Capitolo 15.

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Mary.

Mi svegliai per un intenso dolore alla schiena. Boccheggiai alla ricerca di aria, ma non ci riuscí. Improvvisamente capí che ero legata. Un altro colpo lancinante mi perforò la spina dorsale impedendomi di pensare lucidamente. Oltre ad essere legata ero anche imbavagliata e una benda mi copriva gli occhi. Credetti di svenire per un altro colpo che mi era stato inflitto. Le lacrime scendevano lungo le mie guance senza che potessi fermarle. Il dolore e il male che sentivo era indescrivibile, al limite dell'umano. Tentai di strattonare i miei polsi ma come risposta ottenni una risata agghiacciante.
"Bellezza, finalmente ti sei svegliata!"
Una mano percorse la mia guancia, quel carezza cosí dolce, gentile mi spiazzò quasi quanto lo schiaffo che arrivò subito dopo.
"Quelle frustate erano di avvertimento. Se provi solamente a fiatare, anche solo per un gemito ne riceverai 50."
Deglutí lentamente. Una mano mi tirò i capelli all'indietro. La voce dell'uomo si insinuò nel mio orecchio:
"Il mio cazzo è cosí duro che non riuscirei.."
"Padrone, ti prego..."
Quella voce la conoscevo. Lei era, era Aurora, la sorella di Simone. Aveva chiamato padrone quell'uomo. In un attimo compresi dov'ero. Dovevo uscire da lí, al piú presto.
"Dovevi stare zitta. Ormai il suo cervello avrá fatto due piú due. Tanto vale toglierle la benda." Una luce abbagliante mi fece male agli occhi. Non appena riuscí a mettere a fuoco, i miei dubbi ottennero conferma: c'era Aurora in ginocchio con un collare al collo ed un uomo in piedi senza maglietta e dei glaciali occhi azzurri.

"Bimba sai giá quello che devi fare." Vidi Aurora che si avvicinava a me camminando a quattro zampe. Respirai piú velocemente e cercai di divincolarmi.
"Buona piccola. Se ti muovi succederanno cose brutte, stai tranquilla e vedrai che sará tutto piú piacevole." Disse l'uomo continuando a fissarmi.
La ragazza era a pochi centimentri dalle mie mutande, sentivo il suo respiro sulla pancia. Mi prese il clitoride da sopra le mutande e lo morse. Una scarica di brividi mi percorse tutta. Nonostante mi trovassi in quella situazione, mi stavo bagnando. Chiusi gli occhi e lacrime amare scesero lungo il mio viso.
"Apri gli occhi, voglio vedere il tormento che provi." Loro stavano abusando di me e io ero eccitata. Continuai a singhiozzare.
"Gli occhi, aprili. Fai da brava." Era la seconda volta che mi avvertiva, lo guardai e mi stupí vederlo a pochi centimetri dalla mia faccia. Lo implorai con lo sguardo ma l'unica cosa che trovai nel suo era una barriera di ghiaccio, impossibile da sciogliere.
"Bimba vieni qua." Fece camminare Aurora per tutta la stanza come per dimostarmi quanto fosse fedele a lui. Si aprí i jeans e restò completamente nudo. Il suo cazzo era eretto, grande ed era vicino alle labbra di Aurora. Lei aprí la bocca per accoglierlo dentro di sè e cominciò a succhiarlo e a leccarlo con devozione. Nonostante volessi non guardare la scena, ne ero attratta.
"Ti piace quello che vedi?" Lui continuava a fissarmi e a scopare velocemente la bocca di Aurora.
Un grugnito di soddisfazione esplose nella stanza quando lui venne, spremendo tutto il suo seme nella gola di lei.
"Vediamo cosa possiamo fare per darti piacere." Disse aprendo una borsa davanti ai miei occhi. Gli sgranai e poi li richiusi velocemente quando capí che stava venendo verso di me per utilizzarlo.

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