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Fortunatamente la cena finisce a mezzanotte passata senza altri drammi e una volta cominciato l'after party non trovo più Najwa da nessuna parte, non ho idea di dove sia. L'ho cercata con la sguardo per almeno mezz'ora e poi mi sono abbandonata all'idea che sia andata a riposarsi in camera.

Non è stato del tutto un male, la mia serata è cominciata non appena ha lasciato la sala, mi sento più leggera, posso fare ciò che voglio senza paura che lei mi veda. Ho conosciuto persone nuove e sto ballando felice e spensierata con Berta, è come se mi fossi sbloccata di colpo. La verità è che ha un effetto troppo potente su di me, la mia vita è condizionata da lei e questa cosa deve finire, purtroppo me lo ripeto da tempo ma non riesco a cambiare le cose.
Ho bevuto più del dovuto e sono parecchio brilla, come tutti del resto, si fanno le tre di notte quando decido che è arrivato il momento di buttarmi finalmente su un letto. Prendo l'ascensore con Pedro che mi accompagna fino alla porta della mia stanza, per poi salutarmi e cambiare direzione andando verso la sua.

Faccio appello a tutta la lucidità che mi rimane per strusciare la chiave metallica nella serratura ed entrare, ma non appena varco la soglia vedo ciò che non avrei mai sperato: una giacca. Una giacca bianca con dei bottoni d'oro sulle maniche distesa sul letto, una giacca che so perfettamente a chi appartiene. Un profumo fortissimo di fiori e sigaretta mi invade le narici, non può essere, non posso essere sul serio nella sua stanza, cos'è uno scherzo?
Ogni dubbio viene fugato quando vedo la porta del bagno aprirsi

"Cristo Santo, vuoi farmi venire un infarto?"
esclama portandosi una mano al petto e non smettendo di fissarmi, rimango imbambolata.
la guardo da capo a piedi, indossa semplicemente un asciugamano bianco e ha i capelli rossi bagnati che le cadono sulle spalle, dev'essere appena uscita dalla doccia

"Che ci fai qui Maggie?"
ogni volta che mi chiama per nome la crepa del mio cuore si fa un po' più profonda, non lo ha mai fatto, preferiva dei nomignoli, mi chiamava Maggie solo quando era arrabbiata con me

"è la mia stanza"
rispondo facendomi coraggio, mi guarda confusa e le mostro la chiave, fa qualche passo indietro e va a prendere la sua, le confronta e su entrambe compare lo stesso numero: 68

"Cazzo"
dice fra se e se portandosi una mano alla fronte, è davvero seccata, ma cosa crede? che a me vada bene?

"Non fare tanto la primadonna, perchè qui le vittime siamo entrambe"
probabilmente è l'alcol ad avermi dato alla testa, se fossi sobria non avrei mai risposto così, mi sento a mille stasera. Mi guarda stranita per una versione di me che non mostro spesso e sbuffa ridendo nervosamente

"Mi vesto e scendiamo alla reception per spiegare l'errore, non posso mostrarmi così, sono una primadonna no?"
mi risponde a tono.

prende dei vestiti dalla valigia ed entra in bagno chiudendo a chiave la porta, è una situazione assurda, tra le centinaia di persone presenti qui oggi possibile che l'errore dovesse riguardare proprio noi due? Mi siedo ai piedi del letto, con il volto tra le mani, cercando di non pensare a nulla, di rendere la mia mente vuota, perchè se così non facessi rifletterei su come anni fa avremmo riso di tutto ciò e ci saremmo messe a colpirci con i cuscini come due bambine. Invece eccoci qua, a litigare su a chi sia andata peggio.

C'è successa la cosa peggiore che a chiunque possa capitare: trovare la persona giusta al momento sbagliato, forse avremmo potuto farcela comunque, perchè a me sarebbe andato bene mandare tutto a puttane per stare insieme, ma a lei no, ha e aveva troppo da perdere e quel "troppo" non vale quanto me. Una lacrima traccia il suo percorso sulla mia guancia, la lascio cadere sul mio vestito senza fermarla, ecco, ogni proposito di non pensare si è segretolato, come il mio cuore da più di un anno. Non dovevo venire, non dovevo rischiare di vederla anche se la possibilità era dello 0.01%, perchè adesso il desiderio, il bisogno che ho di lei sono insopportabili.

I love you dangerously Where stories live. Discover now