43. Il piumone della perdizione

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Oggi non ho fatto altro che pensare e ripensare alle parole di mio padre, ciò che mi ha rivelato sul passato di mia madre. Il fatto che un tempo fosse diversa dalla persona che conosco. Lo sospettavo, non credevo però che fosse stato proprio l'amore a renderla tanto glaciale. Immaginavo ci fossero motivi differenti e invece mi sbagliavo, di mia madre non ho mai saputo nulla di quel che era prima di questa versione arida.

Com'era un tempo? Com'era quando ancora l'amore non l'aveva tradita? Forse era una ragazza piena di sogni, di speranze, forse voleva essere una scrittrice come me o diventare un'insegnante come zia Nellie.

Ieri notte l'ho sognata da giovane, nel mio sogno era seduta sotto il gazebo, nel giardino dei nonni. Il gazebo in ferro battuto invaso dall'edera. Stava scrivendo, batteva velocemente le sue dita sui tasti di una macchina da scrivere nera, sul suo viso c'era un sorriso dolce e ingenuo. Sembrava così tranquilla nel mio sogno, sembrava che nulla potesse distrarla dalla storia che scriveva. Non sapeva però che un ragazzo dal mantello scuro si stava avvicinando a lei. Questo ragazzo aveva il volto nascosto da una maschera bianca, una maschera senza dettagli, inquietante.

Ricordo che si è poi fermato a guardarla, le ha accarezzato la guancia e si è chinato per baciarla, un bacio passionale, di quelli che lasciano senza fiato. Mia madre non si è ribellata a lui, era completamente assuefatta da quel bacio. All'improvviso le mani del ragazzo si sono posate sul gracile collo di lei, e ha iniziato a stringere forte fino a strozzarla. Volevo salvarla, ma non potevo, non potevo perché ero solo una spettatrice.

Al termine del sogno il ragazzo è scomparso, è scomparsa anche la ragazza. Si è materializzata invece mia madre invecchiata, in una stanza piena di mobili impolverati, con un'espressione spenta e triste. Si è voltata a guardarmi e, nell'attimo in cui l'ha fatto, ho riaperto gli occhi spaventata.

Nel mio sogno quella ragazza dolce e ingenua era scomparsa, nella realtà quella ragazza governata ancora da sentimenti come l'amore e la passione non esiste più. Non esiste più perché qualcuno l'ha uccisa.

«Tsunderella...» la voce di Percy mi richiama al presente. Lo fisso ancora stordita dal ricordo del sogno della scorsa notte. «Cos'hai?»

«Perché?»

«Ti vedo assente, ti ho mostrato le nuove tavole e a malapena le hai guardate. Se non te la sentivi di lavorare, potevi dirmelo. Rimandavamo la scena del bacio a un altro giorno» mi rivela all'improvviso.

Riguardo velocemente le tavole che mi ha mostrato prima, possibile mi sia sfuggita una scena tanto importante?

«Scusa, Percy, ma qui non vedo nessun bacio.»

«Per forza, volevo riservarmi la scena a quando tornavi sul pianeta terra.»

Gli sorrido debolmente, mi sento in colpa, lui è venuto a casa mia con nuove bozze pronte, caricato di un'energia che invidio e io non do le giuste attenzioni al suo operato. Sbuffo, appoggiando la fronte sulla mano, non posso farmi distrarre continuamente dalla mia vita privata.

«Sono così stanca» mormoro a me stessa.

«Mi dispiace» dice piano.

«Ma quindi l'hai disegnata o no?» domando confusa, non ci sto capendo più nulla.

«Certo che l'ho disegnata. Su, chiudi gli occhi...» m'invita con fare misterioso.

Lo accontento e chiudo momentaneamente le palpebre. Sento il cursore che scivola lungo i gancetti della cerniera, starà aprendo il suo borsone, alla ricerca della tavola. Starnutisco e mi asciugo il naso con un fazzolettino che avevo all'interno della manica. Camminare sotto la pioggia per tonare a casa, dopo la discussione con i miei genitori, non mi ha fatto bene.

L E A HМесто, где живут истории. Откройте их для себя