CAPITOLO 21: LA MESSAGGERA DEL SOGNO

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Entrambi si girarono, e si ritrovarono a pochi millimetri dal volto di Alice, che li aveva afferrati e si era praticamente frapposta tra loro. Non ci avrebbero giurato, ma ebbero entrambi la sensazione che stesse ringhiando.

"Alice!"

Milena afferrò la bionda e la tirò indietro, brandendo in contemporanea la pagaia e sferrandole con essa un pesante sculaccione.

"Ahia!" gridò la bionda, voltandosi di scatto verso la maestra e massaggiandosi il sedere "Che ho fatto stavolta?!"

"Non mi è piaciuto il modo in cui li hai afferrati." spiegò la maestra, riponendosi in cintura l'oggetto retributorio "Metti un freno agli ormoni, signorina, o ci penserò io."

Sbuffando pesantemente, Alice scrollò le spalle si posizionò dietro di loro, protendendo con stizza la mano verso Eleonora, che nel frattempo si era avvicinata.

La figlia dell'edicolante esitò un attimo. Non le piaceva l'idea di tenerla per mano, ma il pensiero della pagaia fu sufficiente a farle vincere la propria recalcitranza e a farle afferrare la mano della rivale.

Una volta che le loro mani si furono unite, Alice la guardò dritta negli occhi. Sembrava furiosa. L'espressione che aveva era diversa dalla solita luce inquietante. Eleonora non poté fare a meno di chiedersi se non ci fosse di più in lei che un semplice desiderio di possesso.

"Tutto bene?" le chiese, d'istinto.

La bionda fece un'espressione disgustata, replicando secca "Bada ai fatti tuoi, poppante."

Quell'attimo di umana compassione che Eleonora aveva avuto fu spazzato via da quella risposta.

Senza rispondere, la castana contraccambiò uno sguardo ostile e poi voltò la testa dall'altra parte.

Milena si posizionò infine dietro di loro, chiudendo la fila. Quando tutti furono pronti, Rossella aprì la porta ed uscì, conducendo la colonna alla destinazione seguente.

La maestra Tata condusse i bimbi di nuovo nella stanza della ricreazione, e subito voltò alla propria sinistra, imboccando la porta che entrando dalla parte opposta della sala avevano sulla destra, quella con la targhetta con scritto "stanza della nanna".

La donna aprì la porta ed entrò all'interno, seguita da tutti gli altri.

Riccardo si guardò intorno, una volta nella nuova stanza, e subito cercò di analizzare l'ambiente circostante.

Era una stanza parecchio grande, con due file di lettini per bambini sul lato destro e sul lato sinistro, che correvano lungo i muri. Chiaramente quelli erano destinati ai veri bambini dell'asilo. Tali mura erano di una tinta azzurro pastello, con disegni di nuvole rosa pastello nella parte alta e adesivi con facce di animaletti sorridenti qua e là. Ai quattro angoli in alto c'erano degli altoparlanti.

Ma il dettaglio che colpì tanto Riccardo quanto le ragazze era sul lato opposto rispetto all'entrata della stanza: lungo il muro frontale c'erano tre enormi culle-lettino, tipo quella in cui tata Sonia aveva fatto dormire Riccardo la notte prima, ma queste sembravano abbastanza spaziose per permettere a due persone di coricarsi all'interno. Sopra ogni culla vi erano appesi dei cartonati rappresentati il sole, la luna ed i pianeti. Infine, vicino alle culle vi era quello che sembrava un forziere piratesco.

Rossella si posizionò proprio davanti alle culle, dando ad esse le spalle, Milena si mise al suo fianco e i ragazzi si misero in riga davanti a loro.

"Quelle sono... culle biposto?" fece Riccardo, a bocca aperta.

"Esatto, amore." rispose Rossella, sorridendo "Dormirete in coppie."

"E dobbiamo dormire col nostro compagno di banco?" chiese Alessandra.

La TatocraziaWhere stories live. Discover now