveva notato che anche lui lo era. Il suo membro lo sentiva visto che erano uno in braccio all'altro. Non vedeva l'ora di sentirsi sua e completarsi. Cos'era quella sensazione che sentiva? Non appena si guardavano spariva tutto avanti a loro e restavano solo loro due.
In tutti i sensi una bolla di sensualità che li avvolgeva e che faceva dimenticare tutto il resto. Con nessun altro succedeva questo. Appena si vedevano una pelle d'oca come a dire di non poter fare a meno di lui, i capezzoli che non desideravano altro e il suo sguardo su di sé, quello sguardo che l'aveva conquistata. Non c'era stato bisogno di altro. E ancora oggi lo era. Lui le sorrise e poco dopo ripresero a baciarsi.

Non si saziavano mai continuavano come se non ci fosse altro.
Scese dal collo, lasciando delle scie di baci e leccatine dolci, per poi arrivare nuovamente al solco tra i seni, per baciarli leccarli, e succhiarli.

Non provava quelle sensazioni con nessuna, ma questo lo sapeva già, ma avrebbe significato anche fare delle scelte che non voleva fare. Avrebbe sentito sempre una gelosia una possessività per lei ma avrebbe continuato così. Il suo sguardo mentre la baciava, mentre la leccava era di puro estasi, occhi chiusi e solo i fragili versi e singulti uscivano fuori, come a dire che non esisteva niente oltre loro, e ne era felice e soddisfatto. La sua sensualità il suo essere dolce ma allo stesso tempo passionale la facevano diventare un mix perfetto. Avrebbe voluto essere nella sua vita ma allo stesso tempo preferiva di no. In lui c'erano delle parti oscure che sarebbero rimaste così.

Le mie one shot sul contest  EDSWhere stories live. Discover now