Ispirazione: Why'd you only call me when you're high – Arctic Monkeys // da Mor_eMe
1853 parole
Stanno ridendo, di nuovo.
Hai detto l'ennesima cosa che ai loro occhi è del tutto fuori luogo, ma che nella tua testa aveva incredibilmente senso.
Vorresti saper spiegare i viaggi che fa la tua testa, i colori che delineano le sinapsi nel tuo cervello e ti fanno perdere in uno spazio che mette in ordine tutto ciò che per loro è stupido e che per te è normale.
Non lo fai, non possono capire. La tua mente è più veloce, sei dieci passi avanti a loro e nessuno se ne rende conto.
Perché loro sono uguali, per loro sei tu quello strano.
Così sorridi, ti stringi nelle spalle e fai scattare velocemente il cappuccio della penna che stringi tra le dita nel tentativo di calmare il battito accelerato del cuore.
Ti concentri su quel "click" rapido, li conti mentalmente e cerchi di ignorare le risate dei tuoi compagni che non si rendono conto di quanto il loro comportamento ti faccia male.
Sai che non sono cattivi, non lo fanno per ferirti.
Kirishima è il tuo migliore amico, è lui che ti aiuta a fare i compiti quando i numeri si spingono uno sull'altro e le lettere si confondono davanti ai tuoi occhi.
Tiene il segno col dito, aspetta pazientemente che tu sappia distinguere la "a" dalla "e", ma a volte ti complichi la vita da solo perché oltre a non saperle riconoscere ti perdi a guardare il profilo gentile del tuo amico. Ascolti la sua voce, pensi che potrebbe essere la melodia della tua canzone preferita e non ti stupisci di vederlo flirtare con chiunque tranne che con te.
Indica senza fretta l'ultima frase, ci metti un po' a distogliere l'attenzione dalla catenina d'argento che accarezza il suo collo ma non puoi farne a meno. La vedi scivolare lungo i muscoli delineati e vorresti solo passarci le dita.Richiama la tua attenzione scuotendo la mano davanti ai tuoi occhi, ti ha beccato in pieno ma non te lo fa pesare.
Fai una battuta, lui ride e ti scompiglia i capelli, poi se ne va e ti lascia nel baratro delle tue emozioni.
È a quel punto che crolli e piangi, perché ti senti un peso che nessuno lascia indietro per pura pena. Nessuno si sorprende dei tuoi fallimenti, sono i successi a lasciarli a bocca aperta.
Perché è assurdo, in fondo, che Denki Kaminari sia in grado di combinare qualcosa di buono senza fare casino.
Stringi i pugni, a volte ti odi e ti chiedi perché la tua mente abbia deciso di giocarti questi scherzi per niente divertenti.
Hai bisogno di fare qualcosa, non sai stare fermo. Se lo fai, i tuoi muscoli scattano e le dita formicolano distraendoti da qualsiasi altra cosa stai facendo.
Così, durante le lezioni, ti ritrovi a riscuoterti da intere mezz'ore in cui le tue pupille hanno fissato il vuoto; ti sei perso tra mondi fantastici, colori brillanti ed avventure pazzesche, ma quando ti riscuoti Bakugou ti guarda esasperato.
Nemmeno lui è cattivo, in fondo. Ha solo un pessimo modo di esprimersi.
Ti lancia il quaderno con gli appunti a fine lezione, lo guardi pieno di gratitudine mentre lui alza gli occhi al cielo e se ne va sbuffando.
Vorresti dirgli che non ti distrai perché sei svogliato, né perché non ti impegni. È che semplicemente, a volte, non riesci a controllare il bisogno di staccare la spina.
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Non v'è altro eterno che l'attimo
FanfictionAttimo: è intorno a questo concetto astratto che si sviluppa questa raccolta di One-Shot. Ho deciso di pubblicare quei momenti, istanti, frammenti che non riesco ad inserire in una storia più complessa ma che mi piacerebbe condividere con voi. E qu...