CAPITOLO QUINDICI: Saltare le Lezioni fa Male

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"Devi farlo, Mistuke"
Trattenni il fiato, voltandomi piano dalla parte opposta di quella di Hanako.
Lo petcepii fare qualche passo versi la mia direzione, per poi fermarsi ben lontano da me. Sapevo benissimo cosa gli stava girando per quella testa vuota: ora che avevo rischiato al di fuori di un Confine aveva immediatamente capito che non ero al sicuro.
E che la colpa era sua.
Ma cos'altro potevamo fare? Il nostro destino era legato in modo dissolubile. Saremmo dovuti restare insieme per sempre.
"Devi fischiare quel maledetto coso" sibilò lui, non osando sfiorarmi: "Stringi il patto con il kami e Tsukasa potrebbe lasciarti in pace"
Sapevamo benissimo entrambi che non sarebbe successo. E io ancora non avevo capito una beata fava del perché il gemello avesse questo pallino.
"Potrebbe?" gli feci eco, stringendo i pugni: "Tu mi stai chiedendo di chiuderla qui, per sempre! Senza neanche darmi una spiegazione!" alzai di poco la voce, e voltandomi verso il ragazzo, puntuale come un orologio, venni colpita da una violenta vertigine.
Hanako mi fissò silenzioso, con un'espressione apatica disarmante. Socchiuse gli occhi, osservandomi mentre tastavo contro il muro del bagno in cerca di un appiglio.

Dopo quella terribile esperienza nel corridoio, con Minamoto e Mitsuba, Hanako si era precipitato dal professore Tsuchigomori. Mi aveva mollato nelle braccia dell'uomo, assicurandosi che mi avrebbe trasportato in infermeria, e poi era scomparso nel nulla.
Ricordavo fino a quel momento; qualche sua parola sbiascicata, smorzata da singhiozzi, poi nulla.
Mi ero risvegliata in ospedale, con mamma e papà al mio fianco, totalmente ignari di cosa mi fosse successo: ovviamente non potei dire nulla, quindi me la cavi con un banalissimo "Non ricordo" "Dev'essere il trauma" aveva risposto il neurologo, prima di dimettermi.
Il trauma lo avevo sicuramente avuto, tanto che mi rifiutai per ben una settimana di andare a scuola.

"Mi odieresti"
Rispose lui, con voce bassa.
Mi aggrappai barcollante alla maniglia della porticina di un wc, mentre la nuca tornava a pulsarmi violentemente.
"Non è vero..." sbiascicai io, cercando di sistemare meglio la bandana marrone scuro, dello stesso colore della divisa, in modo da nascondere meglio la fasciatura.
"Si invece" "Smettila, Hanako. Non ti odierei mai" borbottai i io, lanciando una fugace occhiata al volto del moro, per poi tornare sugli specchi.
Ormai avrebbe dovuto capirlo.
Sospirò rassegnato, squotendo lentamente la testa: "Non è così facile, t/n" fece qualche passo verso di me: "E se tu dovessi odiarmi... Se dovessi perderti... Non so cosa..." continuò ad avvicinarsi piano, comunque ben impegnato nel non sfiorarmi neanche per sbaglio. Quasi temesse potessi farmi ancora più male.
Allontanai lo sguardo da Hanako. Non riuscivo davvero a capirlo, e più che farmi pena mi faceva solo infuriare: "Cosa diamine stai dicendo" sbottai, tornando a fissarlo di botto; cosa che ovviamente mi fece investire da una seconda vortigine.
Cosa pensava succedesse se avessi firmato il patto con il kami? E poi, se davvero voleva fare in modo che Tsukasa mi lasciasse in pace, non avrebbe comunque potuto tornare a vedermi.
Ero praticamente incoscente, ma era chiaro come l'acqua che il gemello provasse qualche sorta di ossessione verso Hanako.
Barcollai indietro, lasciandomi appoggiare piuttosto violentemente contro la porticina del bagno. Hanako, a sua volta si avvicinò ancora, stendendo appena le braccia in aria, probabilmente per acchiapparmi se avessi rischiato di cadere.
"Se..." mi zittii, colpita improvvisamente da un conato di vomito: "Se non vuoi che me ne vada... Cosa credi succederà quando stringerò il patto con il kami?" chiesi, alzando a fatica lo sguardo su di lui.
Non era così stupido, lo sapevo benissimo.

Ero stanca.
Di tutto.
Di quella maledetta scuola, del soprannaturle. Di lui.
Hanako storse le labbra, squadrandomi silenzioso: "È diverso" mi corresse, ancora: "Se tu sapessi... Mentre se te ne andassi di tua scelta sarebbe diverso" riprese cercando di sostenere il mio sguardo.
Ero tanto stanca, e pareva che a lui non interessasse minimamente.
Il non sapere ancora nulla di lui, il venir continuamente tagliata fuori.
Voleva davvero proteggermi, oppure lo faceva per i suoi tornaconto? Infondo tutti i soprannaturali che avevo incontrato mi avevano praticamente detto la stessa cosa: ognuno pensa solo ai propri interessi.
Yaku, intenta ad uccidere ragazzini per tentare di riportare in vita il suo amato. Tsuchigomori, completamente disinteressato di cosa stesse capitando ad Amane, gli ultimi giorni in cui era vivo.
Hanako stesso me lo disse.
"Sono stanca, Hanako..."
Lasciò cadere le braccia, tirando un lungo e sofferente sospiro.
"Mi dispiace..." si avvicinò cauto: "Ma se ti fidi di me, perfavore Mistuke, vattene" mi pregò, con voce più sofferente che altro.
Voleva che sembrasse un obbligo? Una minaccia?
Beh, quel luccichio fugace nei suoi occhi fece sembrare quella frase tutt'altro.
O magari ero io che volevo vederla così; un urlo silenzioso che mi pregava di restare.
Restare nonostante tutto.

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⏰ Last updated: Dec 13, 2021 ⏰

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BROKEN SOUL [Hanako-kun x Reader ]Where stories live. Discover now