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Stiamo andando a togliere i punti. Grace mi sembra tranquilla ma forse vuole sembrare più forte di quanto in realtà sia.
"Tutto bene?" le chiedo guardandola dallo specchietto. Annuisce e continua a guardare fuori, assorta in chissà quale pensiero
"Non sentirai niente. Non preoccuparti" dico per rassicurarla.
"Non vedo l'ora di poter camminare" dice senza guardarmi
"Anche io non vedo l'ora di vederti tornare a camminare" dico sorridendo.
Mi piace prendermi cura di lei. In questi giorni ha dipeso totalmente da me e non mi è dispiaciuto. Quando arriviamo la aiuto a sedersi sulla sedia a rotelle ed entriamo.
Ci fanno accomodare in una stanza e Jhonatan entra senza accorgersi di noi. Quando alza gli occhi ci saluta sorpreso
"Ciao ragazzi. È bello avervi qui"
"Sammy non c'è?" chiede Grace torturandosi le mani. È agitata e anche Jhonatan sembra notarlo
" mi dispiace Grace ma è a casa. Quando lavoro non posso portarla con me" dice abbozzando un sorriso
"Oh va bene" dice rabbuiandosi. Jhonatan lo nota e mi lancia uno sguardo. Scuoto la testa impercettibilmente e si mette a lavoro mentre io tengo la mano a Grace.
"Ecco fatto. Adesso la spalla". Grace si irrigidisce e le parlo
"Andrà tutto bene non agitarti" Jonathan si avvicina e lei si scansa. Mi avvicino di più e le giro delicatamente il viso per farmi guardare
"Ehi non avere paura ok?" annuisce con gli occhi lucidi e si fa togliere i punti
"Ahi ahi basta basta" dice lacrimando
"Ho quasi finito non preoccuparti. È normale che qui ti faccia più male ma ho finito. Disinfettalo un paio di volte e poi puoi togliere il cerotto"
"Christopher possiamo parlare un attimo?" annuisco e lo seguo fuori
"È parecchio spaventata" dice sospirando
"Quello sguardo lo conosco bene purtroppo. È da poco tempo che ha un'espressione più serena ma quando è arrivata era terrorizzata. Ad ogni rumore sobbalzava e qualsiasi cosa facevo la faceva tremare. Non voglio tornare a quei giorni" sospiro frustrato
"Anche Samantha ha quello sguardo da quando è successo tutto" dice massaggiandosi le tempie.
"Perché non venite da noi oggi pomeriggio? Quando sono insieme sono più serene."
Annuisce e ci salutiamo
"Sei pronta?" chiedo rientrando. La trovo che singhiozza e subito mi avvicino
"Ehi" mi abbraccia forte
"Sono qui non preoccuparti" annuisce e singhiozza
"Scusa" dice asciugandosi gli occhi
"Sssh piccola Grace. Adesso torniamo a casa e ci rilassiamo. È stata una giornata pesante" annuisce e la aiuto a scendere dal lettino. Ha sempre le stampelle ma appoggia la gamba.
"Eccoci" la faccio sedere sul divano e poso le stampelle. Mi siedo vicino a lei e si sdraia sulle mie gambe
"Sei stata coraggiosa oggi"
"Ma se ho pianto come una ragazzina"
"Tu sei la mia ragazzina" dico baciandole il naso. Mentre dorme la porto in camera a riposare, jonathan si è raccomandato di non farle fare sforzi ma conoscendo Grace sarà difficile tenerla buona.
"Grace che ci fai in piedi?" le chiedo mentre a fatica entra in cucina
"Mi annoio" dice sedendosi
"Lo sai cos'ha detto Jonathan" la rimprovero bonariamente
"Assoluto riposo. Ma ha anche detto che devo sforzarmi a camminare" dice sorridendo vittoriosa. Sospiro e la bacio.
"Vogliamo andare a fare una passeggiata?" annuisce felice e la aiuto a vestirsi
"So farlo da sola" si lascia sfuggire. La guardo e subito si scusa
"Ricordati chi è il tuo daddy" dico serio
"Lo so. Scusa" quando ci alziamo le do una sculacciata e subito le vengono gli occhi lucidi
"Ti ho chiesto scusa" dice con la voce che le trema
"Va bene bambina" non voglio esagerare. Le faccio una carezza e poi usciamo.
La porto al parco vicino casa. Camminiamo spensierati e chiacchieriamo di tutto.
"Christopher possiamo sederci un attimo?" la vedo un po' in difficoltà e subito la aiuto
"Certo tesoro" la aiuto a sedersi e le faccio stendere la gamba sulle mie ginocchia.
"Ti fa male?"
"Un pochino"
"Ti ho spaventato prima?" chiedo per capire fin dove posso spingermi
"No. Mi piace quando ti prendi cura di me" dice sorridendo.
"Inizia a fare freddo. Ce la fai a camminare?" annuisce e torniamo a casa.
"Me lo dai un bacio?" mi chiede sedendosi sul divano. Non me lo faccio ripetere due volte e la bacio.
