Genere: Fantascienza
Parole: 1715
Tag:@Len_la_semidea_394
Traccia:
"La Luna non esiste. È un ologramma, messa lì da esseri sconosciuti. Una notte dice 'ERRORE 404' dove dovrebbe esserci la Luna. Vai a dirlo al tu* compagn* di stanza ma tutto quello che trovi è un luminoso rosso 'ERRORE 404' dove dovrebbe star dormendo."
La conferenza era finita troppo tardi.
Non ne potevo più di stare chiuso in una stanza con dei vecchi imbecilli che non sapevano risolvere nemmeno una semplice equazione di secondo grado. Poi per cosa? Rispiegare per l'ennesima volta i comportamenti da seguire durante il viaggio. Lo so che manca davvero poco al giorno in questione, ma è inutile ripetere sempre le stesse raccomandazioni, tanto non le ascolta più nessuno. Beato Tyler che ha la febbre, almeno lui può stare a giocare ai videogames senza subire queste stupide ramanzine. La prossima volta mi fingo il morbillo.
Cerco la porta.
L'aria fresca della sera mi punge il viso. Ne ho un disperato bisogno, è come se fossi stato cinque ore in apnea. Il cielo è tempestato da piccoli punti luminosi, dato che questo edificio è molto isolato dal resto della comunità, le stelle si vedono perfettamente senza quei stupidi lampioni. Riconosco immediatamente le costellazioni che mi ha insegnato mamma, prima del progetto mi perdevo a studiarle, mi affascinavano. Ho sempre sognato di raccontare le loro storie a qualcuno che amo davvero, ma è solo uno stupido desiderio.
Poi qualcosa mi distoglie dai miei pensieri. Dove dovrebbe esserci la luna c'è una strana scritta.
ERRORE 404
Il neon luminoso si stampa nella mia mente. Che diamine vuole dire?! Sbatto le palpebre un paio di volte, ma niente.
Ora sono ufficialmente diventato pazzo.
Una nuova parola mi si insinua in testa.
Tyler.
Devo avvertirlo, subito.
Mi precipito nella nostra cabina. Lo trovo con le coperte rimboccate fin sopra la testa. Esito un momento ma poi decido di svegliarlo, è una cosa troppo strana per fargliela perdere.
Tirò le coperte.
-Dio...-
ERRORE 404
La scritta sembra stampata a fuoco. Mi allontano lentamente.
-Ma che ca- non ho tempo di finire la frase.
Cala il buio più totale.
Sono passate due ore da quando è avvenuto il blackout, ed io non faccio che girare alla cieca con la piccola spia luminosa del mio braccialetto come unica torcia.
Non si sente più nulla, non c'è più nessuno.
Sto impazzendo.
Dopo un po' mi ritrovo nella stessa stanza da cui sono partito. Impreco, urlo, non capisco più nulla. Che scherzo è questo? Cosa hanno fatto al mio migliore amico? E per quale diavolo di motivo quella stupida palla gonfiata è scomparsa?
Smetto di torturare il mio cervello, che ormai da troppo tenta di formulare una spiegazione logica a tutto questo.
Poi un rumore mi congela del tutto.
C'è qualcuno.
Mi volto, una strana luce proviene dal corridoio che ho appena percorso, lascia intravedere una figura umanoide, ma né il volto né l'aspetto.
Mi avvicino raggiante, non posso credere che ci sia qualcun altro e così inizio ad agitare le braccia e a chiedere aiuto.
Per l'ennesima volta, la frase mi si spegne in gola.
Mi punta un oggetto contro.
Uno scoppio rimbomba per tutto il corridoio.
Poi, di nuovo, il buio mi sommerge.
Un tizio mi sta fissando.
Per un secondo ho creduto fosse l'uomo di prima, ma non è così.
È un medico, dotato di mascherina e di un bisturi.
Aspetta che?
Non riesco ad alzarmi, e nonostante il panico capisco che non sono davvero lì. Sembra solo un terribile sogno. Il tizio borbotta qualcosa, poi fa per alzare la lama. Non riesco a vedere dove vuole affondarla. Il panico mi inghiotte e mi riaddormento.
