~Cap.3

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~Cap.3

"Puoi chiudere gli occhi davanti a quello che non vuoi vedere, ma non puoi chiudere il cuore davanti a quello che non vuoi sentire."

-Johnny Depp

Quando Harry aprì la porta del piccolo bar un rumore armonioso invase per qualche secondo le mie orecchie, facendo voltare qualcuno verso di noi. Le pareti della stanza in cui entrai erano dipinte di bianco, i tavolini, occupati da ragazzi per la maggior parte, erano colorati di rosa, molto chiaro, come le sedie. Era un locale accogliente, nonostante fosse piccolo era molto grazioso.

Seguii il ragazzo davanti a me, fino ad uno dei tavoli, attorno a cui ci sedemmo uno di fronte all'altro. Harry sospirò pesantemente, mentre io abbassai lo sguardo. Era strano essere lì con lui, pesavo che non avrei mai più rivisto il suo viso, adesso mi sembrava tutto surreale. E, credevo che anche per lui fosse strano, che fosse a disagio almeno quanto me. Non mi ero mai sentita in quel modo con Harry, ma dopo tutto quello che era successo, credevo fosse il minimo.

Nessuno dei due aveva intenzione d'iniziare a parlare ed io non sapevo cosa dire. Non sapevo se essere arrabbiata con lui, infondo, era stato travolto da un qualcosa più grande di lui, che non aveva saputo controllare. Ma non ci aveva neanche provato, aveva semplicemente accettato le scelte di un'altra persona. Mi sentivo davvero confusa, non sapevo come comportarmi, ma non potevo negare che mi era mancato, molto.

-"Sono felice di averti rivista." la voce di Harry era bassa, faticai a sentirla, mentre lentamente riportavo lo sguardo su di lui. I suoi occhi smeraldo erano più intensi del solito, guardavano i miei e mi veniva difficile reggere il suo contatto visivo.

-"Se non fossi andato via, mi avresti potuto vedere quando volevi." sbottai, probabilmente il mio tono era più duro di quanto avrebbe dovuto essere. Non ero arrabbiata con Harry, ma ero ferita, ferita dal suo comportamento. I suoi occhi si aprirono un po' di più alle mie parole, forse inaspettate.

-"Mi dispiace, mi dispiace davvero per come sono andate le cose, tra noi." sussurrò, sapevo che era sincero. Ormai, conoscevo bene Harry ed ero sicura che fosse realmente pentito, ma non aveva fatto nulla per rimediare, per incontrarmi. C'eravamo rivisti solo per una stupida coincidenza, se non fossi venuta a Londra, io, se non fossi entrata in quel negozio, le cose non sarebbero mai cambiate. Perché lui non voleva che cambiassero.

-"Non mi hai neanche detto addio, Harry. Sei sparito." sibilai, spostando lo sguardo su qualcos'altro. Mi sentii improvvisamente triste, mentre venivo travolta dai ricordi. Odiavo ricordare.

-"Non avrei voluto farlo, ho sbagliato, ho davvero sbagliato. Eri importante per me, lo sei." ammise, il suo sguardo era dolce, come il tono di voce che stava usando. Le sue labbra si curvarono appena in un sorriso, la sua mano cercò di poggiarsi sulla mia, sul tavolo, cosa che non gli permisi di fare, scuotendo piano la testa.

-"Non mi hai chiamato, non hai mai cercato di contattarmi. Mi hai dimenticata." affermai, sinceramente. Lui era riuscito ad andare avanti subito, a dimenticarsi di me. Io no, non subito almeno. Loro erano delle persone talmente importanti per me, avevo trascorso ore a piangere in quella stanza d'albergo, avevo cercato di ricontattarli fino al mese successivo.

-"No, non è vero, non devi neanche pensarlo, Lorelay. Sei sempre stata nei miei pensieri, sempre. Non sai come sono andate realmente le cose, piccola."  una delle sue mani sfiorò la mia guancia, prima di costringermi ad alzare lo sguardo. Il nomignolo che aveva usato per me mi fece sorridere leggermente, mi era mancato sentirmi chiamare in quel modo da lui. "Perdonami, Lorelay, torniamo ad essere amici." mi pregò, io sospirai una seconda volta.

Mine 2Onde as histórias ganham vida. Descobre agora