Silenzio - di KoiHaru

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L'opera di cui mi occuperò oggi lascia spazio a molte premesse e riflessioni collaterali, specialmente sulla natura del punto di vista e dell'atmosfera generale, le quali tuttavia sono state ampiamente trattate  dall'autore nel corso dell'introduzione.

Inutile dunque dilungarsi sulla precisa volontà di rappresentare la chiusura mentale tipica del mondo rurale, il suo mischiarsi con la curiosità naturale della giovane età e con la ritrosia protettiva di quella adulta, oppure evidenziare la fortissima influenza di anime e manga nell'immaginario proposto, anche e soprattutto nella costruzione dei rapporti familiari e amicali del protagonista. Basta e avanza sottolineare come KoiHaru sia riuscito a rielaborare le sue ispirazioni con un senso lirico, atmosferico ed evocativo estremamente efficace.

In uno scenario post apocalittico, segnato da una non meglio precisata catastrofe generata dalla stessa civiltà umana che ha portato all'oscuramento del sole e a un nuovo Medioevo, fin dall'inizio emerge chiaramente il senso di disperazione, depressione e oppressione del protagonista. Esso è dovuto alla finitezza del suo raggio d'azione, che si arresta al limitare del villaggio dove vive. Mi ci sono volute pochissime scene per esserne pervaso e, sulla scia del giovane personaggio principale, per sentirmi naturalmente portato a speculare sulla sua origine, certamente ripartita tra l'effettivo pericolo celato nell'Oscurità e un'angoscia amplificata dalla superstizione e dall'ignoranza.

Al momento la trama copre soltanto un giorno, tuttavia è stato più che sufficiente per dare una panoramica globale ambientazione e caratterizzazione dei personaggi, presentando e chiaramente tutte le dinamiche interne alla vita del villaggio, nonché gli interpreti principali e i loro rapporti con il protagonista, la cui vita è palesemente destinata a cambiare dopo l'incontro con il cacciatore Shion, un guerriero giunto dalla sconosciuta "grande città dell'est" per scacciare dal villaggio una minaccia misteriosa. L'incontro tra i due, che si dipana in un misto tra ritrosia e curiosità, disponibilità e fraintendimento, è perfetta metafora del rapporto tra la mentalità progressista cittadina, fondata sul controllo e sulla conoscenza, e quella conservatrice di campagna, i cui capisaldi sono fede e rispetto dei precetti tradizionali.

Ai due personaggi, sospinti dal desiderio a dal bisogno giovanile di avventurarsi lontano dalla propria comfort zone, spetterà il compito di trovare un punto d'incontro necessario per unire le forze contro il vero nemico.

A questo aspetto prettamente umano della narrazione se ne aggiunge uno metafisico, che richiama le profonde influenze animiste e spiritiste di stampo orientale e segnatamente giapponese. Si è continuamente rimbalzati tra dicotomie di elementi metafisici, come la luce e l'ombra, il sogno e la veglia, il sole e la luna, alternative ma compenetrate in quello che è l'unico, denso, spettrale, incomprensibile e incontrollabile piano dell'essere in cui si svilupperà il cuore della vicenda, sede delle minacce oscure ma, si suppone, anche del potere in grado di debellarle.

Del resto, citando liberamente il testo, non è il sogno semplicemente un piano alternativo della realtà?

In conclusione, mi sento davvero di consigliare questo "Silenzio", un racconto assai evocativo, pulito e dotato di una struttura narrativa fluida e scorrevole. E mille complimenti all'autore, spero di vederne la continuazione, fattuale oppure indiretta in altri scritti dalle simili influenze!

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