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[storia ambientata dopo age of ultron]

il mio nome è natasha romanoff.
da sempre ho vissuto nella stanza rossa, il luogo in cui le vedove nere venivano addestrate.
non sapevo cosa significasse veramente la parola amore, non l'avevo mai provato per nessuno prima d'ora. provare amore per qualcuno significa provare sentimenti, proteggere la persona che si ama, una persona che ti fa sorridere, che anche nelle situazioni più buie ti fa stare bene.
questo è amore, ma infondo, tutto questo non fa per me.

quando nick fury mi accolse nello s.h.i.e.l.d. diventai una spia al suo servizio, un agente; dopo di che, venni accolsa da un gruppo, una famiglia, gli avengers.
ormai sono loro l'unica famiglia di cui ho bisogno, le uniche persone che posso considerare importanti, ma sapevo, che non avrei mai provato vero amore per qualcuno.

"natasha, ci sei?" chiese fury.

"si è distratta, come sempre"

"no, ci sono." dissi.

in quei giorni non prestavo molta attenzione durante le riunioni, e ciò non contribuiva alle missioni.
la riunione finì, ed io come sempre ero sovrappensiero.

"hai sentito, natasha?" chiese steve rogers.

io ovviamente non stavo ascoltando, ero troppo distratta. steve si stava accorgendo che c'era qualcosa che non andava.

"nat, stai bene? hai qualcosa da dirci?" chiese l'uomo preoccupato.

"sai, da qualche giorno faccio sempre lo stesso sogno, la fine dello s.h.i.e.l.d., e ho paura, che quel giorno stia per arrivare."

il capitano rimase in silenzio, per poi cambiare il discorso.
"sai, da domani ci sarà un nuovo agente, si dice che sia una donna."

"uao, fantastico." dissi alzando gli occhi al cielo.

"farebbe comodo un'altra donna alla squadra, o magari è la persona giusta per te-"

"steve, io non mi innamoro, non più ormai."

in quella stanza calò il silenzio, l'uomo chiuse lentamente la porta per poi lasciarsi dietro la sua collega, ormai pensierosa e preoccupata di ciò che potesse accedere.

era ora di tornare a casa, alla torre.
ci radunammo per prendere le macchine e non appena tornarti a casa mi sdraiai sul divano, a guardare il soffitto.

"ancora sovrappensiero, romanoff?" chiese la voce di tony

"no, mi stavo chiedendo chi possa essere il nuovo agente." dissi.

"non saprei, tu chi vorresti che fosse?"

"vorrei fosse una persona determinata, che non si ferma mai davanti alle difficoltà, ma anche gentile, altruista e disponibile."

non mi accorsi, che stavo descrivendo alla perfezione la persona perfetta per me.

"sarebbe bello avere una persona così nella squadra, non è vero?" disse clint che intanto stava ascoltando tutto il discorso.

"ovvio, l'ha detto natasha." udii la voce di bruce provenire dal lato opposto del salotto. mi alzai dal divano e andai ad abbracciarlo, forse era lui la persona di cui avevo bisogno.

"ciao bruce." dissi con poco più di un filo di voce.
lui ricambiò il mio abbraccio, sapevo che lui mi amava ma non ho mai potuto parlargli a causa dei troppi impegni come agente, ma finalmente avevo occasione di capire ciò che provavo veramente nei suoi confronti. bruce era una persona speciale, simpatica, gentile e intelligente, l'uomo perfetto per me, o almeno così pensavo.
bruce era una persona d'oro, anche se sapevo di non avere futuro con lui, avevo bisogno di qualcuno al mio fianco.

io non mi innamoro. (o quasi)Where stories live. Discover now