Capitolo 4

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Non era certo un mistero che Lily Evans fosse in parte una Serpeverde.
Be', cinque anni passati a parlare, scherzare e scambiare idee con Severus Piton non potevano essere ignorati.
Mentre il carattere dei Grifondoro era solitamente impulsivo, Lily sapeva aspettare: era, sì, impulsiva, ma, quando si trattava di vendetta, la situazione diventava completamente diversa.
Non importava quale fosse il motivo, chi fosse la vittima ... L'importante era vendicarsi.
E, in questo, Lily Evans era davvero bravissima.
Proprio in quel momento, sedeva sul suo grande letto a baldacchino, le tende rosso-oro rigorosamente sigillate.
Era praticamente sepolta da fogli di pergamena talmente intrisi di inchiostro nero che, guardandoli, non si poteva immaginare quale fosse il colore originario della carta.
Lily mordicchiava la piuma d'aquila con fare pensieroso, gli occhi verdi che scintillavano nell'oscurità.
Perché le vendette andavano meditate al buio.
D'improvviso, le si accese la lampadina. Il cosiddetto momento "Eureka", il colpo di genio.
Prese a scrivere velocemente, la punta della piuma che raschiava sulla ruvida pergamena giallastra e il foglio che le scivolava costantemente da sotto il braccio.
Sembrava un'invasata.
Poi, dopo minuti che parvero ore, spalancò le tende. Sollevò in aria il foglio, le braccia tese, e lo mostrò nell'oscurità.
"Ed è esattamente questo ciò che farò a James Potter!"
Mary grugnì qualcosa di indefinito da sotto il piumone (aveva bisogno di almeno quattordici ore di sonno al giorno), facendo cadere le cartacce di merendine che sostavano placidamente sul letto.
Emmeline la scrutò con tanto d'occhi e, afflitta, si spalmò una mano sulla faccia.
"Almeno adesso posso accendere la luce? Devo finire il tema di Incantesimi..." mormorò, allungandosi verso una candela.
Lily sorrise scaltra.

