One Day Or Forever

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''Non significa che non puoi amare, Ni. Solo che non è lo stesso'' borbotta Harry, e non ritorna sulla faccenda dei Costanti, l'hanno già fatto, quel discorso, e va bene così. E' una cosa nebulosa e poco chiara su come alcune anime gemelle si incontrino in ogni vita, senza il salto di norma. Dovrebbe essere testimoniato da dei flashback, o cose del genere, e Niall dice che, dato che non ci sono testimoni, una cosa come i Costanti non esiste. Harry pensa che, all'avere una fortuna del genere tra le mani, non lo andrebbe a dire in giro.

''Lo so'' Niall sospira, poi sorride, lo sente dalla piega della voce ''Ho lei, però, da adesso. Si chiama Amelia, ti ho mandato il suo profilo Instagram.''

''Il nome sembra adorabile'' ragiona Harry, infilando gli stivaletti e chiudendone la cerniera, abituato subito al leggero tacco sotto il tallone. Niall deve percepire la sua punta di malinconia mentre prende il cappotto beige e se lo infila, agitando i ricci umidi della doccia che si è fatto in tempi così record da farsi quasi schifo.

''Tranquillo, Haz, troverai anche tu la tua anima gemella, lì fuori, che apprezzerà la tua ossessione per i fiori e per Friends.''

''Non lo puoi sapere, Ni. E non ho nessuna ossessione, sono una persona sana'' sottolinea, finendo di infilarsi i suoi anelli e prendendo prima la sua borsa a tracolla, poi il romanzo di Camus da cui ha scelto l'estratto per la lezione del giorno a cui, ah-ah, farà tardi. ''Devo prendere la metro e sono in ritardo. Ciao.''

''Harry Styles che rinuncia alla sua camminata per soccombere ai mezzi pubblici di Londra'' sibila il migliore amico, ridendo ''E' un pessimo giorno per l'umanità. In questi giorni ti presento Amalia, va bene? Ti tieni libero?''

''Per te sempre'' cinguetta Harry, attaccando.

E può andare peggio? Sì. Può andare molto peggio.

Inizia a piovere leggermente quando è a metà strada per la stazione della metropolitana e, quando entra, il suo cappotto è costellato di minuscole macchioline e, per quanto ha capito, la chiusura della stazione successiva ha fatto affluire il doppio della gente lì dentro, cosa per cui Harry preme spalle e gomiti solo per prendere il biglietto e non avere gli spiccioli precisi, dato che ha venticinque anni e non è ancora schiavo di un bruco di metallo che corre sotto Londra, e non è psicologicamente preparato a prendere la metropolitana e sentire persone alitare sui suoi capelli bagnati (ah, l'ombrello di Harry si è rotto lungo la strada, fanculo) per tre fermate, e gli viene quasi da piangere perché giura su qualsiasi cosa che se il suo libro si è rovinato-

Sbatte contro una spalla e sia lui che la persona contro cui è sbattuta quasi cadono, ma sicuramente perdono lui il telefono con il biglietto incastrato nella cover, l'altro un mazzo di fiordalisi che viene schiacciato al pavimento e copre proprio il suo telefono e oh, Harry si sente così in colpa, i fiordalisi sono fiori stupendi che esprimono delicatezza e hanno un colore blu squillante ed elettrico, e adesso sono ammaccati e un po' smorti.

''Oddio, mi disp-'' inizia a dire dopo che si è alzato, ma si zittisce quando anche lo sconosciuto, con pantaloni grigi e un maglione bianco, alza gli occhi stringendosi il mazzo al petto.

Ed Harry lo sente, cazzo, ed è la sensazione più strana che abbia mai provato, non viene da lui, viene da milioni di vite precedenti mentre un'onda lo travolge e lo incastra in due occhi azzurri, in un ciuffo color caramello e in un naso piccolo, in sottili labbra schiuse che esalano mentre il cuore di Harry si scioglie nelle sue vene e non riesce a respirare, o forse ha iniziato solo adesso, mentre riesce a notare solo i fiordalisi e un tatuaggio sulle dita e come il maglione gli vada grande in maniera adorabile prima che si perda nelle curve dolci delle sue ciglia e inizi a sentirsi completo, legato, caldo e pieno come se sapesse già il suo nome, la sua voce, il suono che-

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