11.𝓝𝓮𝔀 𝓞𝓻𝓵𝓮𝓪𝓷𝓼.

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Era una giornata di pioggia, lo scoprii, sentendo le varie goccioline contro la finestra di vetro della mia stanza, che si affacciava sul centro della grande mela.
Aprii un occhio, e come prima cosa, vide che era ancora buio fuori, e c'erano solo le luci dei lampioni, questo era un ottimo segno, voleva dire che avevo ancora tempo per dormire, ma per sicurezza, mi girai a guardare la sveglia, che aveva un tono minaccioso, riposta sopra il comodino, accanto ad una foto mia, insieme a Peter, che sorride.
Quanto mi mancava, non passava giorno, che non pensassi a lui...e anche a Kol, che nonostante tutto il tempo che fosse passato, continuavo ad amare, e speravo di incontrare.
Erano solo l'una del mattino, e io mi sarei dovuta alzare alle sei.
Il mio lavoro, era a due passi dal mio appartamento, e incominciavo alle otto e mezza, ma preferivo alzarmi prima, per svegliarmi e fare colazione con calma.
Richiusi gli occhi, e mi addormentai subito.
Dopo quelli che a me sembravano essere cinque minuti, suonò la sveglia, segnando con le sue lancette nere, le sei esatte.
Sbuffai, e mi girai dall'altro lato.
Stava ancora piovendo.
Io amavo le giornate di pioggia, ma soltanto, quando ero a casa, sotto le coperte, a bere una cioccolata calda, e a guardare film drammatici, ma per fortuna era venerdì, e oggi avrei lavorato fino a mezzogiorno.
Sospirai, e mi alzai.
Andai in cucina, e mi preparai una tazza di latte schiumato, misi dentro del caffè e mescolai.
Afferrai la tazza, e mi sedetti davanti l'isola della cucina, e iniziai a sorseggiare la mia bevanda calda.
Una volta finito, misi il tutto nel lavandino, gettandogli dentro un po' di acqua, e andai a prepararmi.
Entrai in bagno, mi lavai il viso e i denti.
Mi truccai leggermente, mettendo solo un po' di ombretto rosa e del mascara nero.
Attaccai i capelli in un'alta coda di cavallo, e andai a vestirmi.
Indossai un pantalone nero ed una camicetta bianca, con sopra una giacca nera, e degli stivaletti dello stesso colore.
Afferrai le chiavi di casa, le infilai nella borsetta, ed uscii.
Una volta fuori, mi resi conto di essermi dimenticata l'ombrello.
Guardai l'ora, ma avevo davvero poco tempo, così misi la borsa sopra la testa, ed iniziai a correre sotto la pioggia, che per mia strana fortuna, si era calmata.
Dopo aver fatto arrabbiare vari automobilisti, tagliando loro la strada, arrivai a lavoro.
Sospirai.
Ad accogliermi ci fu subito la mia assistente Camilla, nonché una mia amica, che quando mi vide sospirò.

C."Dove l'hai lasciato l'ombrello?"

Risi.

Io."A casa, ovvio..."

Dissi in tono scherzoso.
Afferró la mia giacca, e la mia borsa, e ci dirigemmo nel mio ufficio.
Sul tavolo trovai un bicchiere dove dentro c'era del caffè con della panna, mi girai e la guardai.

C."...Non c'è di che...ah...il capo vuole parlarti..."

Sospirai.

Io."Okay, grazie."

Mi fece l'occhiolino, ed uscì.
Afferrai il bicchierone, e sorseggiai un po' del caffè, poi presi un lungo respiro, ed andai verso l'ufficio del mio capo.
Bussai, e sentii la sua voce roca.

Pa."Entra pure."

Entrai.
Era seduto davanti la sua scrivania, con quei suoi soliti occhiali da Harry Potter.

Pa."Buongiorno Mary...prego siediti...ho una notizia da darti."

Mi sedetti.

Io."Buongiorno a lei Paul."

Portò le mani sulla scrivania, e le unì.

Pa."Ho bisogno di te, per scrivere un articolo su della cronaca nera a New Orleans..."

{𝓛𝓸𝓿𝓲𝓷𝓰 𝔂𝓸𝓾 𝓲𝓼 𝓪 𝓵𝓸𝓼𝓲𝓷𝓰 𝓰𝓪𝓶𝓮}Where stories live. Discover now