CAPITOLO 16

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Cloe

La sveglia stamani è suonata presto, appena tornata a casa ieri sera sono caduta in un sonno profondo, è probabile per colpa dei bicchieri di vino e da tutto lo stress accumulato durante la settimana. Devo andare dai miei, inoltre l'ho promesso alle ragazze. Da una settimana mi scrivono di farmi vedere, ma il lavoro non mi ha permesso di stare con loro neppure per un'ora. Inoltre, devo in assoluto risolvere la faccenda con i miei. Maria mi tiene ancora il muso, nonostante quel santo di mio padre abbia cercato di farla ragionare, ma è ovvio che lei non è ha voluto sapere. 

Non c'è alcun dubbio, la testardaggine l'ho presa di sicuro tutta da lei. Mi sono alzata come una pazza quando mi sono resa conto di non aver scritto a Nathan. Prima di andare a letto, ho tentato invano di fare una lista di pro e contro nel vedere Nathan oggi, ma non esistevano motivazioni valide... La sofferenza del tradimento mi blocca, ho paura a fidarmi soprattutto di un uomo come lui. Ma sono una donna adulta, nella vita ho superato di peggio. Potrei perfino concedermi una sola notte di piacere, anche se non è da me. Alla fine, ho vinto contro la mia coscienza e ho deciso di scrivergli questa mattina. 

Mi faccio una doccia veloce per frenare i bollenti spiriti e darmi una calmata: mi sento come un'adolescente con la sua prima cotta. Mancano ancora un bel po'di ore prima del suo arrivo. La cosa a preoccuparmi di più è come si comporteranno Simona ed Elisa... speriamo non mi facciano fare brutta figura. Perchè loro sono delle esperte...

Infilo i miei jeans preferiti, una camicia nera leggera semi trasparente e prendo i miei bellissimi anfibi dall'armadio. Mi sono mancati a Dubai e se c'è una cosa decente inventata dagli inglesi sono proprio i Dr. Martens: li indosserei sempre, ci dormirei pure! Prendo il necessario e lo butto nella borsa, una maglietta giusto per dormire, domani dopo pranzo torno qui. Mi porto dietro il mio diario ed esco, controllo se il terriccio delle piante è umido, le accarezzo e salutando le mie bellissime orchidee esco.

Non ho molte valvole di sfogo, a parte spaccare le cose quando sono infuriata, ma scrivere molte volte mi ha alleggerito la vita. Faccio i conti con me stessa e i miei pensieri: le mie più grandi paure e insoddisfazioni sono tutte riportate qui sopra, perfino le mie più grandi soddisfazioni e gioie. Appena mi siedo in fermata, arriva il bus. Ci vuole più di un'ora per arrivare fino a Giaveno, sarà un lungo viaggio. Metto le auricolari e tra me penso: oggi è un nuovo giorno, oggi andrà meglio.

L'autista mi sveglia dicendo di essere arrivati al capolinea, sono le undici.Alfredo sarà in preda al panico non vedendomi arrivare: mi ha chiamato tre volte mentre dormivo, non gli ho risposto, ero troppo stanca e so quanto gli dia fastidio il fatto che attacco la chiamata. Inizio ad incamminarmi verso casa e quando svolto l'angolo li vedo sul ciglio della porta.

Maria ha il broncio, come sempre. Non ci credo, non gli è ancora passata...

«Ciao mamma... papà come stai?»

«Bene Cloe, ci hai messo tanto!»

«Sì, potevi rispondere alle chiamate di tuo padre.»

«Mi sono addormentata e il bus ha fatto ritardo.»

«Va bene. Io entro, devo finire di cucinare.» dice Maria senza perdere tempo. Resto fuori con Alfredo e mi siedo sugli scalini.

«È ancora arrabbiata?»

«Sì. Lo sai com'è fatta. Testarda come un mulo.»

«Ho provato a chiederle scusa...»

«Lo so tesoro, vedrai oggi le passa.» dice abbracciandomi.

Come sempre Maria è una cuoca pazzesca. Se mi alzo, l'unico modo per spostarmi è quello di rotolare. Sparecchio la tavola e metto i piatti in lavastoviglie, giusto per evitare altre inutili discussioni. Ci mettiamo sul divano e iniziamo a guardare la televisione insieme. Se c'è una cosa che abbiamo in comune io e Alfredo è la passione per i film e i telefilm. Mentre noi guardiamo l'ennesimo film e Maria si fa gli affari suoi in cucina, decido di andare ad andare a parlarle:

Nel giorno in cui...Opowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz