Ecco che suonava la sveglia alle 06:30 del mattino, la sveglia che segnalava che era il mio primo giorno nella nuova scuola in Texas.
Qualche giorno prima ero arrivata dall'Australia con mia madre a casa dei suoi genitori per cavarcela un po.
Mia madre non stava più reggendo
con il lavoro e l'unica soluzione era andare dai suoi genitori e rimanere lì per un bel po, anche se sapevo che per me non era lo stesso.
Mancava poco ai miei ultimi respiri, avevo smesso di seguire le cure da qualche settimana e in parte mi sentivo libera, dall'altra parte il dolore si era duplicato, e la cosa peggiore era che mia madre non sapeva nulla, lei credeva che io stessi continuando a curarmi.. Io le mentivo solo per non farla preoccupare e in gran parte stavo il doppio male per quel motivo.
Quando mi decisi ad alzarmi, ebbi il buongiorno con una forte tosse accompagnata dall'asma, mi mancava il respiro e non smettevo di tossire, mi allungai velocemente all'inalatore sul comodino pronto ad essere usato e una volta presa la dose giusta, iniziai a calmarmi.
"buongiorno a me."
Dissi ironicamente ormai arresa è stufa di quei soliti risvegli.
Per il primo giorno di scuola misi dei semplici leggins neri e una felpa bianca con la scritta "Fuck off" insomma un ottimo inizio ed ottime figure con una felpa simile a scuola, ma a me piaceva e l'avrei messa a qualunque costo.
Mi truccai molto, forse anche troppo, dovevo coprire ogni segno della mia brutta cera, coprire le fosse dei miei occhi, le mie labbra sempre più bianche, il mio viso ogni giorno ancora più pallido..
Odiavo vedermi in quel modo, io stavo morendo.
Ogni giorno sempre di più, ed ero dannatamente stufa di vedere quella cera su di me, volevo che finisse tutto anche al più presto.
Non feci colazione, non avevo fame e di lunedì chi ha voglia di fare tante cose? Io non ero una persona chissà quanto attiva d'altronde.
Salutai mia madre rassicurandole di aver portato tutto il necessario e dopo aver salutato anche i miei nonni, uscii di casa e mi diressi con lo zaino a scuola, fortunatamente pochi passi dovevo fare quindi non mi sarei nemmeno affaticata con quel peso sul mio copro.
Quando arrivai a scuola, restai sbalordita da quanto fosse bella da fuori, insomma sembrava tutta appena ricostruita, e non vi dico l'interno, sembrava una di quelle scuole che si vedono solo nei film amaricani, quelle scuole che ti puoi solo sognare, eppure ero lì presente.
Come sempre trattenni tutto in me, sul mio volto c'era solo apatia, i miei occhi erano parecchio spenti e raccontavano solo dolore e delusioni, sicuramente non avrei attaccato con nessuno o almeno credevo.
Alla prima persona che vidi lungo il corridoio, mi avvicinai e poggiai una mano sulla sua spalla in modo da richiamare la sua attenzione.
"Hei, scusa potre-"
Mi bloccai quando quel ragazzo si girò verso di me.
Alto? Eccome. Bello? Si, cazzo.
"Ehi, cosa succede?"
Sentí dire quelle parole quasi allarmato visto che mi ero bloccata e molto probabilmente avevo la bocca aperta in condizioni da "ORA CREPO"
Ci misi un po a riprendermi, il tempo di squadrarmelo tutto insomma.
Aveva la pelle quasi color caffè se non più chiara, occhi scuri color nocciola e capelli castani pieni di riccioli.
Un naso tremendamente perfetto, spalle grosse e possenti che ti ci potevi perdere solo a toccare con una mano.
Avrei voluto abbassare lo sguardo ancora più in basso ma quel ragazzo mi fissava già, forse perché non parlavo più da qualche minuto? Beh lì posso dire che l'anima era fuori dal mio corpo.
"scusa.. Non volevo disturbati. Volevo solo chiederti se sai dov'è il penultimo anno sull'indirizzo moda.."
Dissi quando finalmente mi ripresi e per la prima volta mi sentivo imbarazzata nel palrare a qualcuno, forse perché era la prima volta dopo quasi quattro anni?..
Il ragazzo mi guardò come se fosse sorpreso dalle mie parole e mi rivolse un caloroso sorriso che mi diede uno strano calore, insomma ho sempre sentito freddo e il suo sorriso a momenti non mi ustionava il copro.
"Tu dovresti essere la ragazza nuova? Piacere di conoscerti sono Ethan Evans, frequento l'ultimo anno in Sportivo, sono conosciuto qui a scuola perché sono il caposquadra della squadra di football.
Tu come ti chiami?"
Lo ascoltai e ritornai apatica come sempre quando mise in mezzo il fatto di essere conosciuto per una cazzata come quella. Probabilmente era uno di quei stronzi che si scopava tremila tipe con il grande flex di essere caposquadra di una scuola.
Imbarazzante, ecco come lo trovavo.
"Il mio nome non ti deve importare. Ti ho solo chiesto dove posso trovare la mia classe non chi sei o cosa fai.
Non voglio perdere tempo quindi sbrigati o chiedo a qualcun altro."
"oh, il piacere è tutto mio Il mio nome non ti deve importare.
Sono felice che stai bene e anch'io, la tua classe è proprio accanto a noi due, dovevi solo girarti bambolina"
Disse con un sorriso stampato sul viso, un sorriso più che divertito e fottutamente irritante, gli avrei tirato più che volentieri una testata in bocca.
Roteai gli occhi e anche se presa dal imbarazzo che fortunatamente non mostravo, non dissi nient'altro e mi avvicinai alla classe entrando subito, le lezioni non erano ancora iniziate, c'erano due o tre ragazzi e ragazze in classe, tutti messi a gruppetti che parlavano tra di loro.
Io invece, presi posto in dietro a tutto e usai il mio telefono tenendo lo sguardo fisso solo lì.
||SPAZIO AUTRICE||
okay questo è il primo capitolo, come vi è sembrato?
Se ci sono degli errori fatemi sapere che li correggo subito.
Alle 4/5 stelline e dei commenti, posterò il secondo capitolo, grazie mille per il supporto a chi legge la mia storia ❤️
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Fino All'ultimo Respiro
RomanceSin dai quindici anni, Allison ha scoperto di avere una malattia terminale che le impedirà di seguire il proprio sogno, la scrittrice. Solo arrivata ai diciotto anni decide di darsi alla vita ma qualcosa la ferma da un passo dalla morte, un ragazzo...
