ATTO III- SCENA IV

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You'll never feel like you're alone

I'll make this feel like home

HARRY

Sin da quando erano arrivati, Otranto sembrava averli trasportati in una sorta di dimensione ultraterrena. Tutto di quel magico posto pareva aver contribuito a sprigionare una sorta di incantesimo attorno a loro, tanto che quando entrambi si erano ritrovati di fronte al mare, la loro prima tappa dopo aver lasciato l'aeroporto in taxi, si erano sentiti completamente fuori dal mondo, ancora di più rispetto a quando erano a Roma, lontano davvero da tutti, questa volta.

Harry era stato pervaso da quell'aria familiare che aveva dominato la sua infanzia, con il profumo accogliente del mare, il chiacchiericcio animato dei turisti, la convivialità tipica della gente del sud. Niente era nuovo, per i suoi immensi occhi verdi, eppure era come se fosse cambiato tutto. Forse era perché il cambiamento lo aveva vissuto lui, ed era stato così profondo da trascinarlo in maniera automatica ed involontaria nell'ambiente circostante, in quella casa azzurra ed arancione che si affacciava direttamente sul mare, in cui aveva scorrazzato con sua sorella, aveva riso con suo nonno e aveva cucinato con sua nonna.

Louis sembrava esser rimasto affascinato da tutto quello, e lui aveva ammirato nelle sue iridi azzurre il riflesso delle onde del mare, quelle onde che correvano libere alle ultime luci del giorno, e che erano così belle d'inverno, allontanate dal caos dell'estate, da sembrargli più sinuose e lente, come se si stessero prendendo il loro tempo per muoversi fino alla spiaggia.

Era stato piuttosto scontato rifiutare l'invito di Alessandro ad occupare una suite in uno degli alberghi più lussuosi della zona, preferendo ritornare nella sua vecchia casa, in quel focolare domestico pervaso di tutto ciò che aveva caratterizzato gli anni più belli della sua vita. Harry non avrebbe creduto, però, di trovare insieme a tanta polvere e grandi lenzuola bianche a coprire la mobilia, un briciolo di nostalgia nascosta nelle foto di famiglia, quelle foto che Louis aveva guardato con sorridente curiosità, chiedendogli dei suoi nonni e dei momenti in cui erano state scattate.

Soffermarsi vicino al caminetto era stato d'obbligo, quello stesso caminetto davanti a cui suo nonno gli raccontava le storie di guerra, quei racconti che lo avevano da sempre entusiasmato e che lui narrava con così tanta enfasi e passione da sembrare dei copioni teatrali. Era convinto di aver preso da lui la bravura per la recitazione, anche se suo nonno non aveva mai provato a perseguire quella carriera.

Si era poi messo a ridere, quando Louis aveva sgranato gli occhi davanti alla lussuosa jacuzzi posizionata vicino al letto matrimoniale, nella camera dei suoi nonni. Harry gli aveva spiegato che quello era stato un suo regalo, non appena aveva ricevuto il suo primo stipendio da cameriere, prima di iniziare la carriera d'attore.

Avevano pulito la casa da cima a fondo, divertendosi a ripercorrere insieme la sua infanzia tramite vecchi libri ingialliti ed antichi piatti scheggiati, ridendo e sorseggiando vino da una bottiglia impolverata che Harry era riuscito a trovare nella credenza, prima di decidere di accendere il fuoco con della legna rimasta nella cesta vicino al caminetto.

Era bello essere arrivato con Louis fino a quel punto, dopo aver superato lo stadio dell'imbarazzo ed aver ottenuto una maggiore intesa, con quella ricerca di sorrisi e sguardi casuali, sguardi che dicevano di più di quanto non volessero riferire loro a parole, sguardi consapevoli, ricolmi di desiderio ma anche di quella curiosità che mai li avrebbe portati a risultare banali, o noiosi. Perché ogni cosa che facevano, per quanto scontata potesse essere, racchiudeva in sé una preziosa bellezza che entrambi custodivano con una sinergia e due grandi sorrisi che l'avrebbe fatta apparire, ad un occhio esterno, come la più bella al mondo.

City of stars, are you shining just for me?Where stories live. Discover now