7. ci basta il nostro sguardo

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Erano passati quattro giorni, l'indomani si sarebbe svolto il Gran Premio di Silverstone e io non potevo essere piú in ansia di quanto giá ero.
"Hey svegliati svegliati svegliatiii"
Stavo benissimo a letto, anche se senza rendermene conto avevo occupato la stanza dell'hotel di Charles; ma poi sentii un rompipalle urlarmi addosso di scendere dal letto.
"Ma che vuoi?"
"Voglio che vieni a fare colazione che oggi ci sono le prove libere e io ho bisogno di una buona compagnia...E poi perché tuo padre mi ha chiesto di portarti siccome deve parlarti" disse quest'ultima frase un po' piú a bassa voce, come se sapesse che per me era un punto dolente.
Ci preparammo e arrivammo al circuito in tempo per delle brevi interviste a Sky e Netflix che a era pronta piú che mai ad una nuova stagione della serie "Drive to survive"; dopodiché salutai Charsy (come lo chiamavo io) ai box della sua scuderia mentre io mi diressi verso il mothorome della McLaren pronta a rivedere mio padre dopo quattro giorni.
"Hope"
"Ciao pa' "
"Sono felice tu sia venuta, pensavo non volessi piú vedermi..."
"No pa', non potrei mai, sai quanto ti voglia bene, solo non so cosa mi stia succedendo in questo periodo..."
"Tesoro ho davvero sbagliato a dare la macchina a cui eri piú legata ad un ragazzo che tu appena conosci.
Te l'aveva regalata tuo nonno e non hai idea di quanto me ne sia pentito"
"Tranquillo papá non importa, tanto Lando mi sembra davvero un bravo ragazzo"
Anche se dissi questa frase con tono spento, quando mio padresentí quel nome gli si illuminarono gli occhi
"Si é vero...e so che diventerete buoni amici col tempo"
Improvvisamente ci fu un grande rumore, simile a due vetture che si scontrano ad una velocitá altissima...no, non era simile: era proprio quello il suono.
Mi si ghiacció il sangue nelle vene e per un istante il mio cervello si spense lasciando bandiera bianca al cumulo di fortissime emozioni che si erano formate in me.
Anche mio padre rimase immobile, ma poi con un gesto veloce corse fuori dalla stanza e io lo seguii.
C'era fumo ovunque e quando intravidi le fiamme capii che doveva essere successo qualcosa di grave, e mi tornarono in mente le immagini del mio incidente.
C'era un via vai di meccanici, giornalisti, team principal, piloti...e in tutta quella confusione una mano mi afferró la mia trascinandomi non so dove.
" Lando" gridai sollevata nel vedere un volto a me noto.
La sua espressione era tesa e preoccupata, ma anche scossa: simile a quella di un bambino che é appena venuto al corrente di qualcosa di orribile
"Tutto bene?"
"É successo...un incidente grave e ... Io-"
Era scosso.
Troppo.
I suoi occhi chiedevano pietá a tutto il male che gli era stato inflitto cosí feci l'unica cosa che avrei potuto fare: lo abbracciai.
Lui abbracció me e subito anche io mi sentii meglio, poi lui si staccò e ricominció a parlare.
"Io ho visto tutto...Tutto Hope.
La macchina che slitta per via del tracciato bagnato, la vettura dietro che gli va addosso schiantandosi sul bordo pista e poi il fuoco...ma la cosa peggiore é che dentro quella macchina che ha preso fuoco c'era un mio-..."
Strinsi ancora piú forte la sua mano che da quando mi aveva afferrato non avevo mai mollato e ci avvicinammo al circuito. Le due auto coinvolte stavano ancora andando a fuoco ma vidi un pilota che stava entrando in ambulanza, ma solo uno.
Riconobbi le auto che appartenevano a scuderie di formula 2, e poi vidi il volto di Lando sempre piú assente.
Poi senza preavviso staccò la sua mano dalla mia e corse verso la pista ignorando i miei richiami
Meccanico: "Lando fermo non puoi avvicinarti!"
Lando: "lasciami stare cazzo!"
Nessuno, me compresa, si sarebbe aspettato una reazione di quel tipo da Lando. Lui é sempre molto rispettoso e gentile con tutti, doveva essere molto scosso pensai, ed ero preoccupata per lui; strano vero?
Lo vidi correre sul tracciato avvicinandosi decisamente troppo agli uomini che si stavano occupando di domare quelle maledette fiamme, cosí anche io mi misi a correre: non avrei lasciato Lando da solo in questa situazione, anche se una parte di me lo odiava.
Quando mi avvicinai a lui c'erano moltissime persone tra cui meccanici e guardie che lo tenevano stretto per le braccia nonostante lui cercasse di liberarsi dalla presa ma quando mi avvicinai a loro incatenai i miei occhi con quelli di lui, proprio come la prima volta che ci incontrammo.
Con questo mio gesto lui si placò e mi fissó. Ci fissammo per minuti interi, fino a quando i meccanici non lo portarono dentro il suo mothorome senza interrompere il nostro sguardo.
Quando lui scomparí dalla mia vista qualcuno mi toccó la spalla, mi girai e vidi Marcus:
"Marcus!"
Lui mi appoggió una mano sulla spalla e sorrise in modo amaro dicendo
"Il pilota che per l'incidente non aveva alcuna colpa non ce l'ha fatta Hope"
Un vuoto mi colmó il petto, come lo avrei detto a Lando?

Ma salvee :)
Sono sul pullman e anche oggi i miei intervalli li ho passati a scrivere questo capitolo dove sono successe un po' di cosine...non molte peró vabé hahaha
Non ho nulla da dire quindiiii...al prossimo capitolo<3
Byee🤍

La speranza dei sogni ~Lando Norris~Όπου ζουν οι ιστορίες. Ανακάλυψε τώρα