Slice of Life

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 Ho quasi 30 anni e sono un professore di inglese in un liceo di Kyoto. Vengo da un paesino situato tra le Alpi Piemontesi e ho fatto molta strada per arrivare dove sono adesso. Da che ricordo, quando ero adolescente ero molto interessato al paese del Sol Levante per vari motivi che cambiavano col tempo. La colpa si può dire che fu degli anime, soprattutto quelli fantasy. Poi iniziai a interessarmi a un genere particolare: lo slice of life. Nelle opere di questo genere i protagonisti sono studenti liceali che devono far fronte ai vari problemi della loro età; tuttavia, non viene mostrato il lato oscuro dell'istruzione giapponese nella vita reale, piuttosto, l'atmosfera è abbastanza tranquilla. Grazie o per colpa di questo genere alla fine del liceo pensai al fatto che essere un insegnante per me sarebbe stato molto più interessante che lavorare come dipendente di una qualche impresa. Fu così che decisi di entrare alla facoltà di lingue e studiare inglese e giapponese. Rimasi fuoricorso per diversi mesi, ma riuscii a laurearmi presentando una tesi interessante. Alla fine, avendo risparmiato abbastanza, decisi di partire per il Giappone e raggiungere il livello JLPT 5, impiegando più di un anno. Ebbi diverse opportunità di lavoro come traduttore, ma ero intenzionato a diventare professore e, alla fine, superai il concorso per insegnare in un liceo della periferia di Kyoto.
Il lavoro mi piace e gli studenti mi apprezzano per la mia mentalità aperta e il mio sostegno nell'aiutarli a sviluppare un metodo di studio. Eppure, avverto un inconscio senso di nostalgia quando sto in classe o passeggio nei corridoi, sarà perché lavoro a contatto con ragazzi e ragazze in fase di sviluppo. Potrebbe essere nostalgia dei miei tempi del liceo? Non credo proprio vista la mia situazione socio-sentimentale ed emotiva di quei tempi; avevo pochissimi amici e amiche, di cui non mi fidavo del tutto. Per di più, avevo poche occasioni per uscire, sia perché non avevo i mezzi, sia perché mancava il tempo.                                                                                                     
Riflettendoci, credo di aver capito, forse...                                                                                                         Quando ero adolescente desideravo essere protagonista di uno di quegli anime; è ovvio che era solo un'illusione, tutto il mondo è paese e molti miei alunni hanno gli stessi problemi che avevo io alla mia età. In poche parole, sono arrivato fin qui a causa di un'illusione, ma non me ne pento. Impegnandomi sto cercando di diventare un buon insegnante (almeno spero); ho trovato una ragazza molto simile a me e ci siamo fidanzati; non mi annoio come in Italia perché ci sono tanti posti interessanti da vedere e posso muovermi in modo autonomo. Inoltre, da anni sono interessato allo shintoismo, motivo per cui vado spesso nei templi della città e ne visito sempre di nuovi.
Crescendo ho capito che la felicità non è un obiettivo, né un luogo, né una persona, ma un sentiero che possa dare soddisfazioni nel corso della vita.

Racconti brevi o brevissimiWhere stories live. Discover now