Capitolo VI: When it' s time to take off the disguise

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Capitolo VI: When it's time to take off the disguise


Killgrave's POV


Quanti negozi di abbigliamento avrà mai New York? Centinaia?
E di tutti quelli che poteva prendere d'assalto Patsy... doveva essere proprio questo?

Beh, non gliene posso far certo una colpa, semmai quella di avere un certo buon gusto nel vestire.
Come me, ma non quanto me, ovvio.

Oh, Jessie, perché anziché trasmettere tu alla tua sorellina questa insana mania di fare l'eroina non ti sei fatta contagiare dalla sua passione modaiola?

"Cazzo, Killgrave, viene verso di noi, fa' qualcosa!" mi bisbiglia Jessica, con una gomitata nel fianco.

Tesoro, non riesci più a picchiar duro come prima, oserei quasi dire che è solo una piacevole carezza.
Però che peccato che abbia già smesso di chiamarmi 'Kevin'... oh, per l'Inferno maledetto, ma che vado pensando? Io quel nome lo detesto.

"Mia cara, dimentichi che ora il potere più incisivo per fare qualcosa ce l'hai tu, valle incontro e dille di dimenticare ciò che ha visto.. almeno per dodici ore non ci darà il tormento. Poi scaduto l'effetto, al limite andiamo avanti a ripeterlo." la sprono.

"Cosa? No! Non c'è la sola minima possibilità che io provi a controllare mia sorella! Va' tu a parlarle come se fossi me e..."

"E dirle cosa? Che mi sono follemente innamorata di Killgrave? Oh beh, qualcosa potrebbe già averlo intuito quando eravamo dal parrucchiere!"

"Non vedo l'ora che rientri nel tuo cazzo di corpo per prenderti a calci nel culo!"

"E chi lo sa? La cosa magari potrebbe pure piacermi!" schiocco la lingua con fare accattivante.

Uh, forse non è il momento più adatto per flirtare, prima dovrei seguire il suggerimento di Jessica.

Sto per andare verso Patsy ma proprio quando quell'incontro sembra inevitabile, lei scuote la testa, cambiando direzione e infilandosi nell'ascensore.

"Non ci credo. Se ne è andata?" borbotta Jessica, basita quanto me, mentre ci osserviamo meglio: io con quel vestitino viola e nero a fantasia leopardata, decoltè con tacco dodici sulle quali non avrei mai pensato di muovermi così bene e lei in anfibi e jeans neri, T-shirt dozzinale e giacca di pelle nera.

"Direi che il nostro abbigliamento ci ha salvato, avrà pensato di aver preso un abbaglio e che fossimo solo due persone che somigliavano molto a chi pensa lei." deduco io e lei approva con un cenno del capo.

"E di chi è stata la brillante idea di andar a far un po' di shopping per riappropriarci ciascuno del proprio stile?" si pavoneggia lei, soffiandosi sulle unghie.

"Ma guardati, qualche giorno nel mio corpo e sei già diventata boriosa più di me!"

Per tutta risposta, Jessica mi mostra il terzo dito.

"Ammetto che dà una certa soddisfazione farlo col tuo aspetto." ridacchia lei. "Immagino che un damerino come te non si sia mai comportato così, no?"

"Abbassarmi a una così rozza gestualità Americana? Oh, Jessie, a volte mi domando se tu davvero mi conosca!" mi fingo offeso, no, un momento, forse non sto fingendo affatto

"Io dico di sì!" sogghigna lei, prima di cambiare quel gesto in uno di vittoria, con l'indice e il medio, ma col dorso rivolto verso di me.

Sorrido.

Oh sì, decisamente in tutti i mesi che ho passato con lei qualcosa gliel'ho insegnato.


"Sbaglio o dall'altro lato della strada c'è un distributore di merendine?" mi chiede lei, mentre ci avviamo all'ascensore, per uscire dal negozio.

"Sì, perché? Hai voglia di uno spuntino?"

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⏰ Last updated: Feb 14, 2022 ⏰

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