"Oh, una pagaia." commentò infatti Rossella "Posso chiederti dove hai visto quello strumento, amore?"
Alessandra si strinse nelle spalle, e rispose "Viene usata nel film L'Attimo Fuggente dal preside per sculacciare uno dei protagonisti. Ammetto che non sapevo come si chiamasse."
La maestra annuì, e spiegò "Si, è una pagaia, nella sua versione terrestre. Viene usata nelle scuole americane che praticano le punizioni corporali."
Riccardo storse il naso. Odiava pensare che degli insegnanti avessero l'autorizzazione a punire corporalmente gli alunni. Quella gente non aveva la conoscenza e l'autocontrollo necessario, e cadeva fino troppo facilmente a commettere abuso di potere.
Come a voler dar voce ai suoi pensieri, Alessandra chiese "Maestra, lei è favorevole?"
"No." rispose la maestra Tata, stupendo il resto della classe "A differenza di noi Tate, gli insegnanti terrestri non sono qualificati ad amministrare sculacciate. Non sanno come farlo nel modo corretto, e soprattutto si concentrano sull'aspetto sbagliato della cosa: le sculacciate sono una punizione, ma servono a correggere, non solo a punire. Le sculacciate sono e devono essere un gesto d'amore."
Termina la spiegazione, Rossella fece tornare Alessandra al suo banco e Milena chiamò Riccardo.
Il ragazzo sospirò, e raccogliendo la propria determinazione si alzò e si recò alla cattedra.
Rosso in viso, mostrò alla classe ciò che aveva creato con il pongo: una replica di un battipanni.
"È quello che penso?" chiese Rossella, sorridendo.
Riccardo sbuffò, replicando "È un battipanni, sì."
"Il re della disciplina domestica. Molto usato anche dalle mamme di Myn." ridacchiò la Tata "Come mai questa scelta così particolare?"
Riccardo abbassò lo sguardo, trovando d'improvviso molto interessanti le sue ciabattine.
"I miei genitori ne hanno uno a casa." bofonchiò "E ho sempre pensato che fosse... adatto, diciamo, ad essere usato per... percuotere..."
"E pensavi bene. La sua forma aerodinamica si presta particolarmente a colpire l'intera superficie della natiche. Tuttavia, il suo uso corretto è più difficile di quanto si pensi. Non basta alzarlo e calarlo sulle chiappe, serve una certa maestria nell'uso del polso."
"L'hai mai usato, maestra?"
"Certamente. Più di una volta, ma non quanto altre Tate. Prova a chiedere a tata Sonia. So che è il suo strumento preferito."
Riccardo a quella parole si immaginò steso sul letto con il sedere nudo all'aria, con tata Sonia che lo colpiva alle natiche con un battipanni in vimini come quello che c'era a casa dei suoi genitori. Un brivido freddo gli percorse la schiena e cercò di allontanare il più possibile quel pensiero dalla propria mente.
"Preferisco di no." bofonchiò, avvampando "Le credo sulla parola."
La maestra ridacchiò, e chiese alla classe "Qualcuno le ha prese con questo fantastico oggetto?"
Tutte le ragazze scossero vigorosamente la testa, arrossendo. Evidentemente l'idea di prenderle con quell'affare non piaceva a nessuno dei presenti.
Rosella sorrise quindi al ragazzo, dicendo "Credo che ti prenderai le stellina, se Alice non ha fatto qualcosa di molto molto originale. Vai pure al posto, topolino."
L'essere chiamato così fece arrossire Riccardo fino alle orecchie, ma decise fosse più saggio non replicare. Si limitò ad annuire, e tornò al proprio posto.
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La Tatocrazia
General FictionDopo la terribile pandemia Covid, durante la quale l'umanità ha dato il peggio di sé, il mondo sta marciando verso un inesorabile declino. Ma la spirale di autodistruzione intrapresa dagli umani finisce per attirare l'attenzione di una razza aliena...
CAPITOLO 23: COLLOQUIO GENITORI-INSEGNANTI
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