Capitolo 5

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"Ho una scuola di danza nello stomaco"

La mattina seguente Cheryl si svegliò con un forte mal di testa, aveva dormito poco, i pensieri si aggrappavano alle mura della sua stanza trasformandosi in tante ombre che le occupavano gli occhi.
E i suoi pensieri erano sempre gli stessi.
Un loop infinito, da cui nessuno riusciva a portarla fuori.

In nottate del genere era il fratello a starle accanto, coccolandola un po', facendole buttare tutto fuori.
Al ricordo del fratello una lacrima rigò la guancia della ragazza.

Ma doveva affrontare la giornata, quindi si asciugò il visò e con tanta stanchezza riuscì ad alzarsi dal letto.
Prese dall'armadio una specie di maglia rosse molto lunga per fermarla con una piccola cintura.
Rinfrescò il suo viso, massaggiandolo con qualche crema, e si truccò.

Aveva gli occhi terribilmente stanchi, chiusi, non trasmettevano nulla.

Come se mai avessero trasmesso qualcosa.

"Vado a scuola madre" sospirò debolmente.

Uscì di casa e la "madre" non le rispose nemmeno".

Ormai c'aveva fatto l'abitudine, e non la feriva più di tanto.

Parcheggiando la macchina a scuola non poté non notare una serie infinita di moto, quelli che per lei erano straccioni già avevano invaso la scuola.
Una luce di speranza si accese vedendo Veronica e Betty che la stavan aspettando al cancello.

"Buongiorno bellissima"
"Buongiorno a voi"

Accanto a loro c'erano i fidanzati e c'era Toni, che guardò con la solita aria di disprezzo.

"Non è nemmeno iniziata la giornata" sbuffò Toni rivolgendosi al disprezzo di Cheryl.

"Ti da così fastidio la mia presenza?"

"Direi di andare in classe"
Suggerí una delle amiche.

Toni continuava a farsi problemi , nessuno l'aveva mai "disprezzata" e nemmeno lei aveva mai disprezzato qualcuno, ma quella mattina Cheryl non aveva la sua solita aria atteggiosa, e notava che non aveva voglia di discutere o litigare.

Dovrebbe domandarglielo?

Non scorre buon sangue tra loro, se facesse uno sbaglio?

Si stava davvero facendo paranoie su una persona che la disprezzava?

Al diavolo Cheryl Blossom, la vita è una.

"Tutto ok?"

Una domanda così banale, ma allo stesso tempo così importante.
Il valore varia in base alla persona a cui lo chiedi, per alcuni potrebbe essere una domanda priva di significato, scontata, per altri potrebbe essere una domanda mai fatta, una domanda nuova, una conoscenza, significava interesse nei tuoi confronti, e questo faceva bene a chi la riceveva.

Una fitta allo stomaco travolse Cheryl.

Non amava aprirsi, e non l'avrebbe fatto con una persona conosciuta da due giorni, soprattutto se Toniz

"Perché ti dovrebbe interessare?"

Perché le dovrebbe interessare?
A nessuno interessava.

"Forse ci siamo presentate nel modo sbagliato, non credi?"

Voleva fare amicizia?

Voleva far finta di interessarsi per poi dire tutto ai suoi amici?

Altro motivo per non fidarsi, le amicizie non vere, nessun amico è vero, ti voltano tutti le spalle, sono pronti a rinfacciarti tutto in una stupida litigata.

"Io non mi sono presentata nel modo sbagliato, forse tu, ma non mi interessano le persone normali, figurati una serpents"

Quella frase ferì leggermente Toni, leggermente da pensarci troppo.

"Hai ragione, son stupida io che mi interessano gli altri, non pensavo fossi stronza anche in questi casi, i tuoi occhi parlano."

Un'altra fitta allo stomaco, tanto da alzarsi e correre in bagno.

Per quanto entrambe fossero diverse, le sensazioni erano le stesse, i pensieri erano gli stessi, i dubbi erano gli stessi, le domande che si volevan fare erano le stesse.

*Ho detto qualcosa di sbagliato?*

*La tratto troppo male?*

C'erano due pensieri differenti nella testa di entrambe.
I più importanti, i più difficili.

La testa di Toni iniziava a far male.

*Dovrei andate da lei?*

Per come era messa Cheryl, sembrava invece che le stessero pugnalando alla pancia.

*Dovrei sfogarmi con lei?*

Per quanto si potessero disprezzare, c'era qualcosa che le portava a ritrovarsi, qualcosa che le portava a pensarsi.

Toni corse in bagno, se non l'avesse fatto i sensi di colpa l'avrebbero ricoperta dalla testa ai piedi.

L'immagine che si ritrovò davanti fu Cheryl accovacciata davanti il lavandino, con una mano poggiata su esso per reggersi.

Toni era dubbiosa sull'avvicinarsi o meno, avanzò leggermente e infine la imitò accovacciandosi accanto a lei e poggiandole una mano sulla spalla.

"È tutto ok? Ho detto qualcosa che non dovevo dire? Forse ho esagerato"

Le parole uscivano di nuovo senza interrompersi, non succedeva con nessuno.

"Toni tranquilla è tutto ok"

L'ha chiamata per nome, in modo tranquillo.
Lei sembrava sicura di sè, come se sapesse basarsi da sola, come se fosse già indipendente.

"Non è tutto ok, ti porto a casa"

Un pregio di Toni era capire le persone, purtroppo anche quelle che non lo meritano.
L'altra ragazza non ci fece subito caso, stava perdendo le forze, era troppo stanca e doveva mangiare.

Iniziò a girarle la testa.

"Toni fermati"
Toni si fermò e la fece sedere sui divanetti in sala relax.

"Potresti prendermi qualcosa da mangiare perfavore?"
Toni in quegli attimi non esitava, faceva quello che le diceva.
Forse non aveva fatto male ad andare da lei.
E continuava a pensare quanto fosse sicura anche in queste situazioni.
La invidiava un pochino.

Ma questo star male era colpa sua?

"Stai meglio?"
"Si, avevo bisogno di mangiare"
"Senti, non avevo intenzione di dire quelle cose.." Era sincera e preoccupata.
Cheryl girò lo sguardo come se stesse sbuffando.
"Ti dico che devi stare tranquilla, ti stai facendo troppi problemi."
Toni la guardò negli occhi con aria preoccupata, rassicurante, Cheryl aspettava dicesse qualcosa, si sentiva protetta, al sicuro, ed era strano, nel mentre stava ricambiando lo sguardo, non riuscivano a smettere.

Fu lì che scattò la scintilla per una delle due.

"Allora vuoi andare a casa?"

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