5

4 1 2
                                    

Sunflower si svegliò nel cuore del notte, a causa di alcuni rumori provenienti dalla cella di Cassandra. Il mozzo si alzò pigramente dalla sua amaca e si incamminò piano piano verso i rumori. Ora li distinse chiaramente. Erano dei gemiti di dolore e mugugni di un nome. Sunflower deglutì impaurita, temendo il peggio. -Non dovrei lasciarla sola di notte, i pirati potrebbero farle qualcosa di orribile.- mormorò lei, accelerando il passo.

Sunflower si guardò intorno ma non c'era nessuno a sorvegliare la cella di Cassandra. Ma allora come mai faceva quei versi? Il giovane mozzo si avvicinò alla cella, anche se una parte dentro di lei le diceva di tornare subito a dormire sull'amaca. Lei si sporse per vedere meglio e vide la prigioniera sudata e rannicchiata a terra, intenta a toccarsi le parti basse. -Varian... Varian, ti voglio dentro. Devo sentirti ora.- borbottò Cassandra, mentre digrignava i denti. Sunflower non aveva idea di chi stesse chiamando Cassandra ma riconosceva molto bene quello che stava facendo per esperienza personale. -Decisamente, una ragazza più saggia lascerebbe stare ma io voglio continuare a vedere questa bellissima creatura.- Era una pessima idea ma Sunflower restò con Cassandra, almeno per un paio di minuti. Quest'ultima continuò con la masturbazione, continuando a dire Varian e di volerlo dentro di sé. Sunflower allungò una mano verso di lei ma la ritrasse subito. Probabilmente, si sarebbe svegliata e le avrebbe dato addosso per averle tolto il piacere. Sunflower scosse la testa e decise di andarsene. Cassandra non aveva finito di masturbarsi nel sonno.

Sunflower sospirò, ripensando a quel ricordo. Era stata fin troppo invadente nei confronti di Cassandra ma era sicura di aver rimediato, stando lontana da lei per tutto quel periodo. Il capitano aveva smesso di usare il suo bastone per camminare, nonostante zoppicasse sempre, ma lo teneva nella sua cabina, dato che poteva servire come arma. Sunflower si tolse i pantaloni, essendo nella cabina, e si guardò la ferita. Ormai lo faceva ogni giorno, da quando aveva ripreso i sensi sulla nave. Sorrise, nel vedere che ora lo squarcio sulla coscia si era completamente cicatrizzato e non avrebbe più sanguinato per ogni nonnulla. Doveva solo starci attenta, per i prossimi combattimenti. Sunflower si sistemò i pantaloni ed uscì dalla cabina, assaporando il profumo della brezza marina di prima mattina. Aveva lasciato dentro il bastone di proposito. Ora tutti avrebbero visto quanto fosse diventata forte.

Sunflower passò in rassegna sul ponte della nave. Le ragazze le fecero cenni di saluto, mentre la Leonessa sorrise commossa, quando il capitano la ringraziò di cuore per essersi presa cura di lei. Il Guercio informò Sunflower che i lavori sugli alberi rovinati dalla tempesta erano finiti, perciò il capitano concesse ai pirati di riposarsi per qualche giorno. Poi volle essere lasciata sola, quando si ritrovò faccia a faccia con Albatros e alcuni mozzi, tra cui il vecchio Dente Molle. Quest'ultimo aveva imparato a rispettarla ma l'artigliere non ancora.

Fin da quando Sunflower si era ripresa, Albatros aveva dichiarato che non avrebbe mai obbedito a un capitano così dolce e melodrammatico. Lei ricambiò il suo sguardo duro, ripensando a tutto ciò che le aveva fatto. -Vuoi lamentarti di qualcosa anche oggi, Albatros?- domandò lei. L'artigliere aggrottò la fronte e incrociò le braccia al petto. -Hai avuto solo fortuna a uccidere Shadow. Non ne avresti mai avuto il coraggio, se non fossi stata incoraggiata da quella prigioniera, di cui ti sei innamorata.- Albatros ridacchiò, mentre Sunflower stringeva le mani a pugno. -Oh, sì, dimenticavo. Neanche lei ricambiava i tuoi sentimenti perchè aveva un altro. Come ci si sente a innamorarsi sempre di persone già fidanzate?- Sunflower non ci vide più dalla rabbia e si scagliò addosso all'artigliere, sbattendolo contro la balaustra, a pochi metri dal cannone. Prima che l'uomo potesse reagire, Sunflower sguainò il coltello dalla cintura dell'avversario e gliela puntò alla gola. -Dillo un'altra volta e il tuo corpo si sporcherà di rosso. Ritira subito quello che hai detto.- sussurrò lei. Tutti i pirati fissarono la scena ammutoliti. Persino Albatros non volle ribellarsi al capitano. -Va bene, ritiro tutto. Lasciami andare, abbi pietà di me.- Sunflower non lo fece subito. Anzi, inflisse un piccolo taglio sul collo dell'artigliere, facendoglielo sanguinare. -Tu non hai avuto pietà di me, quando avevo bisogno di aiuto. Ma ti lascerò andare. Questa volta.- decise Sunflower, mettendosi in tasca il coltello, e si allontanò a passo incerto. I mozzi aiutarono Albatros a rialzarsi e a disinfettarsi il collo. Il capitano lanciò sguardi truci alla sua ciurma, anche se non aveva fatto nulla. -Sono anche buona e cara, ma se perdo la pazienza, saranno guai per tutti. Non sono più quel mozzo impaurito e innamorato, ora io sono il capitano dello Squalo. Il tempo in cui avevo paura è finito!- dichiarò lei, tenendo in alto il coltello. L'equipaggio urlò il suo nome, a mo di trionfo, in particolare il Guercio, Medusa, Jack e Liam. Sunflower sorrise e ripose il coltello in uno dei suoi stivali. Ora si era davvero guadagnata il rispetto di tutti i suoi pirati.

The New CaptainDove le storie prendono vita. Scoprilo ora