Prima di riuscire a provare gioia per essermi svegliato, il dolore mi invade. Potrei volentieri svenire ancora, ma l'aria gelida mi sbatte addosso con una forza tale da graffiarmi la faccia. Solo ora riesco a capire dove mi trovo.
Per quale motivo sono sdraiato su una barella in corsa?
Non credo abbiano mai inventato barelle ospedaliere a motore e l'incessante rumore di passi ed un respiro affannoso dietro la nuca, conferma la mia ipotesi.
Sento la pelle d'oca.
-Perché...ecco...stai cercando di uccidermi?!- chiedo senza aspettarmi una risposta precisa.
Con mia grande sorpresa è una voce femminile a rispondermi.
-Veramente cerco di salvarti. Ringraziami dopo.-
Con molta difficoltà, mi volto a guardarla.
È una ragazza. I lunghi capelli neri svolazzano dappertutto, incapaci di restare intrappolati in un sottile elastico azzurro.
Mi perdo nei suoi meravigliosi occhi blu e non so per quanto ci resto.
Dopo un po' mi arriva un sonoro schiaffone in faccia.
-Guardarmi come se fossi Gesù non aiuta sai?-
Mi sento un idiota.
-Ciao.-
Lei si limita a scuotere la testa, ma noto una piccola traccia di un sorriso.
-Ecco...dove stiamo andando di preciso?- chiedo, tornando a guardare avanti. La nausea, però, me ne fa pentire amaramente.
-E già che ci sei, potresti rallentare?-
-Primo: ti porto in un posto sicuro, secondo: se rallento ci prenderanno, quindi prova a non vomitare come un neonato.-
Ci proverò.
-Questo sarebbe il tuo posto sicuro?- chiedo provando a scendere dalla barella. Improvvisamente un capogiro mi fa cedere le gambe, ma la ragazza riesce a prendermi in tempo. Passiamo un minuto buono a fissarci. La guardo imbambolato, ma la paura di un altra sberla mi fa distogliere lo sguardo.
-Ecco...dovrai accontentarti di una grotta per il momento...- annuncia imbarazzata.
Mi aiuta a sedermi su un masso molto scomodo, però non me ne curo. Voglio solo sapere cosa succede.
Incredibilmente, lei mi legge nel pensiero.
-Ti volevano ammazzare.- sbotta, dopo aver indulgiato qualche secondo.
-Cosa?!-
-Ascolta.- Prende un respiro profondo. -Non so cosa succeda di preciso. Anche io provenivo dall'equipaggio della spedizione, anche se ho il sospetto che sia tutto fuorché una spedizione... Comunque, improvvisamente ho notato queste scritte un po' dappertutto, nella mia compagna di stanza, sul sorvegliante e...sulla luna. Fatto sta che ti avevano sparato, o almeno credo. Le uniche persone ancora "vive" eri tu, seppur in coma e qualche medico. Ho visto che ti volevano uccidere e...beh ti ho salvato.- cerca in tutti modi di non incrociare il mio sguardo, ma io mi alzo e le poso una mano sulla sua.
-Grazie.- dico il più sinceramente possibile.
-Di nulla.-
Poi una domanda mi si infila in testa con la stessa rapidità della luce.
-Come ti chiami?-
-Maya.-
-Piacere madame Maya! Io sono Lucas, al suo servizio!- dico facendole il baciamano.
La sua risata sembra illuminare la grotta.
Io e Maya siamo in un supermercato.
È incredibile il fatto di poter rubare ciò che ci serve, tanto il proprietario dorme. In realtà pensavo di passare prima dalla polizia, (siamo solo due adolescenti fuggiti da un posto deserto e abbastanza inquietante, in fondo), ma Maya ha risposto che il supermercato era più importante.
Stiamo passando tra i pochi scaffali, e nonostante le luci che sfarfallano, il temporale che sta arrivando e l'atmosfera tetra in tutto ciò, tenerle la mano mi rende più umano. Spero che non se ne accorga.
Stava giusto afferrando una scatoletta di carne quando una sirena ci mette sull'attenti. Dalla finestra si intravedono delle auto, Maya si nasconde ma non capisco il motivo, in fondo stavamo proprio cercando loro. Mi avvicino alzando le mani e mi ritrovo dei fucili contro. Capisco troppo tardi.
Non è la polizia.
