ᴄʜɪꜰᴜʏᴜ'ꜱ ᴛʜᴏᴜɢʜᴛꜱ, ᴏᴄᴛᴏʙᴇʀ 31ꜱᴛ.

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Una volta un mio amico mi chiese "Hai dei rimpianti, Chifuyu?"
E non seppi proprio cosa rispondere.

So solo che ero giovane, e che pensavo fosse strano o sbagliato. Mi vergognavo.
So solo che avrei voluto confessarti molte cose Baji, ma non ci sono mai riuscito perché sono un codardo.

Ti ricordi quando ci siamo conosciuti?
Io sì, lo ricordo fin troppo bene.
Eri camuffato con l'aspetto da nerd eppure quasi ti disperavi perché non volevi deludere ancora tua madre.
Non ho mai avuto rispetto all'epoca, se non per te.
Anche se non lo davo a vedere mostrandomi sicuro di me, sapevo di essere inferiore; per questo non mi facevo troppo notare dalle altre gang.
Ma nel corso del tempo tu hai centrato qualcosa di mio, e sai benissimo cosa se te ne sei accorto, o puoi immaginarlo.

Ti ricordi quando ti ho aiutato a scrivere quella lettera?
Ecco, ora ne sto scrivendo una a te, ed è buffo.
Buffo quando ti dissi come si scriveva correttamente la parola 'tigre', ricordi?

E ti ricordi quando mi hai difeso da quel branco di motociclisti che mi stavano aggredendo?
Hai detto poi che ero tuo amico, e quando ti ho visto mettere a tappeto tutti gli altri da solo, qualcosa nei miei occhi si è acceso.
Qualcosa che andava ben oltre la stima o l'ammirazione nei tuoi confronti.

Quante ne abbiamo passate insieme? Passavamo la maggior parte del tempo in strada, a difendere i più deboli e a provocare risse solo perché ne avevamo voglia.
Con il tempo ero sicuro di averti conosciuto bene, e avevo ragione.

Sai, forse non ti accorgevi di quando per sbaglio mi sfioravi il viso e io cercavo di non arrossire.
Sai, forse non ti chiedevi perché quando eravamo solo io e te e arrivavano gli altri, trovavo sempre una scusa per andarmene.
Sai, forse non hai mai pensato a quante volte ti abbia chiesto di fare 'un giro di controllo' alle nostre sezioni perché credevo che qualcosa non andasse quando erano solo scuse per stare da solo con te.
Sai, forse non hai mai notato il mio imbarazzo quando mi davi una pacca amichevole e innocua sulla spalla.
Forse queste cose non te le sei mai chieste.
E mi stava bene.
Perché se te ne fossi minimamente accorto, non avrei avuto motivazioni valide per continuare ad esistere.

Ad un certo punto mi ero reso conto che non c'erano più pensieri o parole per descrivere quello che provavo per te Baji, il nome era piuttosto chiaro: amore.
Ma non era bello amarti.

"Aveva sempre sentito parlare dell'amore come un sentimento dolce, tenero, che alleggeriva il cuore. Nessuno parlava di spine, nessuno parlava di quel cancro che era la mancanza o del tormento di uno sguardo non ricambiato."

Sai quando ho realizzato completamente di amarti?
Quando, una sera, passando davanti ad uno street food dove sul menu c'era anche lo yakisoba peyoung, pensai di comprarlo e di portartene metà, come avevamo sempre fatto sin da quel giorno dopo la rissa.
Il solo pensiero mi fece venire la pelle d'oca.
Era sbagliato pensare a te in quel modo, non credi?
Non penso di aver mai accettato i miei sentimenti.

Però bruciava.
Quando ti vedevo flirtare con le ragazze della strada davanti ai miei occhi, sorridendo e sfoggiando i tuoi affascinanti capelli neri, bruciava.
Faceva male.
Infastidiva anche il modo in cui ti guardavano, poi, per farle cadere ai loro piedi, prendevi un elastico nero e posizionandolo con nonchalance tra le labbra, ti facevi la coda.
Infastidivano.
I tuoi sguardi non ricambiati, mi irritavano, perché sapevo benissimo che ero l'unico che avrebbe provato qualcosa, eppure non mi davo pace.
E io non ho mai capito perché, con ogni gesto totalmente spontaneo e normale che compivi, sentivo il cuore palpitare un po' più veloce.
Rimanevo in disparte, a chiedermi perché dovessi essere così e dovessi amare proprio te.

𝐂𝐡𝐢𝐟𝐮𝐲𝐮'𝐬 𝐥𝐞𝐭𝐭𝐞𝐫 |𝐛𝐚𝐣𝐢𝐟𝐮𝐲𝐮|जहाँ कहानियाँ रहती हैं। अभी खोजें