capitolo 3

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Una bambina. Una bambina?

Davanti a me c'era una bambina di circa 5 anni, bionda con dei codini spettinati, occhi marroni, e teneva uno strano e inquietante pupazzetto al petto.
Non sembrava intimidita da me, ma sembrava non respirasse e a non battere ciglio, quindi decisi di avvicinarmi ma lei non fece niente.

"C-ciao io sono Kaaatie" dissi il mio nome allungando la 'A' per farglielo capire meglio, come se non capisse la lingua "Tu chi sei?" chiesi, ma stavolta mi sedei sopra il letto, lasciando un piccolo spazio anche per lei in caso volesse sedersi.

"Ciao io sono Amanda o Amy come preferisci" rise e io gli sorrisi. "Ti starai chiedendo perché sono qui?" chiese e io risposi con un cenno di capo "Beh sinceramente non lo so neanche io, ma mi prendono per pazza, ho morso la mia maestra e urlo sempre ma non so perché mi ritrovo nella tua cella" la guardai stranita, in qualche modo si è aperta con me e così velocemente "Se vuoi mi metto a urlare per attirare l'attenzione e farmi portare via" disse e io scossi la testa più velocemente possibile.

"no, no non farlo! ci metteremo in un grande guaio, sia io che tu" lei annuì e io feci un sospiro di sollievo "domani vedremo cosa ci faranno ma per ora non urlare o non fare cose che sai fare solo tu" rise per la mia ultima frase e io le sorrisi.
"beh immagino che dovremmo dormire non credi?" lei annuì e si fece spazio sotto le coperte. Vicino a me.

...

Mi svegliai di soprassalto, per delle urla troppo acute e assordanti, ci misi poco a ricordare tutto quello che è successo qualche ora fa e di quello che ho trovato. La bambina stava urlando in modo pazzesco, e io ancora con gli occhi socchiusi dal sonno mi alzai. "Per favore fai silenzio" le sussurrai ma lei mi ignorò "per favore fai silenzio, o ci scopriranno" riprovai a convincerla ma lei niente si limitava a scuotere la testa e a continuare ad urlare a scuarcia gola "Smettila!" questa votla urlai e lei smise di rovinarsi le corde vocali e mi guardò "Per favore torna a dormire" ripresi il mio tono normale anche se giurerei di avere la vena del collo sporgente.

"Non posso non riesco, e ci sei tu" mi disse e si girò di spalle continuando a fissare il muro sudicio e sporco della cella.

"okay allora il letto per questa notte è tutto tuo, io proverò a dormire per terra o qualcosa del genere va bene?" lei annuì soddisfatta con un sorrisetto divertito stampato in volto. Furba la bambina.

...

Ho dormito per terra, in un pezzo di cemento e non so se era proprio dormire, perché ho tenuto gli occhi aperti e non facevo altro che muovermi per cercare una posizione abbastanza decente, che ovviamente non trovai, mentre quella bambina dormiva beatamente e giurerei di averla sentita russare. Stava ancora dormendo ma dovetti svegliarla perché a momenti ci sarebbe stata la colazione.

Lo scatto della cella mi fece capire che la mia guardia era arrivata.

"Cosa ci fa questa bambina qui?" chiese avvicinandosi a noi mentre la bambina in qualche modo sembrava così spaventata da nascondersi dietro di me.

"In realtà non lo sappiamo neanche noi due, me la sono ritrovata qua dentro ieri" cercai di spiegare i breve ma facendogli capire quello che in realtà era successo. La guardia urlò un nome maschile, e dei passi vicini mi fecero capire che qualcuno stava arrivando.

"metti le manette alla bambina e aspettami okay?" chiese la mia guardia a quello che doveva essere un dipendente non occupato prima di questo.
La guardia annuì, e si avvicinò alla bambina e le mise delle piccole manette della grandezza del suo corpi, sia ai polsi e alle caviglie anche se con fatica, perché Amy continuava a dimenarsi e a urlare come faceva qualche ora prima. "Io porto lei dalla Moore, mentre tu sai dove portare la bimbetta".
Disse la mia guardia e fece un sorriso malizioso verso la bambina che continuava a dimenarsi sotto la presa di quel grande e grosso omone.

ci incamminammo nella stessa direzione finché ad Amy non la fecero entrare nella stanza immersa nel buio ma la debole luce fioca, fece riflesso contro la targhetta argentata e riuscì a leggere 'Rep.C operatoria'. Non ci feci molto caso a quella stanza finché non portarono lei la dentro, dove riuscivo a sentire ancora le sue urla che cessarono poco dopo come una botta di miracolo.