"C'è qualche cosa che non va?" la vedo pensierosa
"Niente. Ho solo bisogno di stare un po' con te" dice guardandomi. Quando mi guarda con quegl' occhi mi sciolgo. La abbraccio e le sussurro molte parole dolci. È pur sempre la mia bambina e ha bisogno di molta protezione
"Oggi ho avuto una fifa tremenda" mi confessa senza guardarmi. Mi piace quando si apre con me, significa che si fida.
"Lo so. Mi dispiace non averti potuto evitare quel dolore"
"Mica è stata colpa tua" dice giocherellando con la mia mano
"Lo so ma avrei voluto fare di più per te"
"Ti prendi cura di me tutti i giorni. Fai gia tanto" la abbraccio meglio e la sento sospirare
"Devi tornare a scuola tra qualche giorno" la informo. Si irrigidisce e mi preoccupo
"Ehi cosa c'è che non va?" scuote la testa e sorride
"Niente Chris. È solo che ultimamente siamo stati tanto insieme e non voglio lasciarti" dice come una bambina
"O piccolina mia. Lo sai che andare a scuola è importante"
"Si lo so. Ma è un po' che non ci vado e io... Io" è così indifesa
"Ehi piccola Grace, fai bei respiri" ha iniziato a iperventilare e non mi piace
"Ecco brava così" la stringo forte e riesco a calmarla. Mentre dorme suonano alla porta.
"Ehi ragazzi" jhonatan e una Sammy dagli occhi rossi fanno il loro ingresso. Faccio finta di niente e li faccio entrare
"Grace sta dormendo" dico indicandola.
"Anche Sammy dovrebbe dormire" ribatte con tono duro
" Va bene vado" dice rassegnata.  Jhonatan la copre con una coperta e le da un bacio. Mentre le bambine dormono noi andiamo a berci una birra.
"Che succede?" chiedo sedendomi
"L'ho punita e ha smesso di piangere solo quando le ho detto che saremmo venuti qui" dice massaggiandosi le tempie.
"Perché l'hai punita?"
"Non vuole più andare a scuola. Ha iniziato a rompere tutto quello che aveva a tiro. Si è pure tagliata. Sto sbagliando tutto con lei" dice sospirando
"La psicologa che dice?"
" che è molto scossa da quello che è capitato. Che si sente in colpa per Grace" abbraccio Jhonatan, mi sembra che ne abbia bisogno.
" Fidati, stai facendo tutto il possibile. Solo magari cerca di essere un po' più comprensivo. Non mi fraintendere hai fatto bene a punirla ma quando si sveglia parlale e dille che andrà tutto bene. Ne ha bisogno. E comunque nemmeno Grace vuole andare a scuola" dico ridacchiando
" la farei anche studiare a casa ma penso che abbia bisogno dei suoi coetanei"
"Si penso anche io che sia meglio così. Perché non andiamo a parlare con i professori? Spieghiamo loro la situazione" annuisco e vediamo arrivare Samantha in lacrime
"Ehi amore mio" la fa sedere sulle ginocchia e la abbraccia
"Sssh lo so. Andrà tutto bene.  Non sono arrabbiato" riesce a farla calmare e la tiene stretta a se. Li lascio da soli e vado a controllare Grace che si sta svegliando
"Ehi, c'è Samantha di la"
"Lo so l'ho sentita piangere" dice crucciandosi
"È un po' spaventata e Jonathan l'ha punita. Perché non ci parli?" chiedo coprendola meglio. Annuisce e si alza facendo una smorfia.
"Devi fare piano quando ti alzi" dice Jonathan raggiungendoci
"Posso dare un'occhiata?" annuisce e rimane buona
"Tutto apposto" le fa una carezza e facciamo merenda tutti insieme.
Le ragazze sembrano più serene e parlano anche della scuola. Io e Jonathan ci incantiamo a guardarle e ci godiamo questo momento di normalità, consci del fatto che non durerà per molto.
"Allora domani porti Grace da me e le lasciamo con mia sorella" annuisco e ci salutiamo. Chiudo la porta e trovo Grace che mi fissa
" Perché devo andare da Samantha domani? Cosa devi fare?" chiede curiosa. Non voglio mentirle ma so gia che non reagirà bene.
"Io e Jonathan vogliamo parlare con i vostri professori"
"Perché?" chiede allarmata
" perché avete subito un evento traumatico e vogliamo che il vostro rientro avvenga per gradi"
" Ma così penseranno che sono matta" dice mentre la voce le si incrina.
"Perché dovrebbero pensarlo?" chiedo guardandola
"Perché non è normale comportarsi così alla mia età" dice sedendosi sul divano. La raggiungo e la guardo
"Tu hai un passato difficile Grace"
"Lo so, non c'è bisogno di ricordarmelo" dice bruscamente. Provo a toccarla ma si scansa
"Scusa" dice triste
"Mi sento così fuori dal mondo" dice tirando su con il naso
"Lo so tesoro. Ma vedrai che piano piano riuscirai a riprendere tutti i tuoi ritmi. Credo che la scuola ti aiuterà in questo" annuisce e mi abbraccia
"Sogno sempre la sera dello sparo" sussurra. La coccolo fino a che non si tranquillizza e mi riprometto di chiamare la psicologa. Non possiamo andare avanti così

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