Il gioco della nonna

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Un uomo dai capelli biondi e rasati ai lati, si trovava sull'altare, tremolante,emozionato e felice come mai prima d'ora. Anastasia con lunghi capelli castani ricoperti dal leggero velo bianco, si faceva attendere. Aveva un ampio abito bianco come era tradizione lì a Napoli, c'erano le damigelle vestite tutte uguali. Finalmente la sposa si fece avanti tra le panchine un po' rovinate, per tutti i matrimoni che hanno dovuto sopportare. Il problema era che erano tutti uguali, la sposa camminava lentamente tra la fila principale, le damigelle sorreggevano la lunga coda del vestito e arrivata davanti all'altare piangeva per l'emozione. Ora era finalmente il turno di Anastasia, l'ha sempre visto nei film e letto nei libri.
-Anastasia vuoi prendere in sposo James?
-Si, lo voglio. Disse asciugandosi la lacrima.
-E tu James vuoi prendere come tua sposa Anastasia.
Silenzio.
Vuoto.
Scuro.
Nero.
-No,no!
Anastasia stava sognando, erano le sei di mattina ed era suonata la sveglia come ogni mattina per andare a scuola. Era il 19 marzo e la giornata di Anastasia sarebbe stata la solita. Sarebbe andata a scuola, avrebbe visto che tutta la gente la odia, avrebbe fatto una qualsiasi verifica e dopo aver mangiato alla grande mensa della scuola avrebbe fatto da doposcuola a quelli del primo anno. Quei soldi che si sarebbe guadagnata li avrebbe usati per pagarsi l' Università.
Quella mattina i suoi capelli crespi erano messi peggio degli altri giorni, si mise gli occhiali per vedere la sua camera disordinata, i libri erano l'unica cosa ad avere un ordine. Erano tutti allineati alla perfezione, differenziati per genere e per grandezza, mentre i suoi vestiti erano sparsi per il pavimento. Si alzò dal letto e scivolò su una pila di fogli. La giornata non proseguì nei migliori dei modi, mise la prima felpe trovata in quell'accumulo di maglie sudice, rimase con i pantaloni del pigiama e infilò le converse nere un po' distrutte.
La madre era al lavoro, il padre anche, il fratello stava ancora dormendo, non aveva nessuna intenzione di andare a scuola, i genitori non li controllavano ed erano loro responsabili di se stessi. Matteo non voleva andare a scuola? Il problema era unicamente suo. Anastasia era una ragazza con la testa sulle spalle, sapeva dove stava il pericolo, e la poca presenza dei genitori era solo uno svantaggio. I pochi amici che aveva la invidiavano, ma non c'era nulla di cui essere gelosi, Anastasia era tanto triste, non aveva mai avuto un rapporto speciale con i genitori. Tanto meno non voleva essere un ostacolo per la carriera dei suoi. Una delle persone più importanti era la nonna Clementine, con lei passava molto tempo, la vecchietta aveva 86 anni, per Anastasia lei era una mamma. Insieme si divertivano, la nonnina aveva sempre le mani indaffarate, o perché stava cucendo, lavando, stirando o cucinando. Ad Anastasia insegnò parecchie cose, e fu lei il motivo per cui la ragazza desiderava trovare il vero amore. Clementine sposò un uomo con gli occhi azzurri e i capelli biondi, era un avvocato, quel mestiere fu tramandato alla madre Georgia. Clementine raccontava sempre come si fossero conosciuti, il primo bacio. I due ebbero sei figli, tre  maschi e tre femmine. Anastasia quindi aveva molti cugini ma la costanza paura di sentirsi sola non migliorava. Ana prese il pullman e tra tutta quella gente che già di mattina faceva già tutto quel chiasso, prese posto da sola, in fondo. Con la testa appoggiata al finestrino, dopo aver sciolto le cuffie , ritornò al suo mondo. Con un libro in mano e la testa altrove, si avvicinò alla scuola. I ragazzi si precipitarono per uscire dal pullman, lei con il terrore della gente, una mano ferma sulla manica dello zaino e il libro stretto in mano, con tutta la calma del mondo mentre gli altri già arrivarono in cortile, si alzò dal sedile. Ah, il cortile della scuola, una posto tanto bello quanto orribile, ognuno con il suo gruppetto. Anche Anastasia ne aveva uno, era composto da sei
sfigati: Arthur, Ofelia, Melissa, Edoardo e lei. Arthur quella mattina indossava i jeans, li metteva solo in occasioni speciali, doveva far colpo sul qualche ragazza? C'era una festa?
Scema.
Scema.
Scema.
Scema.
Il 19 marzo era il compleanno di James, era il ragazzo più popolare della scuola, Anastasia che speranza aveva? Per lo più quel giorno in particolare Ana era più ridicola del solito; dalle  scarpe si intravedevano i suoi calzini rosa con gli orsetti cuciti a mano dalla nonna.
-Che disastro!- esclamò l'ochetta della scuola.
-Anastasia sei tipo, uno schifo!- James rise a quella battuta.
-Ana ma che sono questi capelli?- Domandò ironico James, tirandoglieli.
Ofelia iperprotettiva con l'amica, cominciò ad urlare e a minacciare Sophie.
Le acque si calmarono con il suono della campanella.

Ai ajuns la finalul capitolelor publicate.

⏰ Ultima actualizare: Jun 17, 2022 ⏰

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