Io, o meglio noi, stavamo ancora camminando per quello che doveva essere l'ufficio della donna più temuta in questo posto, la signora Moore. Quando fummo davanti all'ingresso del suo ufficio ero leggermente spaventa e piena di pensieri che cessarono subito dopo i rumori provocati dalla guardia, sulla porta. Un 'Avanti' ci fece capire che io e non insieme a lui, potevo entrare. Ero spaventatissima e una donna con capelli ben ordinati e raccolti mi fece cenno di sedermi. All'inizio esitai un po' ma lo feci lo stesso non volendo aumentare le punizioni e le prediche che sapevo sarebbero presto arrivate. Era una donna con occhi di ghiaccio, chiarissimi rispetto ai miei che sono di un azzurro-grigio cielo.

"bene, bene abbiamo la nostra fuggitiva qui" rise di me la strega. La odiavo, volevo strapparli quei suoi capelli ben ordinati. "Sei una ragazza molto furba, hai appena ingannato una guardia, portando quella bambina nella tua cella, ma non ingannerai me lo sai?" si alzò e andò verso un piccolo armadio.

"non l'ho fatto! ho trovato quella bambina nella mia cella solo ieri ma non l'ho portata io!" urlai ma subito dopo guardai in basso, schiaffeggiandomi mentalmente per il mio tono non trattenuto.

"Non urlare con me o ti aspetta molto peggio di quello che ti farò tra un momento" mi disse e dei brividi che per corsero tutta la mia schiena, mi fecero capire che non avevo poca paura ma tanta, anche fin troppa. "Scott! entra!" urlò chiamando la mia guardia.

"Si singora Moore?"

"Portala nella cella vuota tra la 407 e la 409" disse la donna rugosa e fin troppo crudele "e dopo dì alle guardie più robuste e forti, di portare nella sua cella, uno dei più violentatori di donne ricoverati qui" disse la donna lontano da me in un sussurro, ma per quanto io sia interessata riuscì a sentirla e adesso avevo ancora più paura.

...

Sono rinchiusa in questa cella e ho paura dell'uomo che dovrebbe farmi compagnia. Io non ho fatto nulla per meritarmi tutto questo, non ho fatto niente per entrare in questo edificio, e adesso c'è pure la storia della bambina a farmi rimpiangere di essere nata.
A interrompere i miei pensieri furono dei rumorosi sbuffi e delle imprecazioni e ci misi un po a capire di chi poteva essere quella voce, Harry.

"H-harry?" sussurrai per una risposta, in fondo i muri di queste celle non erano molto spessi "Harry!" riprovai con tono più alto e preoccupato.

"Katie sei tu?" disse e io annuì ma mi ricordai che non ci possiamo vedere quindi gli risposi con il mio 'si' "Cosa cazzo ci fai qui?" chiese e io gli raccontai tutto quello che è successo.

"Cazzo, non possono fottumante farlo" disse con tono alto.

"Ho paura Harry, non posso fare niente per fermarlo". Ed ecco che i miei occhi si riempirono di lacrime e i singhiozzi arrivarono. Perché proprio a me?

"per favore non piangere, troveremo un modo per fermarlo, tranquilla lo troverò" disse sussurrando l'ultima parte ma riuscì a sentirlo, e ringraziai il cielo per avermi portato un amico, se si può definire così.

...

Io e Harry abbiamo parlato tantissimo, tralasciando la cosa che mi sconvolgerá la vita tra poco. Ho sentito delle guardie urlare di portare qualcuno da questa parte dell'edificio e tutte le mie ipotesi si sono collegate a l'uomo che presto mi avrebbe violentata facendomi perdere la mia verginità, senza amore, senza passione, senza volerlo.
Lo scatto della cella mi fece alzare immediatamente, e mi allontanai più possibilmente dalla cella.

Un'uomo grasso, calvo, alto, con lieve barba di color grigio e con un sorriso malizioso che mostrava i suoi denti cariati e sporchi entrò nella cella e io cercai di allontarmi il più possibile, senza risultato per via del muro. La cella fu chiusa e l'uomo si avvicinò di più a me "bene, ci sarà un motivo per cui mi hanno portato qui, e a me piace fare delle cose in compagnia sopratutto con le ragazze innocenti come te" mi stava per toccare finché un pugno sulla sua testa calva, non lo fece girare.

InnocentWhere stories live. Discover now