Un fruscio di applausi entusiasti accolse la donna che, a passi lenti e misurati, si apprestava a raggiungere il preside Hammer sul palco. Marlee la osservò. Non poté fare a meno di sorridere, applaudendo forse un po' più vigorosamente degli altri. Virginia Winslow-Haven era esattamente come Marlee si era sempre immaginata, se non meglio. Tutto di lei, dal suo modo di muoversi, la sua maestria nel camminare sui tacchi, al suo sguardo schietto dritto avanti a sé, emanava potere. Virginia Winslow-Haven possedeva l'aria e lo spazio attorno a sé, per un raggio di almeno cento metri. Era bella, forse la donna più bella che Marlee avesse mai visto. Ed era sicura di sé. Ed era spavalda. Ed aveva successo.

Virginia Winslow-Haven era tutto ciò che Marlee sarebbe stata un giorno.

«Grazie, preside Hammer» proruppe una volta raggiunto il podio, rivolgendo un sorriso caldo all'uomo. Quest'ultimo parve quasi arrossire, passandosi una mano sulla capoccia pelata. Poi lo sguardo della donna si spostò sulla platea di fronte a lei. Marlee, per un secondo, sperò che potesse vederla, in quella ressa di centinaia di volti anonimi. 

«Wow» Virginia Winslow-Haven sospirò «È sempre meraviglioso guardare una platea piena di giovani volti affamati e pronti a dare il massimo e immaginarli come la prossima generazione di menti brillanti che contribuirà, un giorno, allo sviluppo della nostra società.» 

Lo schermo sul palco dietro di lei si accese, mostrando le slide di una presentazione in PowerPoint. Sulla prima, il logo della Venor University sembrava osservarli dall'alto. Marlee lasciò scorrere gli occhi sul motto impresso in corsivo, che lei aveva ormai imparato a memoria. Non era in latino, a differenza delle altre università. Era in italiano volgare. Una citazione a Dante Alighieri. "Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute a canoscienza."

«Prima di iniziare a parlare dei corsi e delle proposte che la nostra scuola offre, vorrei fare una premessa» Virginia Winslow-Haven riprese «Come saprete, di tutte le domande di ammissione che riceviamo ogni anno da ogni parte del mondo, solo il tre per cento riceve un'offerta. C'è una ragione per questo. Quando il mio bisnonno, Reuben Winslow-Haven, fondò la Venor University, aveva un obiettivo ben preciso in mente. Non voleva solo menti pronte ad imparare. Per quello il nostro paese offre già delle ottime università. No. Lui voleva delle menti divergenti, creative, pronte a creare il proprio percorso da zero. Personalità brillanti che non hanno paura di uscire dagli schemi. Giovani pronti a trovarsi un posto nel mondo, a costo di lottare con le unghie e con i denti. Quindi io oggi sono qui, di fronte a voi, con una domanda.»

Marlee, sull'orlo della poltrona, pendeva completamente dalle sue labbra.

«Io vi chiedo-»

«Ti sei scopato un'altra

Gli occhi dell'intera sala scattarono di colpo sulla ragazza che, nella fila centrale, si era alzata di colpo. Lucy Bower aveva il viso talmente rosso da confondersi con la tappezzeria delle pareti. Seduta poco distante, Marlee poteva vedere il cellulare stretto fra le sue dita, aperto sui dm di Instagram.

Jo premette le labbra, voltandosi lentamente verso di lei.

«Dannazione, Marlee...»

Brian Day, seduto accanto a lei, affondò lentamente nello schienale della poltrona. Iniziò a boccheggiare come un pesce. con occhi sgranati e la fronte sudata.

«Ehm... n-no?»

D'un tratto un'altra ragazza, qualche fila più infondo, si alzò a sua volta.

«Brian, mi avevi giurato che le avevi raccontato di noi!»

Marlee si premette una mano sulle labbra per evitare di scoppiare a ridere. La cosa stava andando meglio di quanto non avesse previsto.

«Aspetta» una terza ragazza da sotto il palco scattò in piedi «E così io ero l'unica, eh? Tu, figlio di-»

«Ragazze!» il preside Hammer, riappropriatosi del microfono, la interruppe «Possiamo portare questa discussione fuori dall'aula magna?»

Il Maiale non se lo fece ripetere due volte. Scattò in piedi e, con l'espressione di chi è pronto ad imbarcarsi su un volo per il Perù, si precipitò verso l'uscita di emergenza. Le tre ragazze gli corsero dietro urlando.

«Non posso credere che mi sia fatta tradire da uno col pene più piccolo del mio alluce!» gridò Lucy Bower, prima di sbattersi la porta alle spalle.

L'aula cadde in silenzio. Jo scosse la testa, sospirando.

«Soddisfatta?» mormorò a denti stretti.

Marlee sorrise.

Dall'alto del palco, Virginia Winslow-Haven non parve particolarmente turbata dall'interruzione. Si schiarì la gola, tornando davanti al microfono.

«Come stavo dicendo, io vi chiedo...» quel sorriso caldo riprese ad illuminarle il viso «C'è qualcuno fra di voi che è certo di avere ogni carta in regola per poter sopravvivere alle alte aspettative della Venor University?»

E senza un secondo di esitazione, Marlee fu l'unica nella sala ad alzare la mano.





























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Each and Every Hidden LineWhere stories live. Discover now