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<<Cosa leggi, Mira?>>Camilo entrò in cucina, con una tavoletta di cioccolato mangiucchiata in mano e gli angoli della bocca sporchi.

Finalmente la sua battaglia era vinta. Tià Julieta aveva ceduto e lui aveva ot-
tenuto una piccola parte dell'abnorme bottino che aveva in programma.

Chissà come, riusciva a tramutare la sua faccia in un porcile, e la ruana era in grado di restare immacolata. Che fos-
se magica anche quella?

Probabilmente si, ma Mirabel non lo sapeva. Comunque, Camilo estrasse la sedia dal tavolo e ci si arrampicò.

Mirabel, che quel giorno aveva i riccioli corti raccolti in due codini, aveva i go-
miti posati su un libro di grandezza media e dal titolo sconosciuto.

Sembrava piacerle, visto i lampi di curiosità nei suoi occhi. Si voltò verso di lui e piegò il libro per mostrarglielo.

C'erano immagini strane, di ragazze che facevano uscire dalle loro mani fiori, acqua, fuoco, aria...

Il bambino capì.<<Leggi storie di ragaz-
ze che hanno poteri per farti del male, siccome a quanto pare non ti basta l'uomo panzuto a ricordare che tu non...Hai capito, si?>>Chiese, alzando le sopracciglia.

La ragazzina lo guardò, seccata
<<...Siamo sicuri che il tuo talento sia mutare forma e non...Che so...Leggere la mente?>>Chiese, sarcastica.

<<Mhm...Vogliamo provare?>>Il bam-
bino si grattò il mento, e fece finta di sforzarsi, mentre guardava attenta-
mente la cugina.

<<Stai pensando che io sia molto bello, vero?>>Rise, riuscendo a cancellarle il broncio dal viso.

<<No, sto pensando che tu sia un bur-
lone, un GRAN, burlone.>>Rispose lei, aggiustandosi gli occhialoni con aria di superiorità.

<<Tu mi ferisci>>Tragicamente, Camilo assunse un'espressione di dolore teatra-
le e si portò le mani al cuore come se fosse affranto.

<<Ma che state facendo?>>Dolores era appena entrata nella sala da pranzo. Sembrava davvero confusa.

<<Io? Niente!>>Risposero in coro i due. Dolores scosse la testa come rassegnata, e si avviò verso il portone d'ingresso.

<<Leggiamo?>>Chiese Mirabel, alzando il libro con entrambe le mani come a mostrarglielo. Camilo si allungò sul ta-
volo e lo afferrò con una mano.

<<Si ma non questo>>Esclamò, lancian-
doselo alle spalle con nochalance. Qual-
cosa alle loro spalle si ruppe, ma non parvero farci caso.

<<Seguimi>>Scattarono, e nemmeno avevano messo piede nel cortile che la Casita fece scendere le scale fino al pavimento.

Salirono, e poi svoltarono verso la stan-
za del bambino. La porta si aprì da sola, e Mirabel emise un gridolino di sor-
presa.

Non era mai stata nella camera di Cami-
lo, e ne era molto stupita. Le pareti erano nere e ci "galleggiavano" dei cerchi che sembravano fatti di acqua.

Subito davanti alla porta c'erano 4 passerelle di legno che salivano verso l'alto.

I tunnel erano di varia grandezza, c'è n'era uno alto e largo, uno medio e leggermente stretto, uno basso, alto e lungo e così via.

Probabilmente servivano alle trasformazioni del bambino, e forse tutta la stanza era così.

Camilo le prese la mano, e la guidò verso un tunnel centrale, che sembrava a misura di bambino. Lo oltrepassarono e Mirabel osservava tutto con curiosità.

Camilo e Mirabel || Cugini per la pelle ||Where stories live. Discover now