<< Ciao papà!>> diciamo io e Audrey correndo ad abbracciarlo.

<< Allora avete già deciso cosa comprare?>> ci domanda.

<< In verità ancora no, ma stiamo alla ricerca del vestito perduto!>> risponde Audrey sarcastica.

<< Sentite mi è venuta una splendida idea, che ne dite di andare in macchina così andiamo in un centro commerciale per avere più scelta?>>

<< VA BENE!>>

<< Però dovete camminare un pochino perché la macchina è un po' distante da qui .>>

Detto ciò, iniziamo a camminare ma vedo che Audrey inizia a stringere il braccio di mio padre, ma non sapendo il motivo le chiedo:

<< Audrey ti senti bene? Perché stringi il braccio di papà?>>

<< Ha la vista sbiadita di nuovo e non è un bel segno, poi non riesce a camminare bene perché non sente di nuovo il mio peso.>> risponde papà.

Di fretta camminiamo, ma poco distante dalla macchina Audrey mi sviene davanti e mi spavento. Tutti i passanti si fermano e cercano di aiutarci.

<< Chiamate un ambulanza questa ragazzina è svenuta!>>

<< No, no signori non ce ne bisogno ho la macchina qui parcheggiata.>> risponde subito mio padre.

Un cinese proprietario di un negozio terapeutico ci aiuta facendo alcuni massaggi ad Audrey per svegliarla.

Dopo un po' vediamo lei riprendersi e tutto il mio grande spavento è svanito.

Saliamo in macchina, salutiamo tutti i passanti che ci hanno aiutato e portiamo Audrey a casa. Parcheggiando di nuovo la macchina, papà la porta in braccio ormai priva di forze e con un ginocchio sbucciato per colpa della caduta. Entrando in casa:

<< MAMMAA AUDREY È SVENUTA DI NUOVO!>> urlo.

<< Davvero? Di nuovo? Dove è successo?>> si sbriga ad arrivare in stanza da letto dove papà l'ha lasciata.

<< Vicino alla macchina, stavamo per andare al centro commerciale.>>

<< Noi abbiamo deciso di farla mangiare e poi portarla all'ospedale per farla controllare.>> dice mia zia.

<< No all'ospedale non mi va!>> 😣 risponde.

Audrey POV

Non avendo nessun'altra scelta li ubbidisco, mangio e mi preparo per andare all'ospedale. Dopo pochi minuti di viaggio entriamo dentro al pronto soccorso, essendo pochi le persone mi fanno subito dei controlli.

Aspettando i risultati nella sala di attesa, una infermiera si dirige verso di noi dicendo di andare nella stanza 5 per prendere i risultati. Non appena metto piede nella stanza, gli infermieri mi mettono sopra un lettino e ci informano:

<< la ragazzina verrà ricoverata, perché la dobbiamo tenere sottocchio per un paio di giorni avendo l'emoglobina bassa.>>

Una delle infermiere invece prende un ago e me lo infila in una delle mie vene del polso e capisco che era l'ago per metterci poi la flebo e appena finito ci informa di andare ancora in sala fino ad aspettare un altro infermiere o dottore a chiamarci.

Sedendomi sulle sedie, inizio a piangere non volendo rimanere lì. I miei genitori mi abbracciamo dicendo di non preoccuparmi, ma non ce la facevo.

Dopo aver aspettato, vedo un dottore che esce da una stanza del pronto soccorso con un fascicolo in mano e che si dirige verso la sala d'attesa, si ferma e dice:

<< La signorina Nicole Audrey Bennett nel reparto ricovero. Per favore mi segua>>

Io ancora in lacrime lo seguo fino a raggiungere un palazzo vicino al pronto soccorso, dove nei prossimi giorni rimarrò sdraiata su un letto di ospedale.

Saliamo l'ascensore insieme, con i miei parenti dietro, sorreggendomi per un eventuale svenimento. Dopo qualche minuto arriviamo davanti a una stanza, dove le uniche cose che vedo sono dei dottori seduti intorno a un tavolo con tanti fogli sparsi su di esso.

Il dottore che per quel breve tempo era rimasto con me, porge il fascicolo ad una di loro.

<< Accomodati pure.>> dice indicando una delle sedie accanto alle loro.

<< Non ti preoccupare, ti farò qualche domanda per completare le tue schede e poi potrai andare nella tua stanza.>> mi sorride.

Mentre diceva quella frase mi è sembrato di avere un dejavu come se quella scena lo avessi già vista o vissuta.

Finendo poi di rispondere alle domande, il dottore ci guida e apre una porta senza aprire la luce. Entrando vedo con la poca luce del corridoio che vicino al mio letto c'è un altro paziente che dorme, ora capisco perché non aveva aperto la luce. Il dottore poi mi sistema per bene e alla fine dopo aver detto le varie procedure in caso di emergenza esce dalla stanza.

<< Allora è qui dove le prossime ore dormirò, però voglio ritornare a casa.>> dico iniziando nuovamente a piangere.

<< Dai non ti preoccupare uscirai presto da qui.>> dice mia zia asciugandomi le mie lacrime.

<< Lo so, ma domani? È la settimana preparativa del ringraziamento e se non ci sono, non partecipo.>>

<< Sì lo farai, diremo che sei stata in ospedale e tutto si sistemerà.>>

Non volendo più pensare a cosa dovrò fare domani, mi sistemo nel letto e chiudo gli occhi iniziando a stare tra le braccia di Morfeo.

#Spazio Autrice
Scusatemi per la mia lentezza nel pubblicare i capitoli. Lo so, sono peggio di una tartaruga! 😂✌️
Allora, come potete vedere Audrey è stata ricoverata in ospedale, gli avvenimenti non sono tanto belli soprattutto per lei che non ha mai avuto l'esperienza di rimanere all'ospedale per notti. La fatidica domanda ora è: cosa succederà nel prossimo capitolo? Se lo volete scoprire per sapere qualcosa di più continuate a leggere. Spero vi piaccia, a presto con il nuovo capitolo. ❤️

I'm not enoughOù les histoires vivent. Découvrez maintenant