Uno dei tizi assomiglia vagamente a Maya ma molto più vecchio e brutto. Manco a farlo apposta carica l'arma, non ho il tempo di urlare.
Mi ritrovo lei davanti, il proiettile non l'ha sfiorata.
-Spostati idiota.- afferma l'uomo.
-Mai.- mi prende la mano e con uno scatto improvviso mi trascina via.
Mille domande mi frugano in testa mentre fuggiamo, e per l'ennesima volta tutto sembra troppo assurdo. Qualcosa mi colpisce ma non ci faccio caso.
Stiamo ancora correndo, Maya non fa altro che tirarmi, ma le gambe non c'è la fanno. Dopo un po' ci fermiamo, vederla sollevata mi rasserena, li abbiamo seminati. Solo ora mi rendo conto di quanto è bella, solo quando lei mi guarda e il suo sguardo si riempie prima di dolcezza e dopo di orrore, solo quando cado a terra.
-No!- mi prende appena in tempo, e mi ritrovo con la testa sul suo grembo. Mi sento in paradiso anche se mi hanno appena sparato.
-Non lasciarmi ti prego!- lei urla tra le lacrime, io le prendo il viso tra le mani.
-Ti amo Maya.-
-No! Non deve finire così! Devi uccidermi!-
-Cosa?- chiedo inorridito.
-Io non posso amarti, mio padre ti ha sparato. Lui vuole appropriarsi di tutto, vuole controllare gli ologrammi, riprogrammare il mondo! Lo fa da secoli, ma sei tu ad impedirlo ogni volta...- biascica tra i singhiozzi.
-Cosa vuoi dire?-
-Io sono un ologramma Lucas! Non posso essere uccisa, tranne da te. È una specie di collegamento con la Luna! Il primo ologramma che è stato mai creato. La Luna non esiste non capisci? Fin dall'antichità è sempre stato così. Tua madre era una dea, la dea della Luna , lei si occupava di tenerla in vita, non ti sei mai chiesto come conosceva tutte le costellazioni? Anche quelle mai scoperte? Quando sei nato, il tuo compito era uccidermi, ed eri l'unico che poteva farlo. Da sempre si ripete un loop, quando mio padre riesce ad impossessarsi della Luna, compariamo noi, che cerchiamo di ucciderci a vicenda. Io non ci sono mai riuscita e tu in un modo o nell'altro lo facevi. Ma dopo non ricordavi nulla, io invece si. Sapevo tutto di te, dalla tua prima vita, sono sempre stata al tuo fianco, ti ho amato in silenzio e aspettavo la morte ogni volta. Ti risvegliavi sempre in una vita diversa e non ricordavi nulla di me, di noi. Non puoi morire o mio padre trionferà, devi uccidermi ti prego.-
La vedo implorarmi e mettermi una pistola in mano.
-Non lo fa-
-Fallo.- mi sorride, e trascina la mia mano sulla tempia.
La bacio. Per la prima, ultima o forse infinita volta.
Premiamo insieme il grilletto.
-Lucas sapresti spiegarmi cos'è un equazione di secondo grado?-
La voce della prof mi risveglia dai miei pensieri, ma non faccio in tempo a rispondere.
Qualcuno bussa alla porta.
Tutta la classe si gira davanti la nuova arrivata.
La prof la presenta a tutti, ma lei la ignora.
Lei guarda me e sorride.
I lunghi capelli neri le danno un aria vagamente familiare.
Senza un preciso motivo le sorrido anch'io.
Poi un neon attira la mia attenzione.
Dalla finestra, dove dovrebbe esserci la Luna che avrebbe dovuto succedere il sole tra qualche ora, c'è una scritta.
ERRORE 405
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ᴹʸ ᵒⁿᵉ⁻ˢʰᵒᵗˢ
Historia Corta"ʟᴀ ʙᴇʟʟᴇᴢᴢᴀ ꜱᴛᴀ ɴᴇʟʟᴇ ᴘɪᴄᴄᴏʟᴇ ᴄᴏꜱᴇ" || raccolta di storie brevi || [Se stai leggendo questa storia su qualsiasi piattaforma diversa da Wattpad, è possibile che tu sia a rischio di malware. Per tanto ti conviene andare su Wattpad, sull'account @theg...
