7° story

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-> Il gorgone <-

Prompt: Tema libero
Categoria: Alternative Universe
Lunghezza: 3113 parole

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Scegliersi una caverna per vivere era stata una pessima idea. Crowley lo pensava di continuo, anche sapendo che almeno lì veniva lasciato quasi del tutto in pace.

Era noioso, però. Era noioso ma necessario, perché nessuno poteva guardare una gorgone senza restare pietrificato e Crowley, anche se aveva scelto “le vie del male”, non voleva fare del male alle persone.

Non che loro avessero compreso quel suo nobile gesto, ovviamente. Lui era un mostro, un gorgone con serpenti rossi come capelli e gli occhi che pietrificano. Andare ad ucciderlo era diventato quasi uno sport.

Quel mattino, mentre i suoi capelli inghiottivano svogliatamente insetti attorno a loro, Crowley sentì dei passi dall’entrata della caverna. Riconosceva sempre i passi degli eroi: sicuri, a volte leggeri, altri pesanti. Quei passi così maldestri non erano da eroe.

Crowley andò a vedere. Il suo passo era felpato, cercava sempre di evitare i nemici prima che loro potessero attaccarlo, così raggiunse il punto d’osservazione dell’entrata senza che si sentisse nulla. Così vide il visitatore.

Era un civile, lo vedeva dagli abiti e dall’assenza di un’armatura. Aveva i capelli biondi ed era rotondetto, altra indicazione che lui non avrebbe dovuto essere lì.

«Vattene da questa caverna, umano.» ringhiò Crowley. La sua caverna non era un villaggio turistico.

In risposta l’umano si girò verso di lui di scatto e i loro occhi si incontrarono. Crowley sospirò, preparandosi a portar dentro l’ennesima statua, ma dopo un momento l’umano parlò: «Umano?»

Non era pietrificato. Crowley inclinò la testa, i serpenti che sibilavano a piano, confusi quanto lui, poi si avvicinò. Fece un po’ di rumore, spostando i ciottoli, e la testa dell’umano lo seguì. Continuava a guardare verso di lui, eppure non era per niente fatto di pietra.

Capì quando arrivò davanti a lui e vide i suoi occhi pallidi.

«Tu sei cieco.» disse. L’umano sobbalzò e tese avanti una mano, come per tenersi a distanza. La tese troppo a destra e Crowley sbuffò.

«Non solo mi ritrovo casa invasa da uomini che giocano a fare gli eroi, mi mandano su pure i civili.» fece infastidito.

«Non capisco. Non sono a Sparta?» chiese l’uomo, la fronte aggrottata.

«No, non siamo a Sparta. Sei nella caverna del famoso gorgone Crowley. L’uscita è alla tua destra, fammi il piacere di andartene senza che debba calciarti fuori.»

Fece per andarsene, ma stavolta il biondo pareva averlo localizzato e fece un frettoloso passo in avanti, staccandosi dalla parete di roccia per prendergli un braccio.

«Aspetta. Ti prego.»

E lui aspettò. Osservò delle lacrime formarsi nei suoi occhi vuoti. «Mi hanno abbandonato.»

«Così sembrerebbe.» rispose l’altro fissandolo con i suoi occhi gialli.

«Permettimi di restare qui. Ti prego.»

«Perché dovrei? Io sono un mostro.»

Il biondo aggrottò la fronte. «Perché dovresti esserlo? I mostri uccidono le persone. Io sono ancora vivo.»

«È perché sei cieco, e questo posto infatti non è un posto per quelli come te. Siamo in una caverna bella grande.»

«Beh, però mi puoi spiegare dov’è ogni cosa. So che… che sono un fardello. Che lo è la mia cecità. Ma giuro che imparo in fretta, e poi...»

Seven Stories about Ineffable HusbandsOù les histoires vivent. Découvrez maintenant