Aprì la porta e si introdusse nello studio. Ashvini era in piedi, guardava fuori dalla finestra con le braccia incrociate. Era più alta di lui, e se avesse voluto sarebbe stata perfettamente capace di sollevarlo e spedirlo dall'altra parte della stanza, come un aeroplanino di carta. Taehyung non sapeva perché avesse pensato qualcosa di così specifico.

«Fa troppo caldo qui dentro», disse per farsi notare, anche se sapeva che la psicologa si fosse già accorta della sua presenza.

Ashvini fece un sorriso e si sedette dietro la scrivania. Quel giorno aveva una felpa di Steven Universe e dei pantaloni da tuta grigi.

«Cos'era l'altra volta?», sorrise Taehyung, gli occhi ancora fissi sulla felpa bianca.

«Oh» Ashvini abbassò lo sguardo e sfiorò il viso liscio di Steven, lucido sotto la lampada bianca appesa al soffito, «Adventure Time».

Taehyung rise mentre si abbracciava le gambe, già spogliatosi di giacca e cappello, seduto sul divano verde con le ginocchia al petto. La osservò mentre armeggiava con il timer a forma di ananas e lo impostava su quarantacinque minuti.

«Io e Jeongguk ci siamo rimessi insieme».

Lei parlò dopo un attimo. «Sì? E com'è successo?»

«Non è stato molto complicato» ammise lui, guardandosi le punte delle scarpe, «anzi. Abbiamo parlato un po'».

Avrebbe voluto aggiungere che la vera difficoltà era stata non parlargli, doverlo evitare e fingere di non volerlo vicino, perché è così che ci si comporta dopo aver litigato e aver messo in pericolo una relazione. Eppure sapeva che chiunque avrebbe potuto vedere le sue labbra che tremavano ogni volta, le sue dita fremere perché gli mancava il calore di quelle di Jeongguk.

Ashvini annuì. «Non sembri molto felice».

«Cosa? No, no» Taehyung corrugò la fronte e risollevò lo sguardo su di lei, «davvero. Jeongguk mi rende felice».

«Sicuramente. Ma sembri turbato. Ha qualcosa a che fare con lui?»

Taehyung esitò. Si guardò le mani e quasi gli sembrò di sentire la voce bassa e intristita di Jeongguk mentre gli parlava di come era stato e cosa aveva fatto in sua assenza.

(«Jeongin ha detto» mormorò Jeongguk, sfiorando il colletto della sua maglia, «che anche se tornassimo insieme, non dureremmo molto». Taehyung boccheggiò per un secondo, poi decise di non rispondere.)

Dovette trattenere una smorfia, perché quello era il motivo per cui evitò Jeongin per qualche giorno. Sapeva che il cugino se ne fosse reso conto, eppure non notò nessuna reazione. E se in parte la cosa lo sollevava, dall'altra lo feriva.

«Hm», Ashvini sollevò finalmente lo sguardo su di lui, «Sembri aver preso sul serio questa sua "previsione"».

Taehyung annuì. Si diede mentalmente uno schiaffo per averlo menzionato, ma anche una pacca sulla schiena, perché non gli sembrava il caso di tenerglielo nascosto. Il fatto che parlarne lo metteva a disagio rappresentava solo un motivo in più per parlargliene. Questo, e l'aver evitato episodi importanti nelle sedute precedenti e sentirsi in colpa solo una volta uscito dallo studio.

«Credo che abbia fatto bene a non dirlo a me» si morse il labbro, «non so come avrei reagito, ma non sarebbe stato bello».

«Non credo che invece Jeongguk abbia reagito bene».

«Non lo so, ero da Sophia quella sera».

«Taehyung», ammonì Ashvini, con l'espressione di ogni volta che Taehyung tentava di temporeggiare mormorando dettagli futili, «Non l'ha detto a te perché ti avrebbe fatto pensare di nuovo a Minseok. Penso abbia voluto proteggerti».

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 30, 2023 ⏰

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