«qui»

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Achille, di sei anni, stava piangendo in riva al mare vicino al castello di Ftia; sua madre, la ninfa Teti, lo udì e gli si avvicinò preoccupata.
«Achille... perché piangi?» chiese.
«Mi sono fatto male, mamma» rispose singhiozzante, il bambino.
«Oh, e dove?» domandò la bella dea.
«Qui» il biondo indicò il ginocchio sbucciato, cadendo negli allenamenti di corsa.
Un bravo medico sarebbe stato in grado di curare la sua ferita.
Ma non è forse il dolore che ci fa render conto di essere vivi? Forse siamo noi che non vogliamo esserlo.

Oggi, lo stesso bambino, ha venticinque anni, eppure non è cambiato nulla.
Si trova sulle sponde della città di Troia e sta urlando, si sta disperando, è nel panico e vorrebbe solo che tutto il suo dolore cessasse, che lui stesso cessasse... cessasse di esistere.
Anche questa volta, sua madre lo sentì: era terrorizzata, non aveva mai visto il figlio in quelle condizioni.
«Achille? Perché stai piangendo?» chiese, quasi con paura che una qualsiasi presenza esterna a sé stesso avesse potuto ridurre in frantumi il suo ragazzo, sbriciolarlo.
«Mi sono fatto male, madre.» trovò il coraggio di rispondere il Pelide.
Era oscena la sua immagine: lacerante per gli occhi di chi guarda, letale per le orecchie di chi ascolta, terribile e temibile per l'anima di chi lo vive.
Non sembrava vivo.
Ma come si può sembrare vivi se l'unica parte vivente di te è il corpo? Se la tua anima se l'è portata via il corpo di qualcun'altro? Come?
«Dove?» domandò. Non sapeva cosa fare.
«Qui...» si strinse il petto nel pugno, alimentando la sua sofferenza. Si strinse il cuore in un pugno.
E lo fece proprio perché non lo sentiva più.
Lo strinse così forte che, se un solo pezzo fosse rimasto, lo avrebbe sbriciolato sotto il suo tocco.
Ma non c'era nulla da sbriciolare.
Patroclo è morto, e Patroclo era il suo cuore.
Solo lui, con le sue mani mediche, sarebbe stato in grado di riassemblare i pezzi dell'organo distrutto del guerriero.
Ma non è forse il dolore, che ci fa rendere conto di averlo questo maledetto cuore? Allora siamo proprio noi a non volerlo.




















CHIEDO UMILMENTE PERDONO.
ma non potevo non scriverla, capitemi...

ᒪO ՏTᖇᗩOᖇᗪIᑎᗩᖇIO ᗰOᑎᗪO ᗪᗴI ᑭᗩTᖇOᑕᕼIᒪᒪᗴWhere stories live. Discover now