5. Giù nelle ombre

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«Tirati su, ragazzo. Non si può guardare un Ministro Oscuro che se ne sta con il culo a terra a fissarmi a quel modo».

Mark si rialzò in fretta e si guardò intorno. Sembrava che si trovassero ancora nel laboratorio, ma al contempo la sala aveva un aspetto completamente diverso: le pareti erano tutte segnate da intricati decori neri che pulsavamo debolmente come se fossero composti di cordoni di corpi di sanguisughe, il lampadario di cristallo era fiocamente illuminato da quelli che sembravano decine di fuochi fatui minuscoli e azzurrognoli, per terra il pentacolo che nella "versione" precedente della stanza era stato blu, ora era nero e tremolante e sopra al mazzo di vecchi fiori accanto al pentacolo si affollavano creaturine lunghe pochi centimetri dall'aspetto di piccoli polpi con le antenne.

«È una specie di... aldilà?» Commentò Mark

«Sì e no. Siamo al di là di qualcosa, ma siamo tutt'altro che morti, ragazzo»

«Non penso affatto che siamo morti. Abbiamo attraversato il Velo, credo».

Paul rise forte e Mark sobbalzò, irritato. La stanza amplificava quel suono stridulo in maniera alquanto sgradevole.

«Il Velo! Bravo ragazzo!» Esclamò il becchino «Ora si inizia a ragionare! Cos'è il Velo?»

«È una... una...» Mark si guardò le mani, alla ricerca della definizione di qualcosa che aveva solo sentito nominare, ma di cui non conosceva né la vera natura né il meccanismo di funzionamento

«Oh, andiamo! Avevi cominciato bene!»

«Non so spiegarlo»

«Se questo è il prossimo Ministro Oscuro io sono una bellissima farfalla...»

«È come un limite, no? Un... un limite fra il mondo delle persone e... e...»

«Il mondo delle persone? Hai davvero detto "il mondo delle persone"?»

«... E il mondo degli spiriti»

«Sì! Sì, bravo! Cioè no, non è così, non è un limite e il "mondo delle persone" non esiste, ma almeno gli spiriti li hai azzeccati! Hai visto che bello, significa che hai più di due neuroni che sbattono felici nello spazio della tua gigantesca scatola cranica!».

Mark arrossì e si infilò le mani in tasca.

«Il Velo non è un limite ed è composto da innumerevoli strati. Ogni strato del velo che scosti, che attraversi, ti porta più in basso, verso il cuore dell'Umbra, che è il reame spirituale, quello in cui prospera e vive la magia di tutte le cose. So che è complicato per una persona che ha solo tre o quattro neuroni, ma impegnati a seguirmi, va bene?» spiegò Paul

«Ho capito» disse seccamente Mark

«Wow! Hai capito! Ti darò... una stellina!» il becchino estrasse una piccola stelletta dorata adesiva e la appiccicò sul petto del ragazzo «Ora, da bravo, spiegami tu cos'è questo posto. A parole tue. Senza fretta».

Mark chiuse gli occhi, inspirando a fondo. Nei suoi polmoni entrò aria fredda e l'odore misto, variegato, ricco di tutte le cose nella stanza.

«Questo è l'Umbra» Disse il giovane McWoodland «Si accede ad essa attraversando il Velo, uno degli strati di consapevolezza che nascondono agli occhi degli umani il reame spirituale. È come... come il mondo fisico, quello delle cose, ma... ma qui si può vedere la magia delle cose».

Ci fu un istante di silenzio. Mark riaprì gli occhi per vedere un Paul che lo osservava con un'espressione divisa tra l'incredulo e l'ironico, una delle spesse sopracciglia nere sollevate.

«Hai detto "cose" un po' troppe volte, ma la definizione era proprio buona» Gli concesse il becchino «Il resto era a posto. Te la sei proprio guadagnata, la tua stellina»

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⏰ Letzte Aktualisierung: Nov 12, 2021 ⏰

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Il giovane McWoodland - 1. Il ragazzo che ne sapeva pocoWo Geschichten leben. Entdecke jetzt