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Sono qui da non so più quanto tempo... ore forse?

Sono venuto ancora una volta in quello che era il nostro posto speciale. So già che non verrà. Come potrebbe? Non dopo quello che gli ho fatto...

Sono passati sei mesi da allora e non sono ancora capace di arrendermi. Ad ogni ricorrenza importante vengo qui, sperando che lui se ne ricordi... lo avevamo promesso. Anche se non mi aspetto che mantenga la promessa perché quando ci si lascia, ogni vincolo viene sciolto... ma stasera è San Valentino... forse potrebbe... Ho anche preparato il regalo che desiderava.

Ho fantasticato miliardi di volte su come sarebbe potuto essere... certo, non avevo messo in conto però che non saremmo più stati insieme.

Non verrà. Perché dovrebbe? L'ho ferito... lo so bene. Ho ancora stampato nella mia memoria il suo viso... la sua espressione incredula e poi... quello sguardo deluso... triste. Me ne sono pentito subito!

Ero lì, davanti a lui, impotente con la consapevolezza che lo stavo perdendo.

Ho provato a fermarlo, avrei voluto abbracciarlo forte, dirgli che non era vero niente. Gli avrei chiesto scusa infinite volte, l'avrei fatto entrare in casa e gli avrei spiegato tutto. Lo avrei tenuto per mano, come voleva sempre che facessi e che non facevo mai perché mi davano fastidio gli occhi indiscreti delle persone su di noi, ma lo avrei fatto! Da adesso in poi, tutte le volte che lo desiderava... ma lui mi ha bruscamente respinto... "È finita" ha detto. Sono bastate due parole e tutto è andato in mille pezzi.

Se solo sapesse la verità... che l'ho fatto per lui... se solo potessi tornare indietro...

Non ha mai risposto alle mie telefonate... volevo disperatamente rimediare in qualche modo... volevo sentire ancora una volta la sua voce...

Non ho potuto cercarlo, lo avevo promesso a suo padre. Non mi sarebbe costato nulla infrangere quella maledetta promessa, ma non volevo che lui potesse avere ripercussioni in famiglia e sul lavoro. Suo padre, dopo la nostra rottura, lo aveva promosso a responsabile. Quell'uomo, senza curarsi minimamente dei miei sentimenti o di quelli di suo figlio, mi aveva fatto recapitare un biglietto con su scritto "Grazie, hai fatto la cosa giusta". Certo. Avevo ferito la persona che amavo e avevo distrutto la mia felicità. Ottimo lavoro.


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Sono ancora in ufficio. È tardissimo, ma finalmente ho finito l'ennesimo lavoro che il direttore mi ha commissionato. Sarà l'ultimo. Ho già lasciato sulla sua scrivania la mia lettera di dimissioni.

L'ho scoperto, alla fine, qual era il suo stramaledetto segreto. Da stasera mi riprendo la mia vita. Sono sei mesi che faccio il "bravo ragazzo" come dice lui e vivo nella sua ombra.

"Non si accorge di niente?" Mi chiedevo in continuazione. Come è possibile che non veda che suo figlio è a pezzi? Sono diventato silenzioso, apatico, continuavo a ripetermi che andava tutto bene, ma non era vero. Ogni giorno diventavo sempre più ubbidiente, non mi importava di niente, potevano dirmi quello che volevano, affidarmi ogni genere di lavoro ed io rispondevo sempre con un "Va bene, grazie". Sono passato dal sentirmi morire dentro al sentirmi... vuoto. Perché per smettere di soffrire ho cercato di non provare più nulla. Sono stato un fantasma per tutto questo tempo e lui non l'ha mai voluto vedere... adesso so il perché.

Un posto specialeWhere stories live. Discover now