"Non mi abbracciare, Sirius, sei coperto di germi!" Remus si divincolò dall'abbraccio dell'amico, un'espressione di profondo disgusto impressa sul volto stanco.
Sirius sbuffò sonoramente.
"PRONGS, MOONY STA DI NUOVO TIRANDO FUORI LA SUA GERMOFOBIA!" urlò a pieni polmoni.
James, seduto sul suo letto, occupato nella contemplazione della sua scopa da Quidditch, sobblazò, e per sbaglio quasi troncò di netto un rametto.
"Sirius, sono qui. Tu mi vedi. Io ti vedo. Perché diavolo devi urlare, per i tanga variopinti di Merlino?"
"Siete una noia, tutti e due. Volevo divertirmi un po', e invece mi ritrovo solo come un cane, abbandonato al destino ..."
Sirius aveva una vena melodrammatica che, nei momenti più noiosi, emergeva improvvisamente.
"E voi dovreste essere miei amici: Remus non vuole nemmeno che io lo stritoli, e tu, James, proprio tu, il mio amico di infanzia, preferisci uno schifosissimo pezzo di legno a me!" Si portò teatralmente una mano sul volto, e si sbirciò intorno. Nessuno pareva volergli dedicare un briciolo di attenzione.
Sbuffò per l'ennesima volta.
"Okay, ho capito. Voi continuate a deprimervi, io vado da Mary in Sala Comune" decise infine, avviandosi verso l'uscita del dormitorio.
Aveva già messo un piede fuori dalla porta, quando un ghigno furbo gli solcò il viso. Si riaffacciò alla porta della camera dei Malandrini, e guardò Remus.
"Ah, a proposito Moony, credo proprio che tu debba pulire meglio la camera. Giuro di aver visto un granello di polvere sulla MagiSvaeglia".
Remus impallidì di colpo: pareva che tutto il suo colorito fosse andato a fare un viaggetto ad Honolulu; Sirius, finalmente soddisfatto, uscì dalla porta.
Se c'era una cosa che gli era mancata di Hogwarts, erano i lunghi pomeriggi passati con Mary MacDonald: era difficile trovare una ragazza a cui piacesse parlare di Quidditch, fare gare di sputi e rutti e ingozzarsi di qualsiasi cosa che sembrasse anche solo vagamente commestibile.
Perciò, mentre si avviava in Sala Comune, Sirius pensò che era stato davvero molto fortunato a trovare un'amica del genere.
La rampa di scale del dormitorio femminile si apriva davanti a lui, pronta a trasformarsi in un malefico scivolo non appena avesse tentato di salirvi.
Si guardò un po' intorno, alla ricerca di un modo per chiamare Mary, finché non scorse una chioma fiammeggiante fare capolino da dietro un divano.
Lily Evans non aveva perso tempo: dopo aver creato IL PIANO, aveva subito iniziato ad allenarsi con gli incantesimi di Trasfigurazione.
Adesso teneva stretto tra le braccia un grosso topo spelacchiato, e pronunciava mormorii confusi, cercando di trasformarlo in una teiera a fiori.
"Ehi, Evans!" Lily alzò lo sguardo, la bacchetta ancora stretta tra le dita.
"Che c'è, Black?"
"Sai dov'è Mary? Le devo far vedere il nuovo articolo sui Cannoni Di Chudley, hanno stracciato le Holyhead Harpies nell'ultima partita di ..."
Lily mise a tacere Sirius con un gesto secco della mano. Il Quidditch le era sempre parso come una scocciatura, probabilmente perché le faceva tornare in mente il ricordo in cui James afferrava il boccino sulle sponde del Lago.
"E' di sopra, ma dubito che sia nelle condizioni per ascoltarti: dorme come un sasso" disse, e tornò a stringere la bacchetta, con ancor più vigore di prima.
Sirius sbuffò di nuovo, scacciando via una ciocca di capelli neri dal volto.
Be', se Mary non c'è, posso almeno mettere in atto il mio piano ...
Si sedette sul divanetto di stoffa, accanto a Lily. Era ora di mettere qualche pulce nell'orecchio.
"Evans?"
Ora Lily sembrava vagamente infastidita.
"Sì, Black?"
"Come va la vita sentimentale?"
"Ti ha mandato Potter, vero?"
Sirius si finse offeso.
"Andiamo, Lily, ci conosciamo da sette anni, devo pur interessarmi alla vita di una mia così cara amica!"
Lily si aprì in una risata sincera, e batté una mano sulla spalla dell'Animagus.
"Okay, Black, lo ammetto: sono fidanzata. Appena finita la scuola andrò a vivere con lui alle Hawaii, sforneremo tanti piccoli marmocchi e compreremo due cani!"
"Non pensavo che foste già arrivati a tal punto, tu e James!"
"COSA!?"
Sirius non poté continuare a parlare perché, proprio in quel momento, Mary scese placidamente le scale del dormitorio, i segni sul cuscino impressi sul viso e la mano tesa per soffocare uno sbadiglio.
Si guardò un po' intorno, prima di vedere Sirius impegnato a parlare con Lily, e improvvisamente ricordò la scommessa.
Si sedette velocemente sul divanetto, che stava diventando troppo stretto, gli occhi che guizzavano prima sulla compagna di dormitorio, poi su Padfoot.
"Ehi, Mary! I Cannoni di Chudley hanno stracciato le Holydais Harpies, ora sono i primi del campionato!" Esclamò Sirius, a mo' di benvenuto.
Mary balzò in piedi, come se avesse preso una scarica elettrica, e iniziò a festeggiare.
"Qui ci vuole del cioccolato. Tantissimo cioccolato. Andiamo nelle cucine?"
Sirius si aprì in un sorriso tutto denti.
"Ci puoi contare! Remus ha finito le scorte, poi. E' diventato intrattabile, perciò gli devo portare almeno una tavoletta!"
E si avviarono insieme verso le cucine.
Lily sentì il suono di una botta e la voce di Mary che diceva: "Eh, no, caro Sirius, tu NON giocherai sporco, stavolta!"
Scrollò le spalle, e tornò ad allenarsi negli incantesimi.
Si sentiva eccitata come una bimba il giorno di Natale: mancavano poche ore alla vendetta, e già ne pregustava il sapore.

L'ultimo nemico che sarà sconfitto è la MorteWhere stories live. Discover now